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mercoledì 27 ottobre 2010

Ancora fanatismo e persecuzione misogina. La Jihad maschilista

Il fenomeno d’istigazione all’odio contro le donne, messo in atto da soggetti che hanno invaso la rete ed i social network, è di proporzioni devastanti. Sono stati aperti dalle stesse mani circa 260 pagine (e svariati gruppi) solo su Facebook. Al più presto forniremo un elenco di queste pagine. Gli stessi soggetti girano con decine e decine di profili falsi, per lo più femminili, a supporto delle loro pagine ed all’attacco delle pagine gestite da uomini e donne autenticamente contro la violenza. Lo scopo dei travestimenti è di fingere che esistano donne che vedono la vita con l’occhio del fanatico misogino, ovvero in maniera insana persino per un maschilista piuttosto agguerrito.

C’è tutta la pericolosità del ricatto, nelle loro parole, che noi denunciamo qui.

La settimana scorsa, la nostra pagina è stata oggetto costante di attacchi da parte di uno di questi signori ed alcuni suoi amici. In particolare uno di questi, bannato per tre o quattro volte consecutive con profili creati a suo stesso nome, è ritornato di seguito nella stessa sera una dozzina di volte e nei giorni successivi di continuo, costantemente convinto di potersi infiltrare senza destare sospetto, non rendendosi conto degli errori grossolani che commette e del fatto che le sue parole siano più che riconoscibili.

Nonostante costoro siano stati ufficialmente diffidati decine e decine di volte dal molestarci, continuano imperterriti al punto da indurci a prendere in considerazione anche la diffida legale. Non è più tollerabile questa molestia continua.

Dopo qualche giorno di pace, riecco il più affezionato dei nostri persecutori colto a spacciare sulla nostra pagina lo stesso concetto perverso, malato e dannoso.

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Il suo discorso “controcorrente” è sempre lo stesso: ricatto, minaccia sottile, colpevolizzazione delle vittime, diffusione di percezioni errate, giustificazione della violenza.

Non importa che meno del 15% dei femminicidi avvenga in occasione di liti per il divorzio e che la maggioranza dei casi non implichi affatto affido di figli e spartizione dei beni. Per lui, che fa parte di quelli interessati a far passare la legge sul “condiviso forzato”, esistono unicamente queste motivazioni qui. Ai suoi occhi non esistono i numerosissimi casi di ex fidanzatini, ex compagni, mariti d’età matura con figli adulti, insomma, tutti quei casi ( e sono la maggioranza) in cui gli uomini uccidono per punire la volontà femminile di abbandonarli, in preda all’alcol, all’emulazione, al desiderio di punire uno “sgarro” e vendicare un eccessivo amor proprio, in preda a disturbi narcisistici della personalità, ad ossessioni paranoidi e gelosie immotivate.

Ancora una volta, costui cita i kamikaze, parla di eserciti di “uomini maschi” pronti a versare sangue (il proprio e quello altrui). Ancora una volta giustifica chi uccide per il POSSESSO della casa e dei figli (anch’essi privati d’ogni diritto decisionale), come se fosse normale. Ancora una volta scarica la responsabilità della violenza su noi donne che lottiamo per sensibilizzare e restituire dignità alle vittime. Lui vive a sua volta come violenza, infatti, il fatto che gente come noi gridi con chiarezza che uccidere per l’oggettivazione della prole, uccidere per la casa, così come uccidere per non voler lasciare ad una donna la libertà di rifarsi una vita, sono abomini d’immonda meschinità e nessuna utilità e vanno fatti cessare.

Ancora una volta parla dei diritti delle donne come “spinte drasticamente libertarie”, ovvero noi vogliamo troppa libertà. Dobbiamo sacrificarci. Sacrificarci in casa, se abbiamo mariti traditori o violenti. Tenerci le botte e lasciarci uccidere, perché se tentiamo di riprenderci la nostra vita veniamo massacrate lo stesso ed i nostri assassini troveranno individui come questo, pronti a difenderli massivamente, colonizzando la rete con siti su siti, colonizzando social networks, forums e Wikipedia allo scopo di creare una realtà parallela distorta . Pronti a giustificare le violenze ed ad istigare all’odio verso le vittime e chi difende le vittime.

Ecco tutti i precedenti. Invasioni in privato, deliri in pubblico.

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Anche Femminismo a Sud riporta contenuti analoghi qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/07/11/kamikaze-che-non-hanno-pi-niente-da-perdere/

Vocazione al martirio, giustificazione della violenza maschile vista come “rivolta degli schiavi”, la ridicola divisione degli uomini in “uomini maschi” e “uomini femmine” (una terminologia familiare ai siti ed ai movimenti neomaschilisti) che ha lo scopo ricattatorio di agire sull’orgoglio maschile degli uomini che sono contrari alla violenza di genere sulle donne, onde ricondurli dalla loro parte ed alimentare realmente una guerra tra i sessi. Finte donne che ripetono le stesse frasi, gli stessi concetti ripetuti in maniera ossessiva e patologica (senza alcuna vergogna a dichiarare la presenza dei loro bambini mentre i padri, travestiti da fotomodelle, invocano la jihad maschilista). Una pericolosissima deresponsabilizzazione della violenza maschile che può armare mani pronte a colpire e non sappiamo quanti degli assassini che quasi quotidianamente, ormai, versano sangue femminile, possano essere  stati influenzati da queste parole, vista la diffusione massiva delle pagine e dei siti che spargono simili concetti.

Ricordiamo, per l’ennesima volta, che queste persone stanno violando diverse leggi del codice penale e che alcuni di questi reati sono perseguibili d’ufficio.

Questi sono gli stessi soggetti che negano i dati statistici sulla violenza maschile, clonano pagine femministe, diffamano e violano la privacy, le pagine pubbliche e persino gli accounts privati delle femministe, accusano le campagne contro la violenza sulle donne di essere solo “propaganda misandrica” e vorrebbero la chiusura dei centri antiviolenza, quindi la condanna a morte delle donne in pericolo. Soggetti che stanno cercando di impedire in tutti i modi l’autodifesa femminile e fare del vero e proprio terrorismo. Ci sembra incredibile tanto odio, soprattutto ci sembra incredibile che chi foraggia in qualche modo individui simili, non ne prenda le distanze.

Ci sembra incredibile che ancora non sia chiaro a tutti chi sono i veri estremisti carichi di odio di genere.

Abbiamo più volte trattato il problema nei seguenti posts:

Mentre si aspetta di lapidare Sakineh in Iran, si inizia a lapidarla in Italia

Facebook, il regno dei violenti ai quali la legge lega le mani nella realtà

Clonata la nostra pagina Facebook!

I maschilisti in guerra attribuiscono alle femministe i loro stessi difetti

Lo stalking come atto eroico per il bene sociale dei violenti- clonato anche il nostro blog!

Le donne che informano sulla violenza delle donne vanno terrorizzate ed incriminate una ad una

Quando mancano gli argomenti ci si appiglia alle parole. E ci si sbaglia!

Il falsario che odia le donne- ennesimo feroce clone diffamatorio dei soliti truffatori facebook

Se denunci la violenza sulle donne, sei una criminale. Si chiama logica capovolta

Alleviamo i futuri figli dell'ignoranza e della disinformazione

A proposito di sciacalli

I negazionisti della violenza sulle donne, una costante mediatica

Sfruttatrici mantenute- Disinformazione misogina! Alè!

Come cresce magicamente una pagina-bufala (attenti agli imbrogli su Facebook!)

Perché quella pagina si chiama No Alla Violenza Sulle Donne-

lunedì 25 ottobre 2010

"Io, assalita dai volontari per la vita mentre andavo in clinica a abortire" - Torino - Repubblica.it

Stiamo assistendo ai tentativi sempre più sfacciati di sottrarre alle donne i diritti ottenuti con le battaglie dei decenni passati, di riportarle ad epoche oscure in cui un aborto si poteva pagare con la vita della donna stessa. Per un feto, una vita appena formata, la vita di una donna adulta passa in secondo piano. Anche questo, allora, è omicidio. Anche questo è femminicidio. Ha il coraggio, chi tenta di smantellare le strutture pubbliche per affidarle nelle mani di associazioni che agiscono in preda all’ottusità del fanatismo religioso o alla sete di denaro (purtroppo, se non ve ne siete ancora accorti, questi sono i primi segni dello smantellamento della sanità pubblica in favore di quella privata), di assumersi la responsabilità di ripiombare indietro alla clandestinità, con tutti i suoi rischi?
Il fatto che queste associazioni e le istituzioni che fanno loro strada facciano finta di non riconoscere che la legalizzazione dell’aborto ha contribuito alla diminuzione degli aborti stessi nonché limitato notevolmente il numero di decessi femminili e di infanticidi post partum, è seriamente preoccupante.
Ricordo che negli Stati Uniti simile fanatismo ha portato ad uccidere medici abortisti.
Favorire la vita di un feto per privare della vita individui già nati, formati, presenti, con i loro affetti, le loro responsabilità e magari altri bambini nati o da far nascere in futuro?
Quale considerazione per l’autonomia delle scelte di una donna adulta, che vivrà comunque il dramma della sua dolorosa decisione per la vita intera?
Firmiamo per salvare i consultori della regione Lazio, il laicismo delle istituzioni pubbliche, la libertà decisionale delle donne. Firmiamo contro la proposta di legge Tarzia che affiderebbe in consultori nelle mani del Movimento Per la Vita.
Petizione qui : http://www.petizionionline.it/petizione/salviamo-i-consultori-della-regione-lazio-dalla-proposta-di-riforma-tarzia/1977
Ulteriori informazioni sulla proposta di legge regionale Tarzia qui: http://noviolenzasulledonne.blogspot.com/search/label/Consultori

"Io, assalita dai volontari per la vita mentre andavo in clinica a abortire"

La testimonianza di Maria: "Non fateli entrare in ospedale. C'era anche un uomo in camice che mi ha dato dell'assassina: è stato uno choc".
"Penso tutti i giorni al bimbo mai nato, ma serve più rispetto verso chi fa una simile scelta"

di SARA STRIPPOLI
"Io, assalita dai volontari per la vita  mentre andavo in clinica a abortire"
"Ho abortito con la Ru486. A fine agosto sono andata al Sant'Anna per il controllo. Sul marciapiede di via Ventimiglia mi ha avvicinato una donna che stava volantinando per il Movimento per la vita e ha cominciato a dirmi se sapevo cosa succedeva in quel posto, quale luogo orrendo fosse, un abortificio. Ero lì per un controllo e non ero tranquilla, non avevo certo voglia di stare a sentire, le ho detto che ero in ospedale proprio per un aborto, che per una donna non era certo una scelta facile, che mi lasciasse in pace.
Ovviamente non sapeva che avevo già abortito, mi ha detto che potevano aiutarmi, sostenermi. L'uomo in camice bianco, un infermiere?, che stava dietro di lei e stava distribuendo volantini ha sentito quello che stavo dicendo e ha cominciato ad urlare che eravamo delle assassine, che le donne che abortiscono commettono un omicidio, sono malate di mente. Ho alzato la voce anch'io, gli ho detto che prima di ogni altra considerazione, da uomo non poteva capire cosa poteva provare una donna. Lui ha alzato la voce ancora di più, ha detto che avrei potuto partorire e poi far adottare mio figlio. Ero inorridita, ho tagliato corto e sono entrata. Quando sono uscita ha ricominciato. Un'esperienza sgradevolissima, che non dimenticherò". Parla Maria, 34 anni, impiegata. Ha deciso di raccontare questa storia perché, dice "leggo sui giornali dell'intenzione della Regione di portare in ospedale persone che vogliono convincerti che stai commettendo un omicidio. Sono allibita dall'idea che un uomo come quello, che peraltro portava il camice e diceva di avere tutte le competenze per poter parlare, possa essere uno di quelli che una ragazzina potrebbe trovarsi davanti, magari scambiato per una figura istituzionale. Uno choc".
In quella giornata di agosto in cui è andata al Sant'Anna per quel controllo, Maria ha chiesto ai medici che lavorano nel reparto Ivg, interruzioni di gravidanza, se sapevano cosa accadeva fuori: "Mi hanno confermato che spesso erano lì fuori a volantinare, che cercavano di non mettersi proprio davanti all'ingresso. Poi ho parlato con altre donne che stavano aspettando come me. Una aveva il volantino in mano, un'altra mi diceva che aveva abortito ma era consapevole di aver commesso un peccato. Ho provato una sensazione di angoscia, sono convinta che ogni donna in quelle condizioni scelga e sappia perfettamente che qualsiasi sia la decisione pagherà un prezzo".
Maria non nega di svegliarsi ogni mattina riflettendo su quel bambino che poteva nascere: "Ma non me la sono sentita, sarei stata da sola, non mi sentivo abbastanza forte. Credo però fermamente nella libertà di scelta, tutti gli aiuti possibili e nessun lavaggio del cervello di ispirazione religiosa". L'accoglienza nei consultori è stata ottima, racconta ancora "ho incontrato persone fantastiche con cui ho potuto anche parlare, che mi hanno spiegato in modo molto chiaro tutti gli effetti. Fra l'altro io ho problemi di salute che rappresentavano un rischio nel caso di aborto chirurgico. Per me la Ru486 era l'unica soluzione sicura".
Dopo questa esperienza Maria dice di essersi convinta che semmai è necessaria ancora maggiore attenzione nei confronti delle donne che abortiscono, che lo facciano con la pillola o con la chirurgia: "Credo che non si debba risparmiare sul personale, che semmai ci sarebbe bisogno di un'assistente sociale o di una psicologa, qualcuno che oltre agli aspetti sanitari chiariti molto bene dai medici, possa anche spiegare quali sono i possibili percorsi per una donna madre, gli eventuali sostegni istituzionali, gli aiuti concreti". Anche in ospedale si potrebbe offrire di più: un po' di personale in più per evitare l'eccessiva fretta, locali più adeguati, possibilmente lontani dai reparti dove i bambini nascono: "Penso che sia questa la strada, non certo la presenza inquietante di chi prima di offrirti il suo aiuto prova a convincerti, fra l'altro spesso in malo modo, che stai commettendo un peccato e non una scelta, comunque dolorosa, per la tua vita".


(25 ottobre 2010)
"Io, assalita dai volontari per la vita mentre andavo in clinica a abortire" - Torino - Repubblica.it

domenica 24 ottobre 2010

Presidio di donne: no ai vigili censori| UDI Napoli

 

Appuntamento a Castellammare di Stabia
Lunedì 25 -Ore16,30 Palazzo Farnese (piazza Giovanni XXIII)
presidio di donne: no ai vigili censori


Il Sindaco Luigi Bobbio e la sua Giunta presentano in aula il nuovo regolamento di polizia urbana.
Tra le competenze da affidare ai vigili, è prevista nel nuovo regolamento quella del controllo dell'abbigliamento delle cittadine.

Insieme alla scacciacani e al fischietto, avranno in dotazione, il centimetro scacciasvergognate?
Quello che pare uno scherzo, la solita battuta da smentire il giorno dopo, è invece l'ultima trovata della politica.
E' così! Questo produce la politica: mentre le donne sono uccise e nessuno si cura di prevenire che una prossima donna sia vittima, mentre la terra è ferita dall'affarismo sui rifiuti, mentre le poche donne occupate perdono il lavoro, mentre la prevenzione delle gravidanze a rischio, in Campania, è passata dalla gratuità ai 50 euro per prestazione specialistica,
E' così che i politici stabiesi al potere, si comportano con la cosa pubblica: con l'occhio puntato al favore di altri capi, la  trasformano in luogo di velleità misogine.
Non si fa mai nulla per nulla! Il sindaco deve aver pensato che sollevare un polverone su minigonne e scollature, sarebbe stata una nuova diversione sulla completa latitanza del comune nelle competenze "di tutela della salute delle cittadine e dei cittadini", e che la diversione avrebbe poi detto chiaro e tondo "come si fa con le donne".
Gli altri capi hanno infatti risposto, e subito, offrendo un nuovo argomento al sindaco Bobbio: il controllo degli indumenti femminili è un passo verso il decoro pubblico e un passo ancor più decisivo nella prevenzione contro le violenze.
Ancora qualcuno, e non le donne, pensa che così possono essere trattate le brave studentesse, le cittadine consapevoli, le madri coraggiose della Campania. Si deve e si può, secondo alcuni capi politici, religiosi ed alcuni imprenditori; magari per non aggiungere preoccupazioni ad altri capi: quelli che non vogliono impiegare i fondi Europei, ben congrui e già disponibili, per fare un serio contrasto alle violenze sessuate, come il Governatore Caldoro.
Noi non diciamo "cose dell'altro mondo", diciamo che queste sono cose di questo pezzo di mondo, cioè il paese più misogino d'Europa.
Noi siamo donne nate per caso qui, ben coscienti che la terra è di chi la abita, cioè "di" noi con la nostra cultura. La politica, invece, la abita, la terra di tutte, ancora convinta di averne "più proprietà" e di avere proprietà anche sulle donne, come a casa.
Ci saremo mentre il Consiglio discuterà il regolamento per i vigili urbani, e sappiamo che la nostra attenzione farà la differenza. Per il momento, perchè sappiamo che chi si comporta forse a casa come nella Giunta, non lascerà mai perdere. Esattamente come noi, ma noi con le nostre buone ragioni!.


Udi di Napoli
Napoli,23/10/10
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Lettera aperta alle donne di Terzigno, al Sindaco Jervolino, al Ministro Prestigiacomo|UDI Napoli

 

udi303692Nessuna di noi può sentirsi rappresentata da poteri che irresponsabilmente hanno preparato la seconda invasione dei rifiuti in Campania.

La forza di opporre gesti responsabili alla cultura del buttare altrove ferendo la terra, è sommersa da prepotenze che, stentiamo a credere, sono guidate da ordini Istituzionali.

I gesti che compiamo e che compiono la maggioranza delle donne anche a Terzigno, sono quelli che mettono loro e noi dalla stessa parte: dalla parte della terra e del Vesuvio, patrimonio dell’umanità ed icona non retorica della nostra città.

Le cittadine e i cittadini lo dicono, da quando si era in tempo, prima della seconda invasione dei rifiuti, che non sono possibili miracoli senza l’impiego delle risorse. Le cittadine e i cittadini dicono da sempre e mentre si è ancora in tempo, che chi vuol fare la cosa giusta non può farlo guardando al tornaconto politico e affaristico immediato. Dopo un intero anno di inattività della Provincia di Napoli, proprietaria degli impianti di smaltimento, ognuno ha accumulato i suoi ritardi, colpevoli ed artefici dello sconforto nel quale è stata trasformata la lotta di coloro che vogliono salvare una terra, che è la terra.

Ci rivolgiamo a tutti coloro che ne hanno responsabilità, sostenute dal coraggio delle donne di Terzigno, e a tutti i cittadini che, a dispetto del tradimento subìto,  esprimono ragione ed insegnamento verso chi, pur disponendo dei poteri, non dimostra di avere né ragione né previdenza.

Porre fine a guasti più che trentennali, non è facile, ma cominciare subito si può.

Quando parliamo di guasti trentennali siamo consapevoli di rompere il silenzio sui costi pagati dalla Campania per lo “sviluppo di tutto il paese”, anche e soprattutto di quella parte da cui i capi ci guardano con sufficienza. Siamo pronte a pagare ancora, ma sappiamo di farlo per tutto il Paese.

Pagare le cose giuste, non per scavare, che non ha più, se mai ne ha avuto, senso: non vogliamo che sia preparata la terza e irreparabile invasione dei rifiuti per le strade Italiane.

La nostra terra scoppia, e la principale accusata di oggi, Napoli, deve imitare i nostri gesti responsabili.

E ci rivolgiamo al nostro Sindaco: da donna dovrà fare ad ogni costo l’atto che le compete e che la pone nella condizione di battersi per l’affermazione di un sistema civile e moderno nello smaltimento dei rifiuti.

Questo sistema, il ciclo integrato, prevede la separazione, il riuso, la riduzione a monte e la distruzione della parte residuale.

Subito coi mezzi che sono le nostre mani, con la nostra attività politica, per il giorno di domani 22 ottobre, continueremo a sostenere chiunque vada in quella direzione.

Invitiamo un’altra donne , il Ministro per l’ambiente, a rivedere concretamente la sua decisione che la pone in netta contrapposizione alla Commissione Europea che, in tempo utile, ha avvertito chi invece ha scelto l’immobilismo, sui rischi dell’apertura della discarica sul Vesuvio (patrimonio dell’Umanità), aperta oggi con prepotenza, indicando gli obblighi per l’attuazione del ciclo consumo-rifiuti sostenibile.

Concludiamo chiedendoci quando verranno quantificati i costi delle inadempienze, di oggi, seguite dalle prepotenze, di oggi, e delle aggressioni di oggi ai cittadini. Ci chiediamo quando quei costi verranno confrontati con quelli delle soluzioni ragionevoli attuabili da subito.

Noi vogliamo che domani 22 ottobre il Sindaco e il Ministro facciano i loro gesti responsabili , come noi che, non cedendo alla disperazione, compiamo i nostri.

Facciano i loro gesti contro la malafede e gli errori degli altri e dei loro uffici, li facciano cominciando da sé e singolarmente. Noi scegliamo di non subire l'attesa del miracolo.

Napoli 21/10/10

La Camera delle Donne

(UDI di Napoli, Arcidonna Napoli, Associazione Maddalena, Donnesudonne, Donne in nero NA, Associazione Febe, Giuriste Democratiche, Associazione Karabà. Coop. Eva, Associazione Salute donna, Udi di Portici, Self, Donne Medico, Associazione Pimentel, Comitato 194)

Le bufale anti-donna.5- La passera predatoria,gli alimenti. I miti dell’avaro padre indegno.1

image20Questa è la lettera di un figlio. Uno di quei figli che sono accuratamente scomparsi dai racconti strappalacrime dell’armata internettiana dei padri separati: un figlio abbandonato dal padre ad una madre per una esigua somma di denaro. Altro che le leggende sui mantenimenti miliardari per figli negati e le leggi femministe a tutela di befane succhiasoldi!
Anche questa lettera è stata da noi rinvenuta per caso su un sito al di sopra di ogni sospetto, ovvero sul  blog dell’avvocato Tiziano Solignani. Non un femminista e non sappiamo quale sia la sua collocazione nella moderna guerra tra i sessi alimentata da alcune associazioni, giacché pare del tutto impegnato a svolgere semplicemente il proprio mestiere.

Si possono chiedere gli arretrati del mantenimento?

Sono un ragazzo di 35 anni i miei genitori si sono separati nel 1979 e divorziati nel 1996 mio padre diede a mia madre una liquidazione di tredicimilioni di lire con clausula che piu nulla gli era dovuto. io finita la scuola media inferiore andai subito a lavorare per poter affrontare le difficoltà economiche famigliari visto che mia madre essendo malata e operata di due tumori non poteva lavorare, ma con sacrifici e amore e sempre riuscita a farmi crescere nei migliori dei modi. Mio padre ora in pensione si è risposato ha un figlio che circa dovrebbe avere 27 anni, nei miei confronti in tutti questi anni fin dalla nascita non e mai stato presente sia economicamente sia affettivamente nemmeno gli auguri di compleanno e comprensibile capire tutte le difficoltà che ho passato da adolescente, ora mi ritrovo disoccupato dopo quasi 20 anni di lavoro e con mia madre da accudire che percepisce una pensione minima, chiaramente il mio cuore mi dice che devo riuscire a fare il possibile per lei ma purtroppo economicamente non riesco a mantenerla e non riesco a mantenere me stesso. Potrebbe sembrare cattiva la mia domanda ma spero che sia comprensibile e cioè non posso chiedere a mio padre i danni morali e/o esistenziali per non avermi mai dato nemmeno un mantenimento da minorenne e chiedere gli arretrati di tutti questi anni?
Il diritto al mantenimento è imprescrittibile, ma secondo i giudici le rate mensili si prescrivono in 5 anni. Forse si può chiedere il risarcimento del danno per non aver mai effettuato visite o frequentato il figlio, che secondo i giudici è anche un dovere e non solo un diritto del padre separato, nei confronti dell’altro genitore e del figlio. Ci sono pronunzie su quest’ultimo punto, di cui parlo anche nel mio libro.
Prima di procedere, naturalmente, fai una valutazione di convenienza e fattibilità del recupero, perchè se tuo padre non ha sostanze aggredibili è inutile munirsi di un titolo.
22/09/2010 di Tiziano Solignani

Il chiodo più battuto dalla parte malsana del movimento per i padri è questo tristissimo luogo comune da bar. Assai praticato dai manovratori che sanno bene di conoscere i più bassi istinti di una nutrita percentuale di vittimisti, cresciuti senza il metro per rapportare se stessi al mondo circostante, quindi incapaci di riconoscersi colpe o responsabilità. Psichiatri e psicanalisti hanno fondato manuali interi sul risultato che un ego ipertrofizzato e deresponsabilizzato sin dall’infanzia conduca ad esemplari adulti convinti di meritare di più, di meritare, soprattutto, status symbol con i quali trionfare nell’asfissiante competizione maschile che viene spacciata per “capacità di fare squadra”. Altre spiegazioni non ci sono perché esemplari di “passera predatoria” sono rinvenibili solo all’interno dell’irreale tipologia di “strafiga stupida”, ovvero, senza generalizzare (perché non è nostra abitudine, noi siamo quelle abituate ad analizzare i particolari, per predisposizione antropologica), all’interno della tipologia della “aspirante velina/modella/soubrette/attricetta in cerca di calciatore e/o impresario/produttore/politicante”, ovvero un articolo plasmato proprio dalle mani maschili, approfittando di un’apertura che ha consentito la distorsione del concetto di “liberazione sessuale”.
La volontà che leggiamo chiaramente dietro la diffusione delle favolette sulle arrampicatrici sociali è mistificatoria, vittimistica e vendicativa allo scopo di marchiare l’intero genere femminile con un pregiudizio che non era valido neppure quando esisteva la “dote”, senza la quale, è notorio, alcuna donna poteva aspirare al matrimonio. Tutto questo serve a creare consenso intorno a leggi che hanno solo lo scopo di evitare la giustizia sociale, il sostegno al coniuge indigente e persino il risparmio massimo possibile sugli alimenti per quei figli il cui amore va forzato con sindromi false come la PAS ma per i quali meno di spende e meglio è.
La vita quotidiana reale e media, quella mollata a casa dai mariti da bar e da stadio e non abbellita dalla fantasia che fa diventare un pesciolino di mezzo chilo una carpa da otto chili e mezzo nei racconti dei pescatori davanti agli amici, offre tutt’altri esempi: donne che prestano denaro a compagni in difficoltà, amici o amanti approfittatori; donne che perdono la testa per “l’eroe sfortunato” o che davanti ad un poeta squattrinato alla Marius della tradizione letteraria romantica, si sentono altrettante Cosetta; donne che lavorano e conservano la propria indipendenza; donne che si arrangiano in mille lavoretti in nero, dalla sartoria alla produzione domestica di torte e biscotti per aiutare la famigliola a sbarcare il lunario; donne che dopo il divorzio non vedono una lira né un euro ed inseguono telefonicamente ex mariti e padri datisi alla macchia, eccetera, eccetera.
Insomma, quando l’età mentale tra le due controparti diverge, diverge anche la tendenza a raccontare una realtà favolistica e vittimistica che obnubili un quotidiano assai meno poetico e leggendario. Soprattutto, quando si comunica tra individui di pari maturità e realismo, spariscono quelli che sono solo STEREOTIPI.

Manuale di autodifesa dalla PAS| Dott. Andrea Mazzeo

 Più si delinea chiaramente anche all’opinione pubblica italiana, ancora inconsapevole davanti alla novità importata dagli USA, che la PAS è fondamentalmente uno strumento di tortura a favore dei pedofili, più diventano sospetti i tentativi di chi difende una sindrome immaginaria tanto deleteria. Un serio terapeuta dovrebbe seriamente temere la macchia che la difesa di tale aberrazione ascientifica è in grado di lasciare sulla sua reputazione. A questo proposito, ecco l’ultimo intervento dello psichiatra Andrea Mazzeo ai fini di una segnalazione all’ordine dei terapeuti che dovessero incautamente prestarsi alla diagnosi, non trattandosi di una malattia scientificamente riconosciuta.
Da conservare, da utilizzare in caso di necessità, da diffondere.

 

MANUALE DI AUTODIFESA DALLA PAS

Una buona idea che viene dalla Spagna.

   nopas2 In Spagna un  medico o uno psicologo che faccia la diagnosi di questa malattia inesistente può essere denunciato al rispettivo Ordine Professionale. Penso che sia un buon sistema per far cominciare a ragionare quei colleghi che continuano ad imperversare con diagnosi di malattie inventate.
    Sia il Codice Deontologico dei Medici sia quello degli Psicologi hanno norme che prescrivono ai rispettivi iscritti di attenersi alle conoscenze scientifiche correnti; non sono vincolanti, è vero, per cui è probabile che i primi esposti vengano archiviati; ma se arriva una pioggia di esposti a diversi Ordini Professionali forse qualcuno comincerà a preoccuparsi, e qualche sapientino di troppo ci penserà una decina di volte prima di sparare cazzate.
    L’esposto non è una denuncia ma solo una segnalazione ad un Ordine Professionale; ho chiesto un parere legale e non si corrono rischi di denuncia per calunnia o diffamazione; deciderà l’Ordine se procedere nei confronti del professionista o archiviare l’esposto.
    Per parte mia ho già segnalato questi comportamenti antiscientifici sia all'ordine dei Medici sia a quello degli Psicologi, nazionali.
    Questo il Codice Deontologico dei Medici:
    Art. 1 - 1° comma - Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico-chirurgo e l'odontoiatra, iscritti agli albi professionali dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, di seguito indicati con il termine di medico, devono osservare nell'esercizio della professione.
    Art. 2 - 1° comma - L'inosservanza dei precetti, degli obblighi e dei divieti fissati dal presente Codice di Deontologia Medica e ogni azione od omissione, comunque disdicevoli al decoro o al corretto esercizio della professione, sono punibili dalle Commissioni disciplinari con le sanzioni previste dalla legge.
    Art. 4 - 2° comma - Il medico nell’esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche ...
    Questo il Codice Deontologico degli Psicologi:
    Articolo 1 - 1° comma - Le regole del presente Codice deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Albo degli psicologi.    Lo psicologo è tenuto alla loro conoscenza, e l’ignoranza delle medesime non esime dalla responsabilità disciplinare.
    Articolo 3 - Ultimo comma - Lo psicologo è responsabile dei propri atti professionali e delle loro prevedibili dirette conseguenze.
    Articolo 5 - 1° comma - Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi nella propria disciplina.
    Fin qui quello che ho individuato io come possibili violazioni dei rispettivi Codici Deontologici; per opportuna conoscenza possono essere reperiti ai seguenti indirizzi:
Medici: http://portale.fnomceo.it/PortaleFnomceo/showVoceMenu.2puntOT?id=5
Psicologi: http://www.psy.it/codice_deontologico.html
    Per comodità riporto anche gli indirizzi dei rispettivi Ordini Professionali:
    Ordini dei Medici: sono organizzati per Provincia
AGRIGENTO - Via Picone n.8 - CAP 92100
ALESSANDRIA - Corso F. Cavallotti n.15 - CAP 15100
ANCONA - Via M. Buonarroti n.1 - CAP 60125
AOSTA - Corso Lancieri n.5 - CAP 11100
AREZZO - Viale Giotto n.134 - CAP 52100
ASCOLI PICENO - Piazza Matteotti n.12 - CAP 63100
ASTI - Via Goito n.12 - CAP 14100
AVELLINO - Via Circumvallazione n.101 - CAP 83100
BARI - Via G. Capruzzi n.184 - CAP 70126
BELLUNO - Viale Europa n.34- CAP 32100
BENEVENTO - Viale Mellusi n.168 - CAP 82100
BERGAMO - Via G. Manzù n.25- CAP 24122
BIELLA - Via Malta n.3 - CAP 13900
BOLOGNA - Via Giovanna Zaccherini Alvisi n.4 - CAP 40138
BOLZANO - Via Alessandro Volta n.3/4 - CAP 39100
BRESCIA - Via Lamarmora n.167- CAP 25124
BRINDISI - Viale P. Togliatti n.42 - CAP 72100
CAGLIARI - Via Dei Carroz, 14 - CAP 09131
CALTANISSETTA - Via E. Medi n.1 - (C. P. 215) - CAP 93100
CAMPOBASSO - Corso G. Mazzini n.129 - CAP 86100
CASERTA - Parco Gabriella Lotto B - Sc. F - CAP 81100
CATANIA - Lungomare Ruggero Di Lauria n.81 - CAP 95127
CATANZARO - Via L. Settembrini n.8 - CAP 88100
CHIETI - Via Spezioli n.56 sc. L - CAP 66100
COMO - Via M. Masia n.30 - CAP 22100
COSENZA - Corso D' Italia n.44 - CAP 87100
CREMONA - Via Palestro n.66 - CAP 26100
CROTONE - Viale Regina Margherita 5 - CAP 88900
CUNEO - Via Mameli n.4 bis - CAP 12100
ENNA - Via Leonardo da Vinci n.7 - CAP 94100
FERMO - Corso Cavour n.71 - CAP 63023
FERRARA - Piazza Sacrati n.11 - CAP 44100
FIRENZE - Via G. C. Vanini n.15 - CAP 50129
FOGGIA - Via V. Acquaviva n.48 - CAP 71100
FORLI'-CESENA - Viale D. Bolognesi n.19 - CAP 47100
FROSINONE - Via Fosse Ardeatine n.101 - CAP 03100
GENOVA - Piazza Della Vittoria n.12/4 - CAP 16121
GORIZIA - Via Brigata Casale n.19 scala B - CAP 34170
GROSSETO - Via Papa Giovanni XXIII n.37 - c/o centro comm. "Di Gorarella" - CAP 58100
IMPERIA - Via Cascione n.7 - CAP 18100
ISERNIA - Via Pio la Torre n.28/30 - CAP86170
L'AQUILA - Via XX Settembre n.10 CAP 67100
LA SPEZIA - Via Vittorio Veneto n.165 - CAP 19100
LATINA - Piazza Celli n.4 - CAP 04100
LECCE - Via N. Sauro n.31 CAP 73100
LECCO - C.so Martiri della Liberazione n.86 CAP 23900
LIVORNO - Via Michon n.8 - CAP 57126
LODI - Via della Codignola n.27 - CAP 26900
LUCCA - Via Guinigi n.40 - CAP 55100
MACERATA - Via Famiglia Palmieri, n.6/12
MANTOVA - Via Pomponazzo n.50 - CAP 46100
MASSA CARRARA - Via Cucchiari n.8 - CAP 54033
MATERA - Via Roma n.71 - CAP 75100
MESSINA - Via Bergamo Is.47/A - CAP 98123
MILANO - Via Lanzone n.31 - CAP 20123
MODENA - Piazzale Boschetti n.8 - CAP 41121
MONZA E BRIANZA - Via Passerini n.6 - CAP 20052 Monza
NAPOLI - Piazza Torretta n.9 - CAP 80122
NOVARA - Via Torelli n.31/A - CAP 28100
NUORO - Via Gramsci n.59 - CAP 08100
ORISTANO - Via Canalis n.11 - Cap 09170
PADOVA - Via S. Prosdocimo n.6/8 - CAP 35139
PALERMO - Via Rosario da Partanna n.22 - CAP 90146
PARMA - Borgo Al Collegio Maria Luigia n.17 - 43100
PAVIA - Via Ludovico il Moro n.31 - CAP 27100
PERUGIA - Via Settevalli n.131 - CAP 06129
PESARO - URBINO - Galleria Roma - scala D - CAP 61100
PESCARA - Via dei Sabini n.102 - CAP 65127
PIACENZA - Via S. Marco n.27 - CAP 29100
PISA - Via Battelli n.5 - CAP 56127
PISTOIA - Viale Adua, n.172 - C A P 51100
PORDENONE - Viale Grigoletti n.14 - CAP 33170
POTENZA - Via IV Novembre n.46 CAP 85100
PRATO - Via Viareggio n.10- CAP 59100
RAGUSA - Via G. Nicastro, n.50 - CAP 97100
RAVENNA - Via A. De Gasperi n.19 - CAP 48121
REGGIO CALABRIA - Via Sant'Anna II Tronco - Località SpiritoSanto - CAP 89128
REGGIO EMILIA - Via Dalmazia n.101 - CAP 42100
RIETI - Via Viscardi n.l6 - CAP 02100
RIMINI - Via Flaminia n.185/B - "Complesso L.B.Alberti" - CAP 47900
ROMA - Via G.B. De Rossi n.9 - CAP 00161
ROVIGO - Via Silvestri n.6 - CAP 45100
SALERNO - Via SS. Martiri Salernitani n.31 - CAP 84123
SASSARI - Via Cavour n.71 - CAP 07100
SAVONA - Via S.Lorenzo n.3/6 - CAP 17100
SIENA - Piazza Fabio Bargagli Petrucci n.18
SIRACUSA - Corso Gelone n.l03 - CAP 96100
SONDRIO - Via Trento n.68 - CAP 23100
TARANTO - Via Crispi n.107 - C.A.P. 74100
TERAMO - Via Brigiotti n.12 sc. A - CAP 64100
TERNI - Via D. Bramante, 3/D - CAP 05100
TORINO - Via Caboto n.35 - CAP 10129
TRAPANI - Via Riccardo Passeneto n.69 - CAP 91100
TRENTO - Via Valentina Zambra n.16 - CAP 38100
TREVISO - Via Risorgimento n.11 - CAP 31100
TRIESTE - Piazza Goldoni n.10 - CAP 34122
UDINE - Viale A. Diaz n.30 - CAP 33100
VARESE - Viale Milano n.27 - CAP 21100
VENEZIA - Via Mestrina n.86 Mestre - CAP 30172
VERBANO CUSIO OSSOLA - Piazza Aldo Moro n.5 CAP 28921 Verbania
VERCELLI - Corso Magenta n.1 - CAP 13100
VERONA - Via San Paolo n.16 - CAP 37129
VIBO VALENTIA - Via Nino Bixio n.2 - CAP 89900
VICENZA - Via Paolo Lioy n.13 - CAP 36100
VITERBO - Via Genova n.48 - CAP 01100
      Ordini degli Psicologi: sono organizzati per Regione
VAL D'AOSTA: Via Vevey n 19/a - 11100 - AOSTA
PIEMONTE: Via S. Quintino, 44-46 - 10121 - TORINO
LOMBARDIA: Corso Buenos Aires, 75 - 20124 - MILANO
LIGURIA: Via XX Settembre 37/5 - 16121 - GENOVA
VENETO: Via D. Manin, 4 - 30174 - MESTRE (VE)
FRIULI: Piazza N. Tommaseo n.2 - 34121 - TRIESTE
TRENTINO: Via San Pietro, 62 - 38122 - TRENTO
ALTO ADIGE: Cesare Battisti 1/A Straße - 39100 - BOZEN
EMILIA ROMAGNA: Strada Maggiore, 24 - 40125 BOLOGNA
TOSCANA: Via Panciatichi, 38/5 (Firenze Nova) - 50127 - FIRENZE
MARCHE: Corso Stamira 29 - 60122 ANCONA
UMBRIA: Via Campo di Marte, 6/b – 06124 - PERUGIA
LAZIO: Via Flaminia, 79 - 00196 - ROMA
ABRUZZI: Via Eusanio Stella 17 - 67100 - L'AQUILA
MOLISE: Via Cardarelli, 23 - 86100 CAMPOBASSO
CAMPANIA: Piazzetta Matilde Serao 7 - 80132 - NAPOLI
BASILICATA: Via della Chimica, 61 - 85100 POTENZA
PUGLIA: Via F.lli Sorrentino, 6 - 70126 - BARI
CALABRIA: Via F. Acri, 81 - 88100 CATANZARO
SICILIA: Viale Francesco Scaduto, 10/b - 90144 - PALERMO
SARDEGNA: Via S. Sonnino 33 - 09125 - CAGLIARI
    Credo sia consigliabile inviare l'esposto sia all'ordine locale (provinciale per i Medici e Regionale per gli Psicologi) sia, per conoscenza, anche ai rispettivi Ordini Nazionali; credo anche sia opportuno inviarlo per raccomandata.
    Questi gli indirizzi degli Ordini Nazionali:
- Per i Medici: FNOMCeO - Piazza Cola di Rienzo 80/A - 00192 Roma
- Per gli Psicologi: Consiglio Nazionale Ordine Psicologi - Piazzale di Porta Pia, 121 – 00198 Roma
    L'esposto potrebbe essere composto secondo questo schema:
    SCHEMA DI ESPOSTO ALLORDINE DEI MEDICI
    Al Presidente    dell'Ordine dei Medici di ....
    p. c. Al Presidente Nazionale della FNOMCeO (o dell'ordine degli Psicologi)
    Il/la sottocritto/a .............................................    segnala alla SV che il Dr ........................... nello svolgimento della perizia per affidamento di minori, effettuata il ................ nel procedimento pendente presso il Tribunale dei Minori di ...................., ha formulato la diagnosi di sindrome di alienazione genitoriale nei confronti del minore (o dei minori) e del sottoscritto genitore.    Poiché tale presunta malattia non esiste nelle classificazioni scientifiche internazionali (DSM ed ICD) si segnala a codesto spett.le Ordine Professionale quanto sopra qualora ravvisi nel comportamento del Dr ................... summenzionato profili di violazione del Codice Deontologico professionale, nello specifico degli Artt. 1, 1° comma; 2, 1° comma e 4, 2° comma.
    Chiede di venire informato/a dell'esito del presente esposto.
    SCHEMA DI ESPOSTO ALL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI
    Al Presidente    dell'Ordine degli Psicologi della Regione ...
    p. c. Al Presidente Nazionale dell'ordine degli Psicologi
    Il/la sottocritto/a .............................................    segnala alla SV che il Dr ........................... nello svolgimento della perizia per affidamento di minori, effettuata il ................ nel procedimento pendente presso il Tribunale dei Minori di ...................., ha formulato la diagnosi di sindrome di alienazione genitoriale nei confronti del minore (o dei minori) e del sottoscritto genitore.    Poiché tale presunta malattia non esiste nelle classificazioni scientifiche internazionali (DSM ed ICD) si segnala a codesto spett.le Ordine Professionale quanto sopra qualora ravvisi nel comportamento del Dr ................... summenzionato profili di violazione del Codice Deontologico professionale, nello specifico degli Artt. 1, 1° comma; 3, ultimo comma e 5, 1° comma).
    Chiede di venire informato/a dell'esito del presente esposto.
pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno giovedì 21 ottobre 2010 alle ore 0.14
Fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=454610702759

mercoledì 20 ottobre 2010

Ecco il perfetto “uomo maschio”!

Finalmente abbiamo trovato l’esemplare maschile che racchiude in un solo individuo tutte le qualità che un maschilista deve possedere per essere considerato un vero “uomo maschio”:
1) Rispettabilissimo colonnello dell’esercito canadese, addirittura ex comandante della più importante base aerea del Canada.
2) Stimatissimo capofamiglia, marito esemplare.
3)Fisico scultoreo e mascolino, mascella possente, sguardo da “duro”.
4)Amante della donna in lingerie. Amante anche della lingerie senza donna dentro, però.
5)Vero uomo che sottomette le donne. Fino ad ucciderle. Due (pare), più due aggressioni sessuali e molto altro.
6) Pedofilo ( e ladro di biancheria per bambine).
7) Stalker.
A noi sembra impeccabile e vogliamo che resti nelle menti di tutti ad imperitura memoria come modello perfetto del moderno maschilista, uno di quelli in cui ci imbattiamo quotidianamente su internet. Solo che gli altri sono incompleti. C’è quello che ha il fisico possente ma la faccia da effeminato e l’espressione da scemo, chi il fisico da borsa dell’acqua calda ma lo sguardo da “duro” (almeno quello), il pedofilo condannato in vario grado, quello ama la lingerie, quello che predica la sottomissimone  delle donne, eccetera. Siamo sicure che il colonnello Russell Williams (pure il nome ha da maschione, lui) sia anche un devoto negazionista della violenza maschile.
Finalmente la summa vivente del moderno “uomo maschio”. Tutti gli altri (quelli definiti “uomini femmina” dagli “uomini maschi”) sono solo uomini. Per fortuna.
è così che vogliamo ricordarcelo!
Non resterà, invece, memorabile per il gusto negli accostamenti e per la grazia con cui indossava e posava. Pensiamo alla sofferenza di un futuro di mutandoni carcerarie, poverino.
Non resterà memorabile neppure per essere uno schifoso pedofilo, feticista, stupratore, serial killer.
Ciao Russell, marcisci in galera in una nazione seria, dove l’ergastolo non te lo toglierà nessuno.
Noi ti ricorderemo per sempre e se non ci fossero bambine, stupri e donne morte di mezzo, rideremmo di gusto per le tue simpatiche preferenze in fatto di moda.

 

colonnello1colonnello2 Foto da Repubblica.it

 

Canada: shock per omicidi colonnello in lingerie

TORONTO - Il Canada è sotto shock per le scabrose rivelazioni sulla vita e sugli omicidi del colonnello Russell Williams, ex-comandante della più importante base aerea canadese. Williams si è dichiarato colpevole di due omicidi, di due aggressioni sessuali e di altri 80 capi di accusa. E nuovi dettagli sono emersi oggi nel corso del processo. Il pubblico ministero ha descritto due omicidi commessi dal militare: quelli del caporale Marie-France Comeau, prima vittima confessata dal colonnello, e di Jessica Lloyd, seconda vittima di Williams, uccisa lo scorso gennaio. Williams, 47 anni, ha descritto un'aggressione sessuale avvenuta nel settembre 2009. Il colonnello è entrato in una casa dove una donna si era addormentata guardando la tv.
L'ha legata stretta con una fune. Poi l'ha bendata, assicurandole che non le avrebbe fatto nulla se si fosse fatta fotografare in diverse pose sessuali, mentre lei lo supplicava di non mettere le foto su internet. La moglie Mary Elizabeth Harriman ha dichiarato di non avere idea della doppia vita del marito. Williams ha ammesso di avere istinti pedofili e di rubare maglieria intima a bambine dell'età di nove anni, e ha raccontato di 82 invasioni domestiche allo scopo di procurarsi indumenti intimi femminili. Il maniaco ha conservato copia di tutti gli articoli e dei rapporti della polizia sui crimini da lui commessi, ha archiviato foto e video e persino lasciato messaggi alle vittime. Dopo un'invasione nella stanza di una bambina di 12 anni ha lasciato un messaggio nel computer. Ha scattato migliaia di fotografie dei suoi crimini tutte gelosamente custodite nel suo pc.
Fonte: http://temporeale.libero.it/norep/viewNews.jsp?newsID=4248916&URL=/libero/fdg/1965119.xml&XSL=/norep/xsl/fdg_news.xsl

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martedì 19 ottobre 2010

Tutti a caccia delle briciole di Sarah. L’orgia della stampa.

Che spettacolo ignobile osservare chi per settimane si è lanciato in allusioni alla fuga volontaria, spietate illazioni partendo dall’analisi di ogni cuoricino usato come puntino da una normalissima quindicenne sul suo normalissimo diario da quindicenne, poi si è lanciato al massacro di Chi L’Ha Visto e adesso sta banchettando disgustosamente con ogni frase, ogni virgola, ogni sospiro, ogni filo d’erba che si muova nei dintorni di Avetrana.

Tutti i giornalisti disponibili alla trasferta e all’appostamento costante, pure quelli non disponibili, sono stati riversati intorno alle case degli Scazzi e dei Misseri, microfono al massimo, per carpire ogni bisbiglio dietro le imposte delle case di tutto il vicinato. Quale sete di giustizia! Quale amore di verità, vero? Ma per nulla! Se un quotidiano ha i propri inviati in un posto, gli altri non possono essere da meno e riportare meno contenuti della concorrenza, non sia mai! Ma ciò che preoccupa davvero è che gli inquirenti stiano seguendo le piste degli improvvisati segugi di tracce che non sono che gossip, pettegolezzo.

Le parole di Claudio e quelle di Concetta Scazzi, infatti, sono state distorte nei vari programmi televisivi dediti alla coltivazione della morbosità : l’uno (Claudio, fratello maggiore di Sarah) aveva sostenuto che, qualora fosse venuto a conoscenza di molestie, sarebbe intervenuto personalmente e che, invece, la piccola aveva con lo zio un rapporto normalissimo e continuava a frequentare casa Misseri con la stessa tranquillità di sempre; l’altra (Concetta, la razionale mamma della vittima), disperata per la mancanza di notizie, aveva chiesto di indagare sui conoscenti, su chiunque, persino su se stessa. Come queste affermazioni si siano trasformate in “Anche Claudio sapeva delle molestie” e “ anche Concetta aveva sospetti della famiglia” si può spiegare solo attraverso il gioco del “telefono senza fili”, quello che dimostra già ai bambini come una notizia, passando di bocca in bocca si ingigantisca e si alteri fino a deformarsi.

Non credo che la stampa abbia tra le mani i veri indizi che hanno portato gli inquirenti a stabilire il fermo di Sabrina. Le comunicazioni ufficiali escono fuori a bocconi ma il “pezzo” bisogna pur farlo, ed ecco che si passa ad aggiungere ingredienti e frullare sapientemente.

Così, se era assurdo che Michele Misseri avesse strangolato da solo (un uomo abituato al lavoro nei campi) una ragazzina di 40kg cogliendola di sorpresa alle spalle senza fare rumore o creare un suono, non si spiega come, nello stesso pochissimo tempo disponibile, Sabrina abbia potuto trascinare Sarah in garage, iniziare una discussione animata durante la quale Sarah avrebbe urlato e si sarebbe vista avvicinare dallo zio il laccio senza ribellarsi con tutta la forza che aveva, il tutto senza fare neppure abbaiare il cane che aspettava seduto davanti al cancello. Nel primo caso ci si poneva la questione del rumore e nel secondo il rumore è ovvio ma non importante. Domani diranno che tutto il vicinato sapeva e  che, quindi, tutto il vicinato era complice?

Perché è così assurdo che Sarah sia scesa in garage dallo zio? Per una presunta palpata al sedere di cui non si hanno notizie certe? Sarah non si aspettava certo di venire uccisa, quindi non c’è proprio nulla di assurdo nel suo comportamento, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del fratello Claudio.

Perché il fatto che la madre di Sabrina abbia potuto indicare la zona della sepoltura, la sera stessa sarebbe indice di complicità o favoreggiamento? Tutti dicono che lei fosse interrogata insieme al marito la sera della confessione, quindi sapeva benissimo (come lo sapevo io che ero a casina mia e questa gente non al conosco) che le ricerche del corpo erano partite dove il marito aveva detto ed è ovvio che una moglie conosca l’ubicazione delle terre del marito.

Ricordo che tutt’Italia sapeva. La notizia è stata data in diretta da Chi L’Ha Visto ed è curioso che quando serva fare a pezzi una trasmissione di pubblica utilità si scaglino tutti in una direzione e oggi siano tutti contemporaneamente colpiti da amnesia, convinti che la madre di Sabrina abbia rivelato un dettaglio sconvolgente e sconosciuto.

Questo sempre se non ci nascondano dettagli chiarificatori, ovviamente.

Suona altrettanto assurdo che Sabrina sia sospettata di avere tolto la batteria al cellulare se i tabulati hanno confermato i suoi squilli verso il telefono di Sarah fino al momento dello spegnimento e in quel momento Sabrina era in auto con Mariangela. Capisco che per i giornalisti che si stanno  dedicando alla santificazione di Michele Misseri ed alla demonizzazione delle donne della famiglia Sabrina sia una virago diabolica ma è anche ubiqua?

E se fosse stata lei, visto che non è una sprovveduta, visto che le intercettazioni (nella versione dei giornali) riportano che si fosse lamentata che “il giorno prima” del ritrovamento del cellulare di Sarah, tutti l’avessero toccato e quindi ci fossero le impronte di tutti, è ovvio che avrebbe fatto sparire il cellulare per sempre o almeno lo avrebbe fatto ritrovare senza impronte.

Insomma, giocare a Cluedo con un branco di ragazzini di 12 anni sarebbe più gratificante per la propria intelligenza che leggere le abnormità riportate dai quotidiani.

Che dire dei sospetti sbattuti come titoloni icastici e indiscutibili?

la Stampa

Cosima sapeva tutto? In questa nazione è finita la presunzione d’innocenza persino se non si è neppure indagati? Basta una voce per emettere una sentenza sotto gli occhi di milioni di lettori? E nel giro di 120 secondi tutti i quotidiani si uniformano, riportando la notizia. La distinzione è solo nelle sfumature, nella scelta dei termini.

Per non parlare dei quotidiani che approfittano per piazzare ricostruzioni filosofico-fantasiose allo scopo di dare sfogo alla misoginia più becera ed alla più sfacciata esaltazione della figura del padre, come in questo articolo del Corriere.it a firma Goffredo Buccini.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_19/buccini-sarah-misseri_3999a280-db43-11df-a6e9-00144f02aabc.shtml

“I paparini, si sa, stanno al mondo proprio per aggiustare le cose, quando le cose si mettono male. Con quelle mani che la moglie Cosima, «Mimina», ancora rimpiange ogni volta che le si spacca un tubo del lavandino o le va in tilt una lampada del salotto («essì, per queste faccende mi manca pure adesso che per me è morto»)”

La moglie ingrata e sfruttatrice, dominante e manipolatrice, bugiarda e calcolatrice e il marito, la perla di casa! Veramente gli uomini capaci di effettuare riparazioni sono quasi estinti, altrimenti non costerebbe milioni e settimane di attesa chiamare un idraulico. In casa mia i sifoni,i filtri, le guarnizioni, qualche tubo flessibile e pure i manicotti filettati o talvolta i galleggianti li ho cambiati io. Donna. Da quando i paparini “si sa, stanno al mondo proprio per aggiustare le cose”? Il mio non ha mai aggiustato un bel nulla. Sarà difettato all’origine, un pezzo sbagliato in uno stock di paparini perfetti. Se Goffredo Buccini mi invita a casa sua gli mostro come la figlia di un uomo incapace di qualsiasi attività manuale, per avere ereditato lo spirito pratico dalla mamma (i geni sono molto meno sessisti degli esseri umani fatti e finiti) gli sistema le prese elettriche scollegate. “Gli occhi lui, quegli occhioni azzurro-cerbiatto così incongrui sulla sua faccia di forzato” qui sembra proprio che Goffredo si sia innamorato di Michele Misseri, dipinto come Cucciolo dei sette nani. Sabrina, invece, è una viziata sfaticata ingrata “ col suo sorriso da bambocciona bizzosa” che non grida ma “strilla” di essere innocente, dall’aspetto da sgradevole Santippe sovrappeso, malvagia e calcolatrice. Saranno i chili di troppo che condannano una donna a non suscitare istinto di protezione? Purtroppo, abbiamo già toccato con mano più volte come in questa nazione una donna che osi reagire, mostrare forza e lucidità, non sia degna di giustizia né di solidarietà. Sabrina può anche essere colpevole ma non lo sarà per come viene descritta da giornalisti lombrosiani. Misseri, povero angelo, chi mai può avergli suggerito l’idea assurda di confessare d’avere stuprato il cadavere della povera piccola Sarah? E che fine ha fatto per questo redattore il movente del  perfido gineceo, ovvero uccidere Sarah per coprire lo scandalo di avere un paparino che (altro che aggiustare tutto!) molestava le ragazzine?

Che senso ha la pubblicazione di un articolo che non contiene fatti oggettivi ma solo opinioni e un po’ di gossip manipolato, il tutto per massacrare la figura di Sabrina e dell’intero genere femminile? E che utilità ha la raccolta di primi piani di Sabrina pubblicata da Repubblica.it ? E se questa giovane donna un giorno venisse scagionata? Senza una sola prova, senza un’ammissione si sbatte “la mostra” in prima pagina? Che utilità ha ai fini dell’informazione, chiedo? Forse Goffredo Buccini fa parte della difesa di Michele Misseri? Non si potrebbe, allora, avere un difensore di Sabrina e di Cosima che, magari, ricordi che non è affatto necessario essere svegli e lucidi per uccidere una ragazzina di 15 anni ma che, anzi, molti serial killer erano leggermente ritardati e che il profilo caratteriale di Michele Misseri coincide perfettamente con quello del necrofilo: presumibilmente stuprato o traumatizzato da piccolo, timido, chiuso, controllato, pieno di fantasie sessuali represse, capace di una doppia vita, timoroso delle reazioni delle persone vive durante gli atti sessuali al punto da desiderare che siano passive nella maniera più totale, pronti a procurarsi cadaveri in due modi, cioè lavorando a contatto con essi o uccidendo per procurarsene. Inoltre Misseri ha mentito e mentito e poi ha mentito ancora ma pare che solo Sabrina “si contraddica”. Misseri semplicemente farfuglia indifeso…

Nessuno pare dare importanza a domande come : com’è possibile che le due cugine avessero litigato furiosamente il giorno prima e la mattina dopo Sarah l’avesse trascorsa tranquillamente a casa di Sabrina? Come mai Sabrina non ha ucciso Sarah approfittando dell’assenza di testimoni quella mattina stessa? Come mai non bastava allontanare Sarah dalle amicizie se il movente fosse stato la gelosia per Ivano? Come mai non bastava chiedere per favore a Sarah di tacere sullo zio per non svergognare la famiglia, in cambio della promessa della cessazione delle molestie? Come mai Sabrina non ha escogitato un metodo più sicuro per non essere scoperta, come annegare Sarah a mare, simulando un malore della stessa o in qualsiasi altro modo fuorché nel proprio garage a pochi minuti dall’arrivo di Mariangela?"

Intanto l’avvocato di Misseri è gasatissimo nel constatare che qualsiasi cosa il suo assistito dica, viene creduta all’istante. Lo sta aiutando pian piano a liberarsi di tutte le imputazioni. Resta solo l’occultamento di cadavere, meno di tre anni di carcere. Peccato che se decade il movente del paparino molestatore, decade anche tutto l’impianto accusatorio contro il resto della famiglia. Ma siamo certe che un movente lo troverete, suvvia.

Del resto anche Pacciani era solo un povero vecchietto indifeso, eh? Peccato avesse già ucciso e stuprasse abitualmente le figlie, per tacere delle violenze quotidiane sulla moglie. Ma in una nazione così ipocritamente maschilista si preferisce assolvere un presunto mostro piuttosto che dare giustizia ad un’adolescente che fino a poco tempo prima era dipinta dagli stessi quotidiani come una “facile” e adesso serve a colpevolizzare altre donne.

Intanto, mentre tutti sono impegnati a spiare i brufoli di Sabrina, molti altri “paparini”, italiani e non, stanno ammazzando donne, facendo saltare in aria case e massacrando mogli, stuprando, molestando ragazzine e bambini ma forse certi giornalisti non seguono tutta la cronaca. La selezionano in base al potenziale misogino. Si nota soprattutto da come donne ammazzate non trovino neppure un rigo di spazio mentre una minorenne rom che abortisce in un bagno pubblico, sola e insanguinata, diventa…

 neonato

…in una specie di complotto collettivo all’informazione distorta.

Vediamo di finirla, state creando un inferno, portando confusione, animando odio e masse forcaiole e no, purtroppo questo non è un film, non è Frankenstein Junior ma la vita reale di persone reali che meritano tutte la stessa quantità di rispetto.

E poi non siamo tutti fessi. Non tutti cascano colpiti dalle “armi di distrazione di massa”.

VERSO L'ECLISSI DELL'ETICA| Dott. Andrea Mazzeo

 

 

Con somma disonestà, chi replica ai nostri articoli contro la PAS e contro l’”affido condiviso forzato” cerca di toglierci credibilità indicandoci come quattro femministe senza supporti scientifici. Al contrario, invece! Come mai, allora, gli esperti, ovvero le principali associazioni contro la pedofilia, l’Unione delle Camere dei minori, i Giuristi Democratici, singoli avvocati assolutamente di sesso maschile, uomini e donne normalissimi ed anche singoli scienziati come il dottor Mazzeo sono sconcertati e lottano contro l’approvazione di provvedimenti che in altre nazioni del mondo si sono già rivelati devastanti?

E come mai a rispondere agli articoli di Mazzeo sono, per lo più pediatri, ingegneri, avvocati (o, talvolta, semplici informatici)?

VERSO L’ECLISSI DELL’ETICA

     166157 Approfondendo sempre più la conoscenza di ciò che fino a qualche mese fa mi era del tutto estraneo, e cioè di "sindrome di alienazione genitoriale", "pedofilia", "associazioni", "associazioni che fondano altre associazioni", "associazioni che rappresentano tutte le altre associazioni", vere/false/simulate/millantate, tante che uno si chiede a cosa è dovuto tutto questo fiorire dell'associazionismo intorno a questi problemi; approfondendo, dicevo, mi accorgo di essermi accostato ad una palude melmosa dove si incontra di tutto.

     Tanta gente di buona volontà impegnata nel volontariato? O troppa gente pronta a speculare sulle disgrazie altrui?

     Su di un altro versante, seguendo un po' i resoconti dei processi per pedofilia, ci si imbatte in un'altra stranezza, che è quella degli avvocati/psicologi.

     È vero, non esiste incompatibilità legale tra l'iscrizione contemporanea ai due albi professionali; del resto, il codice deontologico degli psicologi lo hanno redatto gli avvocati/psicologi e quindi sarebbe stato strano se proprio loro avessero introdotto questo tipo di incompatibilità.

     Ma, sul piano etico, siamo sicuri che le due cose non siano tra loro incompatibili?

     Voglio dire, se uno fa l'avvocato, riesce poi a spogliarsi con disinvoltura della toga e ad indossare senza difficoltà i panni dello psicologo? (cercavo un sinonimo di disinvoltura, per non usare due volte lo stesso termine nella stessa frase, ma il dizionario mi dà impudenza, che davvero non mi è piaciuto).

     E se uno fa lo psicologo, riesce poi disinvoltamente a spogliarsi dei panni dello psicologo e ad indossare con nonchalance la toga di avvocato?

     E se fa uno un po' di confusione tra i due abiti? Se mette, cioè, la toga sopra gli abiti dello psicologo? O si veste da psicologo dimenticando di togliersi la toga?

     Può accadere.

     Ed i magistrati, mentre l'avvocato/psicologo svolge la sua arringa difensiva, come fanno a sapere se sta parlando l'avvocato o lo psicologo? Magari esperto in quella che con un eufemismo si chiama "comunicazione persuasiva", ma che è un modo come un altro per indurre uno stato di trance ipnotica? Sia pure di lieve entità ma quanto basta a far sì che l'interlocutore si comporti nel modo da noi desiderato.

     E l'avere introdotto concetti psicologici (sindrome di alienazione genitoriale) in un lavoro da avvocati (la modifica della legge 54/2006 mediante il DDL 957 e il PDL 2209) non è un'operazione dello stesso stampo?

     La trance ipnotica si induce proprio in questo modo, introducendo in un discorso degli elementi fuori contesto in maniera da indurre la credenza che gli elementi fuori contesto facciano parte del discorso precedente e che quindi siano reali come il primo.    

    No, signori Presidenti degli Ordini Professionali degli Avvocati e degli Psicologi, così non va, proprio non va. Poneteci rimedio, o l'eclissi sarà totale.

     E la politica, qui intesa come "etica della polis", non si lasci incantare da certe sirene.

pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno martedì 12 ottobre 2010 alle ore 22.56

Fonte http://www.facebook.com/note.php?note_id=450758262759

lunedì 18 ottobre 2010

Le bufale anti-donna.4- Solo bravi papà? Solo cattive mamme?

cfu0027l Madri degeneri, padri esemplari che non vivono senza i propri pargoli. è sempre così? Il martellamento mediatico necessario all’approvazione del deleterio ddl 957, soprannominato “condiviso-bis” ma che meriterebbe maggiormente il soprannome di “condiviso forzato”, non prevede cattivi padri. I cattivi padri sono stati censurati dai mass media, sono in via di estinzione mediatica. Per trovarne ancora qualcuno ci si deve addentrare nelle foreste del Borneo dei forum femminili, dove, tra tantissimi interventi dei soliti maschilisti travestiti da donne o da padri colpiti da ingiustizie a catena (alcune delle quali impossibili per legge), con un po’ di fortuna si possono trovare anche testimonianze autentiche sul sempre più raro “padre sfaticato e assente” che non siano state sostituite dai dogmi sui padri esemplari, talmente miracolosi da essere persino in grado di allattare i propri figli neonati meglio delle stesse mamme.

Ricordiamo sempre, per non offendere la sensibilità di padri che sono esemplari per davvero, che questa campagna così aggressiva in favore di leggi così squilibrate è stata voluta da un numero limitato di soggetti e di associazioni, alcune delle quali decisamente discutibili per molte delle loro scelte.

Siamo convinte che i padri migliori siano proprio quelli che non trovano mai nessuno che voglia davvero rappresentarli. La sensazione è che chi più urla, più vuole fare scena magari allo scopo di ottenere, chissà, ruoli interessanti nello smantellamento delle strutture socio-assistenziali pubbliche che lo Stato sta portando avanti in favore di privati. Speriamo di sbagliarci. Le privatizzazioni, finora, hanno solo messo contribuito alla trasformazione dei “cittadini” in “ consumatori”…