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martedì 12 novembre 2013

Le politiche dei papà separati in Australia… e in Italia. Strategie a confronto.


Questo articolo da Il Ricciocorno Schiattoso  (lungo ma, per favore, leggetelo, è importante per tutt*) , per mezzo di un raffronto tra un reportage e delle schermate prese dalla rete italiana, mostra ciò che stiamo denunciando anche su questo blog da anni, cioè l’unità delle strategie del movimento mascolinista nel mondo,  l’utilizzo degli stessi metodi basati sul bullismo, sul female bashing (diffamazione e ridicolizzazione del genere femminile), sulla persecuzione individuale di ogni attivista che si interessi di antiviolenza (e quindi di ogni attivista femminista o profemminista, uomo, donna che sia), sulla diffamazione del movimento LGBT
L’assoluta somiglianza delle argomentazioni, persino la comune abitudine ad inventare dati statistici privi di fondamento e circostanze fasulle, la comune tendenza a negare il fenomeno della violenza sulle donne e minimizzare la pedofilia e l’incesto ed a riferirsi ad un inesistente lobby o complotto femminista e omosessuale per minare “i valori della famiglia” , uniti ad un massivo
cyberbullismo, non sono che caratteristiche comuni  che provano l’adesione ad un sistema già collaudato altrove.
Perché questo fenomeno?
Tanto per cominciare, ricordiamo nuovamente che essi non rappresentano affatto la categoria dei padri separati ma piuttosto rappresentano i nostalgici del patriarcato, ovvero i nostalgici del potere indiscusso del solo padre all’interno della famiglia, i nostalgici dell’idea della famiglia come proprietà maschile.
I padri separati sono piuttosto un pretesto per veicolare il neomaschilismo, cioè il movimento di reazione contro l’equiparazione dei diritti.
Trattandosi di un movimento nettamente reazionario e non progressista, naturalmente non rappresenta tutti quegli uomini e quelle persone che nella suddivisione dei compiti e nella parificazione dei diritti hanno trovato vantaggi e non rappresenta tutti coloro che ritengono il maschilismo un atteggiamento deprecabile, mirato a mantenere la disparità di potere tra uomo e donna a favore dell’uomo ed il sistema di discriminazioni che concede al solo essere umano maschile, eterosessuale, preferibilmente bianco, benestante, conservatore, la fetta di potere maggiore.
Possibile mai, quindi, che in ogni nazione occidentale i padri separati vivano le stesse presunte ingiustizie che denunciano?  Non è possibile che in ogni nazione ci siano le stesse ingiustizie normative, vi pare?
Quindi la loro lamentela non è verso questa legge o quest’altra ma verso un sistema comune a queste nazioni.
Cosa hanno in comune le nazioni occidentali in cui è nato questo fenomeno? Ad accomunarle è la condizione della donna. Ovvero, la conquista dei diritti delle donne.
Non vedrete un solo padre separato lamentarsi in Afghanistan, Iran, Pakistan ed in ogni nazione islamica non moderata mentre vedrete troppo spesso padri separati indicare l’islam estremista come modello ideale.
Inoltre, certamente non sono assolutamente tutti padri separati, anzi, questi sono una ristretta minoranza.
A perorare la causa dei padri separati troverete per lo più uomini singles,  utilizzatori di prostitute, ragazzi  anche di età giovanile (spesso fragili e confusi dai messaggi contraddittori della società che da una parte dipinge gli uomini come detentori del potere e dall’altra confida sulle capacità femminili), uomini ammogliati e moltissimi uomini con un passato giudiziario discutibile, implicati a vario livello in denunce o cause per violenze ai danni di donne e bambini.
Il movimento, quindi, fornisce asilo ed una prospettiva di difesa ad ogni uomo che si sia visto denunciare per ogni forma di abuso su donne o bambini.
Quindi, riassumendo, è un movimento basato in primo luogo sull’antifemminismo e che utilizza i metodi del terrorismo di massa, cioè gli stessi metodi usati dalla chiesa cattolica e dal maccartismo per demonizzare il comunismo, quindi è basato sulla diffamazione del femminismo e tenta di indurre un fenomeno di isterismo di massa che induca all’abbandono del femminismo ed a riportare le donne sotto il controllo maschile.
Quindi, un movimento assolutamente illiberale ed antidemocratico, che esercita anche di fatto una repressione furibonda contro le femministe e i profemministi, contro le rivendicazioni di genere anche da parte di omosessuali, lesbiche, trans, intersessuali e via dicendo,  e che per aggirare le accuse di sessismo tenta addirittura il capovolgimento della logica e di spacciare per paritarismo il dominio maschile e per antisessismo il maschilismo eterosessuale.
Buona lettura.

Le politiche dei papà separati in Australia… e in Italia. Strategie a confronto.

Posted on 12 novembre 2013 di il ricciocorno schiattoso

Tratto da The politics of fathers’rights activists -Le critiche all’operato dei Tribunali meritano di essere esaminate alla luce dei fatti? di M.C.Dunn

Il testo esamina i contenuti, caratterizzati da hate speech ed estremismo, dei “fathers’ right groups” australiani. Analizza il comportamento e il linguaggio di due dei maggiori gruppi organizzati, lo Shared Parenting Council of Australia (SPCA) e la Fatherhood Foundation (FF), con particolare attenzione ai temi della violenza contro donne e bambini e il modo in cui questo tema entra in relazione con l”assenza del padre”. L’articolo fornisce anche prove di come collettivi organizzati in rete, collegati a questi due gruppi maggiori, incitino all’odio verso le donne e verso coloro che sono percepiti come “sostenitori” delle stesse. Esamina le ragioni che stanno alla base dell’accoglienza che il mondo della politica riserva a questi gruppi, mentre l’odio e il livore che emergono dai loro discorsi vengono completamente ignorati, a detrimento della condizione di donne e bambini.

Nel 1995, quando la Australian Family Law stava per essere modificata,  il giudice Nichols, a capo della Family Court of Australia, dichiarò: “Alcuni persone e alcuni politici, con limitate conoscenze degli argomenti in oggetto, si aggrappano a soggetti disfunzionali allo scopo di raggiungere obiettivi apparentemente politici. Questo è l’ultimo disgraziato effetto del progressivo aumento di potere in capo a questi soggetti: non solo il loro comportamento è considerato accettabile, ma suscita simpatie e approvazione da parte dei politici e del Governo. Questa Corte ha fin troppa esperienza del fatto che coloro che muovono quelle critiche si sono comportati in modo tale che le loro critiche non dovrebbero neanche essere prese in considerazione, e mi riferisco ad episodi di violenza contro donne e bambini.”

Il Giudice Nichols era consapevole del fatto che i più ostili critici del sistema giudiziario in tema di diritto di famiglia erano “persone insoddisfatte dell’andamento delle cause che avevano intrapreso in Tribunale, spesso persone chiaramente disturbate”. Inoltre, era consapevole del fatto che quelle stesse persone e i gruppi ai quali queste persone facevano riferimento avevano libero accesso ai corridoi del potere, accesso che ha condotto a riforme che impediscono di intervenire in caso di violenza posta in essere contro donne e bambini.

“Queste persone” ha dichiarato il Giudice Nichols “che dichiarano di difendere i diritti dei padri, in realtà fanno molto poco per la causa. Ci sono diritti legittimi che possono essere rivendicati, ma per una effettiva uguaglianza è importante che nei Tribunali non si adottino atteggiamenti discriminanti né nei confronti degli uomini né nei confronti delle donne.”

bravi_papà

Nel 1998 Warwick e Alison Marsh fondano la Fatherhood Foundation (FF) in risposta a quella che percepivano come una “crisi della società” causata dalla mancanza della figura paterna e dall’aumento dei divorzi. A sostenere la loro ascesa è stato l’aggregarsi di alcuni gruppi a sostegno dei diritti dei padri, come il “Fairness in Child Support/Non-Custodial Party” e la “Lone Fathers Association“. L’alleanza con il men’s health network, i gruppi di preghiera cristiani e conservatori e altri gruppi che rivendicano “i diritti degli uomini“, ha fatto in modo che la FF riuscisse a proporre la riforma del diritto di famiglia in modo più strategico. Obiettivo della riforma è rivendicare i diritti dei padri sui bambini, sulla base di contestabili affermazioni quali “troppi uomini si stanno suicidando a causa di un sistema giudiziario sempre a favore delle donne”, una situazione risolvibile solo per mezzo dell’imposizione della shared care.

Con shared care queste organizzazioni intendono una disposizione di legge che stabilisca che, i caso di separazione, i bambini debbano vivere il 50% del tempo con ciascun genitore; quei genitori che non intendono rispettare questo genere di accordo, devono rivolgersi al Tribunale per contestarlo, come spiega Matilda Bawden, portavoce dello Shared Parenting Council of Australia (SPCA): “Entrambi i genitori hanno il diritto di mantenere contatti con la prole con tempi paritetici e coloro che ritengono che questo non sia nel superiore interesse del minore debbono contestare l’affido condiviso in Tribunale”: ma le circostanze in cui un simile accordo è contestabile, da questi soggetti, non sono mai state chiarite.

E’ importante stabilire il corretto significato di shared care, perché mentre per questi gruppi il termine va interpretato come paritetica permanenza presso ciascun genitore, il Family Law Act modicato nel 1996 chiarisce che con “affido condiviso” si intende equamente condiviso non il minore, ma la responsabilità genitoriale nei suoi confronti: entrambi i genitori sono ugualmente responsabili del suo benessere ed è solo il benessere del minore (non le rivendicazioni dei genitori) il criterio sulla base del quale stipulare degli accordi che stabiliscano come e dove debba risiedere.

E’ a partire dal 2002 che i maggiori esponenti della FRAO (Fathers Rights Activist Organization) cominciano ad usare la più ambigua denominazione “Shared Parenting Council of Australia” (SPCA), con l’intento di proporsi come movimento supportato anche dalle donne (donne di solito rappresentate prevalentemente da seconde mogli o nonne paterne).

seconde_mogli

Mentre la Fatherhood Foundation è caratterizzata da un nucleo fondamentalista cattolico, che pone particolare enfasi sul ruolo determinante del padre all’interno della famiglia, lo Shared Parenting Council of Australia si propone a sostegno dei diritti del genitore “non collocatario” (quello che normalmente risiede meno tempo col minore), ma sono molti gli attivisti che compaiono in entrambe le organizzazioni o si spostano da una all’altra. Entrambe, comunque, sostengono la medesima riforma del diritto di famiglia, che richiede un equa divisione dei tempi di permanenza del minore presso i genitori, ma rivendica anche il diritto degli uomini su beni e proprietà condivisi in constanza di matrimonio e contesta gli ammortizzatori sociali a favore delle famiglie monogenitoriali.

martedì 7 febbraio 2012

Il magico universo in cui i bambini stuprati non odiano

A cosa servono gli articoli di cronaca che riportano violenze su donne e bambini?
A noi a dimostrare l’orrore della violenza e della cultura che giustifica l’oggettivazione di donne e bambini. A qualcun altro, invece, serve a deresponsabilizzare la violenza su donne e bambini, a modificarne la percezione, ad invertire i rapporti tra abusato ed abusante, a giustificare assassini e pedofili, come in questo caso:

bambini stuprati non odiano

Ancora una volta una donna-vittima viene usata dalla falsa pagina contro la violenza.
L’articolo parla di una donna stuprata da ragazzina (aveva 14 anni) da tre bruti.
Oggi Emily Mc Combs è una donna adulta, managing editor di un sito internet molto conosciuto negli USA. A distanza di tanti anni è riuscita a trovare il coraggio di tentare il dialogo con uno dei suoi stupratori. Ciò è avvenuto dopo anni ed anni di psicoterapia e sofferenza.
Cosa ha a che fare questo caso con la PAS?

domenica 24 ottobre 2010

Manuale di autodifesa dalla PAS| Dott. Andrea Mazzeo

 Più si delinea chiaramente anche all’opinione pubblica italiana, ancora inconsapevole davanti alla novità importata dagli USA, che la PAS è fondamentalmente uno strumento di tortura a favore dei pedofili, più diventano sospetti i tentativi di chi difende una sindrome immaginaria tanto deleteria. Un serio terapeuta dovrebbe seriamente temere la macchia che la difesa di tale aberrazione ascientifica è in grado di lasciare sulla sua reputazione. A questo proposito, ecco l’ultimo intervento dello psichiatra Andrea Mazzeo ai fini di una segnalazione all’ordine dei terapeuti che dovessero incautamente prestarsi alla diagnosi, non trattandosi di una malattia scientificamente riconosciuta.
Da conservare, da utilizzare in caso di necessità, da diffondere.

 

MANUALE DI AUTODIFESA DALLA PAS

Una buona idea che viene dalla Spagna.

   nopas2 In Spagna un  medico o uno psicologo che faccia la diagnosi di questa malattia inesistente può essere denunciato al rispettivo Ordine Professionale. Penso che sia un buon sistema per far cominciare a ragionare quei colleghi che continuano ad imperversare con diagnosi di malattie inventate.
    Sia il Codice Deontologico dei Medici sia quello degli Psicologi hanno norme che prescrivono ai rispettivi iscritti di attenersi alle conoscenze scientifiche correnti; non sono vincolanti, è vero, per cui è probabile che i primi esposti vengano archiviati; ma se arriva una pioggia di esposti a diversi Ordini Professionali forse qualcuno comincerà a preoccuparsi, e qualche sapientino di troppo ci penserà una decina di volte prima di sparare cazzate.
    L’esposto non è una denuncia ma solo una segnalazione ad un Ordine Professionale; ho chiesto un parere legale e non si corrono rischi di denuncia per calunnia o diffamazione; deciderà l’Ordine se procedere nei confronti del professionista o archiviare l’esposto.
    Per parte mia ho già segnalato questi comportamenti antiscientifici sia all'ordine dei Medici sia a quello degli Psicologi, nazionali.
    Questo il Codice Deontologico dei Medici:
    Art. 1 - 1° comma - Il Codice di Deontologia Medica contiene principi e regole che il medico-chirurgo e l'odontoiatra, iscritti agli albi professionali dell'Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, di seguito indicati con il termine di medico, devono osservare nell'esercizio della professione.
    Art. 2 - 1° comma - L'inosservanza dei precetti, degli obblighi e dei divieti fissati dal presente Codice di Deontologia Medica e ogni azione od omissione, comunque disdicevoli al decoro o al corretto esercizio della professione, sono punibili dalle Commissioni disciplinari con le sanzioni previste dalla legge.
    Art. 4 - 2° comma - Il medico nell’esercizio della professione deve attenersi alle conoscenze scientifiche ...
    Questo il Codice Deontologico degli Psicologi:
    Articolo 1 - 1° comma - Le regole del presente Codice deontologico sono vincolanti per tutti gli iscritti all’Albo degli psicologi.    Lo psicologo è tenuto alla loro conoscenza, e l’ignoranza delle medesime non esime dalla responsabilità disciplinare.
    Articolo 3 - Ultimo comma - Lo psicologo è responsabile dei propri atti professionali e delle loro prevedibili dirette conseguenze.
    Articolo 5 - 1° comma - Lo psicologo è tenuto a mantenere un livello adeguato di preparazione professionale e ad aggiornarsi nella propria disciplina.
    Fin qui quello che ho individuato io come possibili violazioni dei rispettivi Codici Deontologici; per opportuna conoscenza possono essere reperiti ai seguenti indirizzi:
Medici: http://portale.fnomceo.it/PortaleFnomceo/showVoceMenu.2puntOT?id=5
Psicologi: http://www.psy.it/codice_deontologico.html
    Per comodità riporto anche gli indirizzi dei rispettivi Ordini Professionali:
    Ordini dei Medici: sono organizzati per Provincia
AGRIGENTO - Via Picone n.8 - CAP 92100
ALESSANDRIA - Corso F. Cavallotti n.15 - CAP 15100
ANCONA - Via M. Buonarroti n.1 - CAP 60125
AOSTA - Corso Lancieri n.5 - CAP 11100
AREZZO - Viale Giotto n.134 - CAP 52100
ASCOLI PICENO - Piazza Matteotti n.12 - CAP 63100
ASTI - Via Goito n.12 - CAP 14100
AVELLINO - Via Circumvallazione n.101 - CAP 83100
BARI - Via G. Capruzzi n.184 - CAP 70126
BELLUNO - Viale Europa n.34- CAP 32100
BENEVENTO - Viale Mellusi n.168 - CAP 82100
BERGAMO - Via G. Manzù n.25- CAP 24122
BIELLA - Via Malta n.3 - CAP 13900
BOLOGNA - Via Giovanna Zaccherini Alvisi n.4 - CAP 40138
BOLZANO - Via Alessandro Volta n.3/4 - CAP 39100
BRESCIA - Via Lamarmora n.167- CAP 25124
BRINDISI - Viale P. Togliatti n.42 - CAP 72100
CAGLIARI - Via Dei Carroz, 14 - CAP 09131
CALTANISSETTA - Via E. Medi n.1 - (C. P. 215) - CAP 93100
CAMPOBASSO - Corso G. Mazzini n.129 - CAP 86100
CASERTA - Parco Gabriella Lotto B - Sc. F - CAP 81100
CATANIA - Lungomare Ruggero Di Lauria n.81 - CAP 95127
CATANZARO - Via L. Settembrini n.8 - CAP 88100
CHIETI - Via Spezioli n.56 sc. L - CAP 66100
COMO - Via M. Masia n.30 - CAP 22100
COSENZA - Corso D' Italia n.44 - CAP 87100
CREMONA - Via Palestro n.66 - CAP 26100
CROTONE - Viale Regina Margherita 5 - CAP 88900
CUNEO - Via Mameli n.4 bis - CAP 12100
ENNA - Via Leonardo da Vinci n.7 - CAP 94100
FERMO - Corso Cavour n.71 - CAP 63023
FERRARA - Piazza Sacrati n.11 - CAP 44100
FIRENZE - Via G. C. Vanini n.15 - CAP 50129
FOGGIA - Via V. Acquaviva n.48 - CAP 71100
FORLI'-CESENA - Viale D. Bolognesi n.19 - CAP 47100
FROSINONE - Via Fosse Ardeatine n.101 - CAP 03100
GENOVA - Piazza Della Vittoria n.12/4 - CAP 16121
GORIZIA - Via Brigata Casale n.19 scala B - CAP 34170
GROSSETO - Via Papa Giovanni XXIII n.37 - c/o centro comm. "Di Gorarella" - CAP 58100
IMPERIA - Via Cascione n.7 - CAP 18100
ISERNIA - Via Pio la Torre n.28/30 - CAP86170
L'AQUILA - Via XX Settembre n.10 CAP 67100
LA SPEZIA - Via Vittorio Veneto n.165 - CAP 19100
LATINA - Piazza Celli n.4 - CAP 04100
LECCE - Via N. Sauro n.31 CAP 73100
LECCO - C.so Martiri della Liberazione n.86 CAP 23900
LIVORNO - Via Michon n.8 - CAP 57126
LODI - Via della Codignola n.27 - CAP 26900
LUCCA - Via Guinigi n.40 - CAP 55100
MACERATA - Via Famiglia Palmieri, n.6/12
MANTOVA - Via Pomponazzo n.50 - CAP 46100
MASSA CARRARA - Via Cucchiari n.8 - CAP 54033
MATERA - Via Roma n.71 - CAP 75100
MESSINA - Via Bergamo Is.47/A - CAP 98123
MILANO - Via Lanzone n.31 - CAP 20123
MODENA - Piazzale Boschetti n.8 - CAP 41121
MONZA E BRIANZA - Via Passerini n.6 - CAP 20052 Monza
NAPOLI - Piazza Torretta n.9 - CAP 80122
NOVARA - Via Torelli n.31/A - CAP 28100
NUORO - Via Gramsci n.59 - CAP 08100
ORISTANO - Via Canalis n.11 - Cap 09170
PADOVA - Via S. Prosdocimo n.6/8 - CAP 35139
PALERMO - Via Rosario da Partanna n.22 - CAP 90146
PARMA - Borgo Al Collegio Maria Luigia n.17 - 43100
PAVIA - Via Ludovico il Moro n.31 - CAP 27100
PERUGIA - Via Settevalli n.131 - CAP 06129
PESARO - URBINO - Galleria Roma - scala D - CAP 61100
PESCARA - Via dei Sabini n.102 - CAP 65127
PIACENZA - Via S. Marco n.27 - CAP 29100
PISA - Via Battelli n.5 - CAP 56127
PISTOIA - Viale Adua, n.172 - C A P 51100
PORDENONE - Viale Grigoletti n.14 - CAP 33170
POTENZA - Via IV Novembre n.46 CAP 85100
PRATO - Via Viareggio n.10- CAP 59100
RAGUSA - Via G. Nicastro, n.50 - CAP 97100
RAVENNA - Via A. De Gasperi n.19 - CAP 48121
REGGIO CALABRIA - Via Sant'Anna II Tronco - Località SpiritoSanto - CAP 89128
REGGIO EMILIA - Via Dalmazia n.101 - CAP 42100
RIETI - Via Viscardi n.l6 - CAP 02100
RIMINI - Via Flaminia n.185/B - "Complesso L.B.Alberti" - CAP 47900
ROMA - Via G.B. De Rossi n.9 - CAP 00161
ROVIGO - Via Silvestri n.6 - CAP 45100
SALERNO - Via SS. Martiri Salernitani n.31 - CAP 84123
SASSARI - Via Cavour n.71 - CAP 07100
SAVONA - Via S.Lorenzo n.3/6 - CAP 17100
SIENA - Piazza Fabio Bargagli Petrucci n.18
SIRACUSA - Corso Gelone n.l03 - CAP 96100
SONDRIO - Via Trento n.68 - CAP 23100
TARANTO - Via Crispi n.107 - C.A.P. 74100
TERAMO - Via Brigiotti n.12 sc. A - CAP 64100
TERNI - Via D. Bramante, 3/D - CAP 05100
TORINO - Via Caboto n.35 - CAP 10129
TRAPANI - Via Riccardo Passeneto n.69 - CAP 91100
TRENTO - Via Valentina Zambra n.16 - CAP 38100
TREVISO - Via Risorgimento n.11 - CAP 31100
TRIESTE - Piazza Goldoni n.10 - CAP 34122
UDINE - Viale A. Diaz n.30 - CAP 33100
VARESE - Viale Milano n.27 - CAP 21100
VENEZIA - Via Mestrina n.86 Mestre - CAP 30172
VERBANO CUSIO OSSOLA - Piazza Aldo Moro n.5 CAP 28921 Verbania
VERCELLI - Corso Magenta n.1 - CAP 13100
VERONA - Via San Paolo n.16 - CAP 37129
VIBO VALENTIA - Via Nino Bixio n.2 - CAP 89900
VICENZA - Via Paolo Lioy n.13 - CAP 36100
VITERBO - Via Genova n.48 - CAP 01100
      Ordini degli Psicologi: sono organizzati per Regione
VAL D'AOSTA: Via Vevey n 19/a - 11100 - AOSTA
PIEMONTE: Via S. Quintino, 44-46 - 10121 - TORINO
LOMBARDIA: Corso Buenos Aires, 75 - 20124 - MILANO
LIGURIA: Via XX Settembre 37/5 - 16121 - GENOVA
VENETO: Via D. Manin, 4 - 30174 - MESTRE (VE)
FRIULI: Piazza N. Tommaseo n.2 - 34121 - TRIESTE
TRENTINO: Via San Pietro, 62 - 38122 - TRENTO
ALTO ADIGE: Cesare Battisti 1/A Straße - 39100 - BOZEN
EMILIA ROMAGNA: Strada Maggiore, 24 - 40125 BOLOGNA
TOSCANA: Via Panciatichi, 38/5 (Firenze Nova) - 50127 - FIRENZE
MARCHE: Corso Stamira 29 - 60122 ANCONA
UMBRIA: Via Campo di Marte, 6/b – 06124 - PERUGIA
LAZIO: Via Flaminia, 79 - 00196 - ROMA
ABRUZZI: Via Eusanio Stella 17 - 67100 - L'AQUILA
MOLISE: Via Cardarelli, 23 - 86100 CAMPOBASSO
CAMPANIA: Piazzetta Matilde Serao 7 - 80132 - NAPOLI
BASILICATA: Via della Chimica, 61 - 85100 POTENZA
PUGLIA: Via F.lli Sorrentino, 6 - 70126 - BARI
CALABRIA: Via F. Acri, 81 - 88100 CATANZARO
SICILIA: Viale Francesco Scaduto, 10/b - 90144 - PALERMO
SARDEGNA: Via S. Sonnino 33 - 09125 - CAGLIARI
    Credo sia consigliabile inviare l'esposto sia all'ordine locale (provinciale per i Medici e Regionale per gli Psicologi) sia, per conoscenza, anche ai rispettivi Ordini Nazionali; credo anche sia opportuno inviarlo per raccomandata.
    Questi gli indirizzi degli Ordini Nazionali:
- Per i Medici: FNOMCeO - Piazza Cola di Rienzo 80/A - 00192 Roma
- Per gli Psicologi: Consiglio Nazionale Ordine Psicologi - Piazzale di Porta Pia, 121 – 00198 Roma
    L'esposto potrebbe essere composto secondo questo schema:
    SCHEMA DI ESPOSTO ALLORDINE DEI MEDICI
    Al Presidente    dell'Ordine dei Medici di ....
    p. c. Al Presidente Nazionale della FNOMCeO (o dell'ordine degli Psicologi)
    Il/la sottocritto/a .............................................    segnala alla SV che il Dr ........................... nello svolgimento della perizia per affidamento di minori, effettuata il ................ nel procedimento pendente presso il Tribunale dei Minori di ...................., ha formulato la diagnosi di sindrome di alienazione genitoriale nei confronti del minore (o dei minori) e del sottoscritto genitore.    Poiché tale presunta malattia non esiste nelle classificazioni scientifiche internazionali (DSM ed ICD) si segnala a codesto spett.le Ordine Professionale quanto sopra qualora ravvisi nel comportamento del Dr ................... summenzionato profili di violazione del Codice Deontologico professionale, nello specifico degli Artt. 1, 1° comma; 2, 1° comma e 4, 2° comma.
    Chiede di venire informato/a dell'esito del presente esposto.
    SCHEMA DI ESPOSTO ALL’ORDINE DEGLI PSICOLOGI
    Al Presidente    dell'Ordine degli Psicologi della Regione ...
    p. c. Al Presidente Nazionale dell'ordine degli Psicologi
    Il/la sottocritto/a .............................................    segnala alla SV che il Dr ........................... nello svolgimento della perizia per affidamento di minori, effettuata il ................ nel procedimento pendente presso il Tribunale dei Minori di ...................., ha formulato la diagnosi di sindrome di alienazione genitoriale nei confronti del minore (o dei minori) e del sottoscritto genitore.    Poiché tale presunta malattia non esiste nelle classificazioni scientifiche internazionali (DSM ed ICD) si segnala a codesto spett.le Ordine Professionale quanto sopra qualora ravvisi nel comportamento del Dr ................... summenzionato profili di violazione del Codice Deontologico professionale, nello specifico degli Artt. 1, 1° comma; 3, ultimo comma e 5, 1° comma).
    Chiede di venire informato/a dell'esito del presente esposto.
pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno giovedì 21 ottobre 2010 alle ore 0.14
Fonte: http://www.facebook.com/note.php?note_id=454610702759

martedì 19 ottobre 2010

VERSO L'ECLISSI DELL'ETICA| Dott. Andrea Mazzeo

 

 

Con somma disonestà, chi replica ai nostri articoli contro la PAS e contro l’”affido condiviso forzato” cerca di toglierci credibilità indicandoci come quattro femministe senza supporti scientifici. Al contrario, invece! Come mai, allora, gli esperti, ovvero le principali associazioni contro la pedofilia, l’Unione delle Camere dei minori, i Giuristi Democratici, singoli avvocati assolutamente di sesso maschile, uomini e donne normalissimi ed anche singoli scienziati come il dottor Mazzeo sono sconcertati e lottano contro l’approvazione di provvedimenti che in altre nazioni del mondo si sono già rivelati devastanti?

E come mai a rispondere agli articoli di Mazzeo sono, per lo più pediatri, ingegneri, avvocati (o, talvolta, semplici informatici)?

VERSO L’ECLISSI DELL’ETICA

     166157 Approfondendo sempre più la conoscenza di ciò che fino a qualche mese fa mi era del tutto estraneo, e cioè di "sindrome di alienazione genitoriale", "pedofilia", "associazioni", "associazioni che fondano altre associazioni", "associazioni che rappresentano tutte le altre associazioni", vere/false/simulate/millantate, tante che uno si chiede a cosa è dovuto tutto questo fiorire dell'associazionismo intorno a questi problemi; approfondendo, dicevo, mi accorgo di essermi accostato ad una palude melmosa dove si incontra di tutto.

     Tanta gente di buona volontà impegnata nel volontariato? O troppa gente pronta a speculare sulle disgrazie altrui?

     Su di un altro versante, seguendo un po' i resoconti dei processi per pedofilia, ci si imbatte in un'altra stranezza, che è quella degli avvocati/psicologi.

     È vero, non esiste incompatibilità legale tra l'iscrizione contemporanea ai due albi professionali; del resto, il codice deontologico degli psicologi lo hanno redatto gli avvocati/psicologi e quindi sarebbe stato strano se proprio loro avessero introdotto questo tipo di incompatibilità.

     Ma, sul piano etico, siamo sicuri che le due cose non siano tra loro incompatibili?

     Voglio dire, se uno fa l'avvocato, riesce poi a spogliarsi con disinvoltura della toga e ad indossare senza difficoltà i panni dello psicologo? (cercavo un sinonimo di disinvoltura, per non usare due volte lo stesso termine nella stessa frase, ma il dizionario mi dà impudenza, che davvero non mi è piaciuto).

     E se uno fa lo psicologo, riesce poi disinvoltamente a spogliarsi dei panni dello psicologo e ad indossare con nonchalance la toga di avvocato?

     E se fa uno un po' di confusione tra i due abiti? Se mette, cioè, la toga sopra gli abiti dello psicologo? O si veste da psicologo dimenticando di togliersi la toga?

     Può accadere.

     Ed i magistrati, mentre l'avvocato/psicologo svolge la sua arringa difensiva, come fanno a sapere se sta parlando l'avvocato o lo psicologo? Magari esperto in quella che con un eufemismo si chiama "comunicazione persuasiva", ma che è un modo come un altro per indurre uno stato di trance ipnotica? Sia pure di lieve entità ma quanto basta a far sì che l'interlocutore si comporti nel modo da noi desiderato.

     E l'avere introdotto concetti psicologici (sindrome di alienazione genitoriale) in un lavoro da avvocati (la modifica della legge 54/2006 mediante il DDL 957 e il PDL 2209) non è un'operazione dello stesso stampo?

     La trance ipnotica si induce proprio in questo modo, introducendo in un discorso degli elementi fuori contesto in maniera da indurre la credenza che gli elementi fuori contesto facciano parte del discorso precedente e che quindi siano reali come il primo.    

    No, signori Presidenti degli Ordini Professionali degli Avvocati e degli Psicologi, così non va, proprio non va. Poneteci rimedio, o l'eclissi sarà totale.

     E la politica, qui intesa come "etica della polis", non si lasci incantare da certe sirene.

pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno martedì 12 ottobre 2010 alle ore 22.56

Fonte http://www.facebook.com/note.php?note_id=450758262759

giovedì 14 ottobre 2010

La PAS è stata rigettata dall’intera comunità scientifica internazionale e i soliti 2 misogini facebookiani pensano sia colpa nostra.

Lo so, altre persone non darebbero loro alcun credito. Lo so, il povero amministratore che passa notte e giorno dietro quelle pagine, convinto di riuscire a convincere qualcuno, spreca tantissime energie per un risultato quasi nullo e non si sa cosa lo faccia a fare. Lo so, quel che conta è la posizione degli esperti e gli esperti stanno storcendo il naso all’unisono. Lo so, non è la massa a fare le leggi, soprattutto in una nazione la cui massa è stata rincretinita da un quarantennio di pessima televisione. Non che le leggi  create dai politici siano favolose, eh, ma l’insieme di tutta la struttura della democrazia italiana cerca di limitare gli obbrobri giuridici per quanto possibile. Non vorrei apparire più ottimista di quanto non sia ma la separazione dei ruoli tra magistratura e legislatori mi consente di respirare.

Insomma, non è che un qualsiasi Signor Nessuno che scrive boiate colossali insieme ad altri, ehm, non propriamente esperti neppure nella coniugazione degli ausiliari,  possa fare qualcosa per fermare i detrattori della PAS né tantomeno per accelerare l’approvazione della stessa. Se la PAS sarà introdotta nel sistema giuridico italiano non sarà stato di certo merito suo/loro e nessuna ridicola pseudo minaccia può contrastare l’obiezione alla PAS, per cui forse ‘sta schermata potevo risparmiarmi di salvarla ma era talmente ridicola che non potevo non condividerla.

diffamiamoGardnered

pasmontaturafemminista

è GRAVE che in tutto il mondo si dica di quest’uomo MORTO che ha INVENTATO una sindrome  falsa per difendere dei pedofili (riuscendoci benissimo per una quindicina di anni) ma ciò che è davvero VERGOGNOSO è che questo amministratore FINGA DI NON SAPERE che il suddetto Richard A. Gardner,  MORTO, è additato  DA TUTTO IL MONDO e non certo da “un gruppetto di femministe”, ovvero DALL’INTERA COMUNITà SCIENTIFICA INTERNAZIONALE, da esperti sulla violenza domestica, da giuristi, magistrati, avvocati, associazioni antipedofilia ed INTERI GOVERNI, di essere stato uno SCHIFOSO APOLOGETA DELLA PEDOFILIA e di avere consentito a moltissimi padri pedofili di potersi stupracchiare i figlioli allegramente CON LA BENEDIZIONE DELLA LEGGE finché negli USA non si sono SVEGLIATI ed hanno rigettato la colossale porcata, pentendosi con contrizione.

Noi non inventiamo nulla. Noi TRADUCIAMO testi, libri, trattati, SCRITTI DA ALTRI, ANCHE E SOPRATTUTTO DA UOMINI (quelli veri, non quelli che passano la giornata facendo guerricciole puerili contro chi pensa a cose più serie).

Ma se il “grande giurista” (nonché grande letterato) che ha stabilito che non esiste il reato di associazione a delinquere di stampo ideologico (si chiamerebbe “terrorismo”, eh, non per deluderti…) ma che esiste il reato di “abuso della credibilità popolare” -definizione che sta facendo ancora ridere tutti i polli del circondario- , dicevo…se questo grande giurista ha deciso che abbiamo commesso reato di DIFFAMAZIONE di un MORTO, lo comunichi alle autorità  statunitensi o al figlio di Gardner perché per la prossima riunione di “nazifemministe” davanti al thé coi biscotti mi sa che abbiamo finito le barzellette.

I grandi esperti chiamati a commentare la teoria del “grande giurista” sono:

1)L’esperto di statistiche sugli incidenti in trattore (che per lui dovrebbero contare più che le donne uccise dai mariti. Insomma, è più grave che si ribaltino dei trattori piuttosto che donne che tentano rifarsi una vita vengano bucherellate a morte). Ovvero colui che ha sminuzzato i maroni a tutti per mesi sulla vera pagina No Alla Violenza Sulle Donne finché Davide non ha deciso, finalmente, di bannarlo.

2) il tuttologo laureato con lode alla scuola dell’obbligo con tesi in “Teoria e tecnica del prendere a sprangate le microcefale mestruate dimmerda”, famoso, ormai quasi in tutto il World Wide Web per la sua cultura e signorilità.

3)Una new entry che ieri mi ha “appassionata” con la sua storia di padre al quale :“lei non mi fa veddere le pupe ke quando ke vedo le pupe facio tuto io perke lei no cera mai a casa e poi mi a tradito e guadagna piu di me ma mi a portato via tuto. Io lavoro note e giorno e su fesbuc a scrivere è la mia scimia maestrata (il che spiegherebbe pure la grammatica) perke voi done prendete tuto e siate tutelatte e io mi o preso una denuncia per stolking ma non la voio vedere adeso e lei ke mi chiama e io o denunciato a lei per stoking…” . Tutti i peggio cliché dei contaballe incavolati con le ex messi insieme in poche righe che manco so come abbia potuto fare! E non conta se le leggi stabiliscono che chi tradisce non riceve alimenti e chi non è indigente non riceve alimenti. Loro sono spacciatori di leggende urbane sulle donne e si fanno la doccia col sangue delle ammazzate. Adesso stiamo pure a sottilizzare, eh?

All’appello ne mancano almeno 3 (di cui almeno uno, per fortuna, scrive nella nostra lingua).

Inoltre, a proposito di attaccare uno psichiatra, ci sarebbe il Dottor Andrea Mazzeo che avrebbe molto da dire a riguardo. Di certo ha argomenti che un pediatra di Varese, un ingegnere, avvocati con un corso di specializzazione in terapia familiare, eccetera, non sono in grado di avere.

- http://ceciliaalagna.wordpress.com/2010/09/04/marino-maglietta-e-andrea-mazzeo-quando-un-ingegnere-vuole-insegnare-la-psichiatria-ad-uno-psichiatra/

è un po’ come quando degli uomini rinviati a giudizio per maltrattamenti vogliono insegnare a delle donne vittime di maltrattamenti cosa sia in realtà la violenza sulle donne, non trovate?

Magari presento un po’ di materiale per schiarire le idee su chi OSA DIFFAMARE un MORTO che menomale che è MORTO e non può più far danni, eh. Benedetto sia il giorno in cui Gardner, uno psicopatico apologeta della pedofilia, si è accoltellato alla gola da solo.

- http://movimentocivilecontrolapedofilia.myblog.it/archive/2009/04/02/sindrome-da-alienazione-parentale-sap-usata-per-difendere-i.html

- http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/1.html

-http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/faq.htm

-http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/PR_PAS.html

-http://www.nytimes.com/2003/06/09/nyregion/richard-gardner-72-dies-cast-doubt-on-abuse-claims.html

-http://ncmbts.blogspot.com/2010/01/dr-richard-gardner-complete-autopsy.html

-http://www.multistalkervictims.org/parentalienation.htm

-http://www.edesclee.com/products.php/ISBN9788433023315

Potrei citare ciò che viene riportato nel “...documento contro la PAS pubblicato nel mese di marzo 2010 dalla AEN*, organismo che fa parte della "World Psychiatric Association" e della "World Federation for Mental Health" . "L'Associazione Spagnola di Neuropsichiatria (AEN) presenta la dichiarazione seguente contro l'uso clinico e Legale della così chiamata Sindrome di Alienazione Parentale. E'  noto che si sia verificato un aumento di frequenza e di complessità nelle cause legali dopo la separazione oppure il divorzio per l'affidamento di un minore. In queste cause, per ottenere l'affidamento di un minore, si pone il minore in una situazione di conflitto di lealtà e possono portare, se non trattate in modo adeguato, a situazioni che provocano danno alla salute mentale del bambino....”

Ma queste sono solo le prime cose che ho trovato, eh…la rete scoppia di articoli e video contro la PAS.

Sulle agghiaccianti affermazioni e sul valoroso interesse nella difesa di moltissimi imputati per pedofilia (alcuni dei quali condannati anche in terzo grado) di chi ha introdotto la PAS in Italia e su chi spinge affinché rientri tra i criteri di affido dei bambini, lascio leggere a chi fosse interessato:

- http://www.bambinicoraggiosi.com/?q=node/1951

Molto interessante anche questo documento:

- http://www.cshg.it/download/Negazionismo.pdf

Ma perché non leggere direttamente cosa sosteneva Gardner a proposito della pedofilia?

- http://ceciliaalagna.wordpress.com/2010/07/05/linventore-della-sindrome-da-alienazione-genitoriale-e-le-sue-opinioni-sulla-pedofilia/

Magari estraggo qualcosa per i più pigri, eh…

< Egli ( il padre) deve essere aiutato a capire che, ancora oggi, essa [la pedofilia] è una pratica diffusa e accettata da miliardi di persone. Egli deve capire che nella nostra società occidentale in particolare, si ha un atteggiamento molto punitivo e moralista verso inclinazioni.  Egli deve capire che ha avuto sfortuna per quanto riguarda il luogo e il tempo in cui è nato e per quanto riguarda gli atteggiamenti sociali verso la pedofilia. >

Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 593)

Ecco quelle che sono per lui le soluzioni da attuare:

* Abolire il mandato di segnalazione di abusi sessuali su minori.
* Sopprimere l’immunità per i reporter che parlano di abusi sui minori.
* Stanziare fondi federali per la creazione di programmi per aiutare le persone che affermano di essere state  falsamente accusate di abusi sessuali su minori.

Gardner, R.A. (1995). Written testimony on HR3588 – Proposed revision of the child abuse prevention and treatment act (CAPTA) (Public Law 93-247).

< La pedofilia può migliorare la sopravvivenza della specie umana, servendo “fini procreativi.” >Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (pp. 24-5)

Inoltre, Gardner propone diversi tipi di comportamento sessuale umano, tra cui la pedofilia, il sadismo sessuale, necrofilia (sesso con i cadaveri), zoofilia (sesso con gli animali), coprofilia (sessuale che coinvolge defecazione), può essere considerata come avente valore di sopravvivenza delle specie e quindi non “giustificare l’esclusione dalla lista delle« forme cosiddetto naturale del comportamento sessuale umano ‘” Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (pp. 18-32)

< I bambini sono naturalmente dotati di sessualità e possono organizzare incontri sessuali per “sedurre” gli adulti >Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (p. 93).

< Se il rapporto sessuale ( pedofilo ) viene scoperto, “il bambino rischia di mentire in modo che l’adulto sarà incolpato per l’inizio della relazione pedofila > Gardner, R.A. (1986). Child Custody Litigation: A Guide for Parents and Mental Health Professionals. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics (p. 93).

< L’ abuso sessuale non è necessariamente traumatico; ciò che renderà traumatiche le molesite sessuali è l’atteggiamento sociale verso questi incontri. > Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (pp. 670-71)

Ci sono i titoli dei libri, i capitoli, addirittura le pagine delle dichiarazioni di Gardner sulla PAS, quindi piantatela col tentativo di capovolgere le cose e far passare chi è dalla parte dei bambini per chi ha davvero qualcosa da nascondere mentre voi vi sgolate per difendere un tizio che ha trovato il modo di  consentire ai padri di continuare a violentare i figli.

E a proposito di chi diffama i morti…

- http://www.facebook.com/notes.php?id=138835256155893&notes_tab=app_2347471856#!/note.php?note_id=152097171472838

- http://www.facebook.com/note.php?note_id=142061729157405

C’è chi si diffama da solo, decisamente.

lunedì 27 settembre 2010

Cos’è la PAS? In breve…

nopas2 Se ne sente parlare, se ne legge in giro. A dire il vero, le voci contrarie sono ormai ridotte ad un farfuglio dacché, curiosamente, i detrattori della PAS sono sempre più ignorati dai mass-media convenzionali e stanno scivolando tra le pieghe dell’indicizzazione di Google, nonostante nel resto del mondo (eccetto che in Brasile) la falsa sindrome sia rigettata dagli ambienti scientifici internazionali come una teoria tutt’altro che comprovata, ritenuta responsabile di aver fatto notevoli danni negli USA, dov’è stata inventata ed adottata quasi esclusivamente da aspiranti ex mariti nelle cause di divorzio.

Associazioni come Adiantum si sono schierate nettamente a favore della PAS, di cui sostengono l’ammissione nell’iter-processuale divorzile attraverso la presentazione del ddl 957 (firmato PdL) integrato con il ddl 2209 (a firma della leghista Lussana) che riguardano il cosiddetto “ affido condiviso-bis” (se ne parla ampiamente, noi condividiamo le preoccupazioni esposte da Femminismo a Sud  qui) .

Questo ottimo articolo rinvenuto su un numero dell’Observer UK, riassume in breve e con estrema chiarezza la discussa falsa sindrome e la storia del suo ideatore.

Buona lettura.

Dr Richard A. Gardner

Psichiatra infantile che sviluppò la teoria della Sindrome di Alienazione Parentale.

Sabato, 31 Maggio 2003

Richard Alan Gardner, psichiatra nato a New York il 28 Aprile 1931; MD 1956; sposato due volte (un figlio maschio, due figlie femmine); Morto a Tenafly, New Jersey, il 25 Maggio 2003.

 

In una disputa combattuta per la custodia di minori, avvenuta nei sobborghi di Pittsburgh qualche anno fa, tre ragazzini implorarono il tribunale minorile di non forzarli a continuare la frequentazione con il loro padre perché, dissero, era fisicamente abusivo nei loro confronti. Piuttosto che credere ai ragazzi, il giudice fece affidamento sulla testimonianza di un esperto nominato dal padre, un professore di psichiatria clinica della Columbia University, Richard A. Gardner.

Gardner asserì che i ragazzi stessero mentendo come risultato di un “lavaggio del cervello” ad opera della loro madre e raccomandò qualcosa che lui chiamava “la terapia della minaccia”. Essenzialmente, ai ragazzi Grieco fu detto che avrebbero dovuto essere rispettosi ed obbedienti nelle loro visite al loro padre e che se non lo fossero stati la madre sarebbe finita in prigione. Poco dopo, il sedicenne Nathan Grieco, il maggiore dei fratelli, si impiccò nella sua camera da letto, lasciando dietro di sé un diario in cui aveva scritto che la vita era diventata un “tormento senza fine”.  Sia la corte che Gardner non ammisero mai i propri errori persino dopo il suicidio, e fu solo dopo un esposto sul quotidiano locale che le disposizioni per la custodia per i due ragazzi sopravvissuti furono cambiate.

La “terapia della minaccia” era parte di una più ampia teoria gardneriana conosciuta nei tribunali  preposti al diritto di famiglia in tutti gli Stati Uniti come “Sindrome di Alienazione Parentale” (Parental Alienation Syndrome, PAS). La teoria – uno dei più insidiosi pezzi di scienza-spazzatura alla quale le corti statunitensi hanno dato credito negli anni recenti – sostiene che ogni madre che accusi il marito di abusare i figli stia mentendo più o meno per definizione. Ella racconterebbe queste bugie per “alienare” i figli dal loro padre, una scioccante negazione di responsabilità parentale per la quale lei meriterebbe di perdere tutti i diritti di custodia in favore dell’ipotetico abusante.

Questa non è solo una tattica pacchiana, garantita dall’inizio per proteggere all’atto della separazione gli interessi dei padri , di gran lunga i più entusiastici sostenitori di Gardner, ma ha anche distrutto le vite di centinaia, forse migliaia di famiglie americane negli scorsi 15 anni. In uno stato dopo l’altro, le corti si sono rimesse alle credenziali accademiche di Gardner ed hanno consegnato la custodia dei bambini nelle mani dei loro presunti abusanti, persino nei casi in cui referti della polizia, referti medici e testimonianze di insegnanti ed assistenti sociali avevano supportato le accuse della madre.

Ormai, il concetto di “alienazione parentale” è entrato nella giurisprudenza ed ha governato migliaia di dispute in cui Gardner stesso non ha svolto alcun ruolo. Tuttora non ha basi scientifiche nella maniera più assoluta. Non è riconosciuta dall’Associazione Psichiatrica Americana o da qualsiasi altro corpo professionale. Il flusso di libri che Gardner produsse sulla materia a partire dai tardi anni ‘80 furono tutti di auto-pubblicazione, senza il tradizionale processo di revisione. Il suo metodo per determinare l’affidabilità delle accuse di abusi sessuali fu denunciato da un noto esperto di violenza domestica, Jon Conte dell’Università di Washington, come “probabilmente il più ascientifico pezzo di spazzatura che abbia mai visto nel campo in tutta la mia carriera”.

Nessuno con esperienza nei casi di divorzio con alta conflittualità potrebbe negare che le madri, un qualche caso, producano false accuse contro i loro mariti. Ma Gardner andò molto oltre. Ritenne che il 90% delle madri fossero bugiarde che “programmavano” i  bambini a ripetere le loro bugie e non si curò mai dell’evidenza comprovata. Teorizzò che i presunti abusi delle madri esprimessero, in forma dissimulata, le loro stesse inclinazioni sessuali verso i propri figli.

Ed egli stesso sostenne che non vi fosse nulla di particolarmente sbagliato nella pedofilia, incestuosa o meno. “Uno dei passi che la società deve fare per fare i conti con l’attuale isteria è “venirne fuori” ed assumere un atteggiamento più realistico verso il comportamento pedofilo,” scrisse in “ Sex Abuse Hysteria - Salem Witch Trials Revisited (1991)” ( L’isteria dell’abuso sessuale – I processi alle streghe di Salem rivisitati, ndr). La pedofilia, aggiunse, è una pratica largamente diffusa e praticata tra letteralmente miliardi di persone”. Intervistato una volta su cosa avrebbe dovuto fare una madre se il suo bambino avesse lamentato di subire abusi sessuali da suo padre, Gardner replicò: “Cosa dovrebbe dire? Non dire queste cose di tuo padre. Se lo farai, ti picchierò.”

è incredibile che una tale figura possa essere stata presa seriamente in considerazione dai giudici nei tribunali ma, in un sistema antagonistico dove i padri hanno spesso più denaro da spendere nelle cause di divorzio, le teorie di Gardner si sono dimostrate notevolmente persuasive. Il giornale dell’Accademia Americana di Psichiatria Adolescenziale e Infantile scrisse nel 1996 che un libro di Gardner, Protocols for the Sex-Abuse Evaluation (Protocolli per la valutazione dell’abuso sessuale), era “una ricetta per dimostrare la falsità degli abusi sessuali, nascosta sotto la forma di obiettività scientifica e clinica. Si sospetta che diventerà un bestseller tra gli avvocati difensori.” E così si è verificato.

Il lavoro di Gardner ha creato una generazione di madri e figli psicologicamente terrorizzati ed, in molti casi, fisicamente dalle sentenze tribunalizie che egli ha influenzato. In uno dei suoi primi casi, una donna fisico del Maryland  da lui etichettata come “alienatrice parentale”, inadatta ad ottenere la custodia dei suoi bambini, fu successivamente colpita a morte dal suo ex-marito. Ciò nonostante, Gardner non cambiò il suo punto di vista secondo il quale la moglie fosse la reale cattiva; le bugie di lei, insisté lui, avevano reso il marito temporaneamente psicotico.

Il passato di Richard Gardner era sorprendentemente convenzionale. Nato nel Bronx, a New York, nel 1931, studiò medicina e psichiatria in varie prestigiose università dello stato di New York, ed assolse al compito di psichiatra dell’esercito statunitense in Germania. Nominato nella Divisione di Psichiatria Infantile alla Columbia nel 1963, fu rispettato per molti anni come esperto nell’esperienza infantile in ambito di divorzio.

Dopo lo sviluppo della sua Sindrome di Alienazione Parentale nel 1980, comunque, lui e la Columbia University si allontanarono lentamente ed egli trascorse la maggioranza del suo tempo nell’esercizio privato della professione nel New Jersey. Lungo il percorso si trasformò anche nell’autentico mostro americano.

Andrew Gumbel

 

Fonte: Dr Richard A. Gardner - Obituaries, News - The Independent

venerdì 17 settembre 2010

DDL 957 (a quelli che lo hanno scritto)| Andrea Mazzeo

 Direi di evidenziare questo passaggio: “bambini staccati precocemente dalle madri, da adolescenti e adulti presentano disturbi di personalità e altri gravi problemi di natura psichiatrica.”.

I sostenitori del condiviso senza se e senza ma obietteranno che non si parla di strappare i bambini alle madri ma di condividerli. Poi faranno sapere come riusciranno a condividere dei bimbi piccolissimi senza strapparli alle madri pur senza coabitare con queste e pretendendo la consegna dei pacc…ehm pardon…pupi per almeno 3 giorni alla settimana. Se l’età dei bimbo non conta, si faranno prestare dalle madri anche i seni per l’allattamento? Si procureranno balie da latte? Io ricordo di avere vissuto con madre e padre felicemente sposati e di essere stata solita fare i capricci per restare a dormire a casa di un’amichetta. Puntualmente, ogni notte, soffrivo da cani il disagio tremendo di non essere a casa mia con la mia mamma, che non ha mai fatto nulla per farmi attaccare a lei in maniera particolarmente morbosa.

Continuo a credere che ci siano cose nella natura umana che si chiamano “istinti naturali” e che regolano soprattutto la riproduzione. Non sono le “femministe” ad avere imposto alle donne il ruolo di madri e non sono neppure contraria alla condivisione ma non mi piacciono le leggi selvagge, che non tengono conto del benessere di tutti (n.d.r).

DDL 957 (a quelli che lo hanno scritto)

pubblicata dal dott Andrea Mazzeo, medico psichiatra, il giorno giovedì 16 settembre 2010 alle ore 23.45

    nopas2 Visto che ormai gli ingegneri si mettono a scrivere le leggi sui diritti delle famiglie, i pediatri danno numeri a noi psichiatri, i padri che non sanno fare i padri si mettono a fare i "mammi", mi sono chiesto: e se un modesto psichiatra si mette a studiare da giurista cosa ne viene fuori? Tra l'altro sono pure geometra, che non è la stessa cosa di essere ingegnere, lo so; oltretutto ho dei parenti ingegneri, qualcosa da loro potrei pure averla imparata.

    Ed allora ci provo; al massimo tirate la catena alla fine. Posso anche vantare, nel mio curriculum da giurista dilettante, la partecipazione ai lavori del progetto dell'On.le Burani di modifica della 180.

    Cominciamo dall'inizio, perché le cose si cominciano sempre dall'inizio eh! non sia mai che qualcuno voglia cominciare a costruire una casa cominciando dal tetto.

    Mi incuriosisce la lettera b dell'art. 1, con la quale l'ingegnere pretende di modificare il secondo comma dell'art. 1 della legge 154, ovvero l'art. 155 del Codice Civile (vedete che sto imparando? riesco già a non farmi capire).

    "Salvo quanto stabilito dall'art. 155-bis" (qui si vede l'ingegneria, prima ancora di mettere le fondamenta uno si preoccupa di come verrà il piano terra; da geometra non ci sarei mai arrivato), si legge: "L’età dei figli (e altro) non rilevano ai fini del rispetto del diritto dei minori all’affidamento condiviso".

    Lasciamo perdere "l'altro", mi preme soffermarmi su "L'età ... non rileva".

    Collega pediatra, nulla da obiettare in proposito? nessuna opposizione?

    Cazzo! E le ricerche di Spitz?

    Mi direte, e chi è questo Spitz, anche lui contro di noi?

    Fermi, non correte su Google a cercare "spitz", perché vi dà solo una splendida razza canina; cercate magari René Árpád Spitz.

    Psicanalista, concentrò i suoi studi sui bambini staccati precocemente (6-8 mesi) dalle madri, scoprendo che questi bambini si ammalavano di una grave forma depressiva, che lui chiamò depressione anaclitica, in seguito alla quale potevano anche morire. Studi longitudinali hanno poi mostrato che bambini staccati precocemente dalle madri, da adolescenti e adulti presentano disturbi di personalità e altri gravi problemi di natura psichiatrica.

    Di Anna Freud penso avrete sentito parlare; figlia di Sigmund Freud, psicanalista, si dedicò allo studio dei bambini, facendo anche lei scoperte interessanti.

    E Melania Klein?

    E Karen Horney?

    E Margaret Mahler? La Mahler, grandissima psicanalista ungherese, ha scoperto che se la fase di separazione-individuazione del bambino dalla madre non si svolge in maniera fisiologica, secondo i tempi necessari (24-36 mesi), possono svilupparsi psicosi infantili precoci (per vostra opportuna conoscenza, presenti nel DSM come Disturbi Generalizzati dello Sviluppo).

    Ma avete ragione, ho citato già troppe donne e voi cominciate a vedere rosso.

    Che ne dite di Winnicott e della sua teoria della relazione oggettuale? non vi piace?

    Parliamo di Bowlby, allora? le sue teorie sull'attaccamento? roba vecchia? mica tanto, leggete qualcosa ogni tanto, e che diamine. La genetica, meglio l'epigenetica, sta dimostrando che i diversi stili di attaccamento possono addirittura influenzare l'espressione dei geni a livello cerebrale; di recente ne ha parlato pure la Montalcini. Lo so anche lei è una donna; ma ne parlano anche gli uomini di queste cose, sforzatevi di leggere un po'. La cultura mica uccide.

    Secondo voi, che non siete né psichiatri, né psicologi, né psicanalisti, né neuropsichiatri infantili (le competenze conteranno pure, ancora, qualcosa in questa Italia che sta andando a rotoli) dovremmo buttare a mare tutte le ricerche psicanalitiche degli ultimi 100 anni per le teorie bislacche di un ciarlatano (chi si spaccia per professore universitario senza esserlo può essere definito solo così) e che non ha mai capito nulla di sviluppo psicologico infantile? Sì, perché solo i seguaci di Gardner possono pensare di intervenire in questo modo barbaro nel Diritto di famiglia.

    "Sutor ne ultra crepidam", dicevano gli antichi.

    PS

    Se non capite quest'ultimo concetto potete sempre usare il traduttore automatico di Google.

Facebook | DDL 957 (a quelli che lo hanno scritto)

martedì 14 settembre 2010

La PAS non è una malattia ma un ottimo e sperimentato metodo per il ricatto parentale e l’impunità dei pedofili

nopas2 Agli ottimi articoli del dottor Andrea Mazzeo, medico psichiatra, sulla PAS è solito rispondere un medico pediatra.

Volevamo, allora, ricordare la differenza tra le due branche degli studi medici.

Psichiatria:ramo della medicina che si occupa delle malattie mentali

Pediatria: settore della medicina che si occupa della fisiologia e delle patologie del bambino e dell'adolescente.

Quindi la pediatria si occupa di patologie che riguardano la fisiologia, ovvero il corpo del bambino, la sua crescita, il suo sviluppo fisico.

 

          Malattia o non malattia?

  Facendo seguito alle sollecitazioni ricevute, proseguo il discorso su malattia e non malattia, in psichiatria. Per mia comodità riprendo, integrandoli, alcuni miei precedenti scritti, sempre dalle lezioni alla Scuola Infermieri, per cui mi scuso con chi, già conoscendoli, leggerà cose note.

    Cosa si intende per malattia è abbastanza chiaro per tutti: è tale l'alterazione di un organo che determini anche un'alterazione nella sua funzione e, quindi, una sofferenza dell'organismo; la sofferenza dell'organismo può, o meno, provocare anche una sofferenza individuale. Ad es., un'alterazione del fegato (infezione, intossicazione) può causare un cattivo funzionamento dello stesso (aumento delle transaminasi), una sofferenza generale dell'organismo (itterizia, debolezza) ed una sofferenza dell'individuo (coliche, cattiva digestione); in alcuni disturbi mentali (es., stati di eccitamento) manca la sofferenza dell'individuo (tecnicamente diciamo che non vi è coscienza di malattia).

    L'aggettivo mentale significa attinente alla mente, che ha a che fare con la mente: già! Ma cos'è la mente? Non è certo un organo fisico, come il cuore, il fegato o altro; né la mente si identifica con il cervello, anche se l'esistenza del cervello è indispensabile perché esista la mente; è molto difficile dare una definizione precisa del termine "mente" senza ricorrere a giri di parole più o meno complessi.

    Quello che ci interessa, come psichiatri, della mente dei nostri pazienti, è il modo in cui essa si pone in relazione con gli altri, e quindi con noi nella situazione del rapporto medico-paziente; a questo punto valutiamo se questa attività mentale, che ha portato il paziente a consultarci, sia da considerare la conseguenza di una malattia oppure no.

    Attualmente, le classificazioni delle malattie mentali accettate a livello mondiale sono la Sezione Disturbi Mentali della Classificazione Internazionale della Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) e la classificazione della Associazione Psichiatrica Americana (A.P.A.).

    La sezione specifica della classificazione dell'O.M.S. (I.C.D. - International Classification of Disease), ha risentito nel passato, delle diverse ipotesi sulle cause delle malattie mentali, e dei diversi orientamenti dei vari ricercatori (orientamento psicodinamico, orientamento organicista, orientamento sociale, ecc.), per cui vi era scarso accordo fra gli psichiatri sulla classificazione dei disturbi psichici. Per ovviare a questi problemi l'A.P.A. costituì un gruppo di lavoro per mettere a punto un sistema classificativo "neutrale", che potesse essere condiviso dalla maggior parte degli psichiatri. Nacque così il D.S.M. (Diagnostic and Statistical Manual of mental disorders), che è stato negli anni aggiornato e rivisto, giungendo alla IV edizione, che è quella cui si fa riferimento nel libro.

Ritengo di fondamentale importanza sottolineare un aspetto. Per tutti i disturbi mentali previsti dal DSM uno dei criteri diagnostici, in assenza del quale non si può fare diagnosi del disturbo, è la compromissione psico-sociale, espressa da difficoltà in una o più aree del funzionamento psico-sociale (scolastico, lavorativo, delle relazioni umane, delle attività di svago, ecc).  

    Prendiamo ad es. la prima categoria diagnostica, quella dei Disturbi dell'Apprendimento (visto che parliamo di disturbi dell'infanzia-adolescenza); sono tre, il Disturbo della Lettura, il Disturbo di Calcolo ed il Disturbo dell'Espressione scritta, oltre alla quarta categoria, per i disturbi dell'apprendimento che non rientrano nelle precedenti.

Per tutti e tre i disturbi criterio diagnostico fondamentale, in assenza del quale non si può fare la diagnosi, è "L'anomalia ... interferisce in modo significativo con l'apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità (rispettivamente di lettura, di calcolo e composizione di testi scritti)".   Se questa compromissione manca, non si può diagnosticare un bel nulla.

    Ma veniamo adesso al motivo di questa nota, e ciè alla PAS; chiaramente i sostenitori ad oltranza, della PAS non sentono ragioni, alla stregua dei fanatici religiosi, dei fondamentalisti, ed è per questo che li ho definiti "talebani della PAS". Solo il fanatismo fa sì che si chiudano entrambi gli occhi davanti alle evidenze scientifiche, rifutandole.

    Il discorso è rivolto a chi ha voglia di ragionare.

   Gardner nell'elencare i sintomi della presunta PAS non si è preoccupato di prevedere, oltre ai cosiddetti "sintomi", anche la compromissione psico-sociale. Ma i concetti di Gardner sono ormai desueti; vediamo cosa scrivono gli epigoni dell'età moderna, e cioè Bernet e coll, nella loro piccola bibbia sulla PAS. Intanto si sono aggiornati, non parlano più di Sindrome ma di Disturbo di Alienazione Parentale (PAD - Parental Alienation Disorder); e le due cose non sono intercambiabili.

    Come criteri diagnostici ne propongono 6, da A ad F; il criterio E prevede: "The disturbance causes clinically significant distress or impairment in social, academic (occupational), or other important areas of functioning". In questo si sono adeguati alle metodologia del DSM.

    Non precisano però che per la diagnosi di PAD devono essere soddisfatti tutti e 6 i criteri diagnostici, e che in assenza di uno solo di essi non si può fare diagnosi del disturbo.

    Qui da noi, nella tipica superficialità italica, basta il solo rifiuto del bambino verso un genitore a far costruire il castello in aria da parte dei cosiddetti esperti, senza necessità di approfondire ulteriormente. E come difendono il loro "lavoro" i cosiddetti esperti; una volta costruito, il concetto di PAS diviene per il malcapitato bambino e per il cosiddertto genitore alienante, un cappio al collo, un nodo scorsoio di quelli che più ti agiti più ti si stringe intorno al collo, sinol a soffocarti; ogni tentativo di sfuggire alla diagnosi viene interpretato, secondo la logica perversa di Gardner, come ulteriore sintomo, e quindi segno di aggravamento della PAS. Poco importa che il piccolo "ammalato di PAS" sia in realtà un bambino perfettamente normale, che frequenta la scuola con profitto, ha una vita sociale normale per un bambino della sua età, ha buone relazioni con coetanei ed adulti, il cui unico "sintomo" sarebbe il rifiuto verso un genitore.

    Ma, pur volendo confidare nella buona fede di Bernet e coll, stiamo vedendo sul web con quanta superficialità se ne parli da parte di chiunque, senza alcun approfondimento clinico; e con quanta superficilità questi concetti controversi sono stati inseriti in due progetti di legge (il 957 ed il 2209) che andrebbero ad incidre profondamente nel Diritto di famiglia. E del resto non è che ci si possa aspettare capacità di approfondimento clinico da parte di chi non è a ciò allenato da una lunga pratica clinica; non parliamone poi quando questi concetti finiscono nelle mani di avvocati, i quali, nell'espletamento del loro dovere professionale verso il cliente da difendere possono arrivare anche a manipolare abilmente i concetti, capovolgendoli a loro vantaggio; e non sarebbero bravi avvocati se non facessero ciò.

    Quando perciò si arriva a leggere cose come questa: "L’allarme diffuso intorno al fenomeno pedofilia può fare sì che un genitore, preoccupato ad esempio da manifestazioni di disagio del proprio figlio (si tratta molto spesso di sintomi assai comuni e frequenti tra i bambini, quali l'enuresi notturna, la comparsa di incubi, oppositività al momento di andare a scuola, ecc…) o da segni e sintomi fisici fino ad allora mai manifestati (ma anche questi altrettanto frequenti, quali emorroidi, arrossamenti in zona genitale, lividi su cosce e natiche, ecc…) si faccia l'idea che ciò possa essere riconducibile ad un'azione esterna. Nella maggior parte dei casi, invece, l'indagine psicologica, se ben condotta, rivela che il disagio psicologico del minore ha a che vedere con un perturbamento dell'equilibrio familiare, quale un conflitto tra i suoi membri, una separazione tra i genitori o anche semplicemente la nascita di un fratellino. Allo stesso modo, i segni e i sintomi fisici possono trovare la loro spiegazione nella stipsi, nella scarsa igiene, nell'essersi toccati le parti intime con le mani sporche o nell'aver fatto dei giochi sulla sabbia".

Emorroidi frequenti in un bambino?

    Zone genitali che si arrossano da sole? Mica sono dei semafori!

    Stpisi che causa lividi su cosce e natiche?

    La scarsa igiene può causare lividi su cosce e natiche?

    Giocando sulla sabbia ci si provoca lividi su cosce e natiche?

Ed infine, ammesso che un ruzzolone possa causare qualche livido, forse sulle cosce ma mai sulle natiche, tali lividi starebbero sulla faccia esterna della coscia, in prossimità della sporgenza ossea del grande trocantere, certo non sulla faccia interna; o in prossimità delle ginocchia, che è più probabile (chi di noi non si è sbucciato le ginocchia giocando da piccoli).

    Se chi ha scritto quelle cose è in grado di dimostrarmi che emorroidi, stipsi ed arrossamenti nelle zone genitali sono frequenti nei bambini; se qualcuno è in grado di dimostrarmi come ci si possa procurare dei lividi sulla parte interna, o anteriore o posteriore della coscia, facendo un ruzzolone sulla sabbia o su un un terreno più compatto, prometto di restituire la mia laurea in Medicina.

    Questa è la manipolazione cui si prestano concetti come la PAS, o PAD. 

Siamo arrivati al punto in cui la Politica deve prendere una posizione ferma; non farlo, continuare a lavarsene le mani, significherebbe incoraggiare, e quindi condividere, quelli che scrivono le cose di cui sopra.

14 Settembre 2010

Dott. Andrea Mazzeo, medico psichiatra

http://www.facebook.com/note.php?note_id=439582847759&id=1576015105

lunedì 13 settembre 2010

La Sindrome di Alienazione Parentale, uno strumento per perpetuare la violenza

Questo è l’editoriale introduttivo ad un convegno in Spagna organizzato per la presentazione di un libro contro la PAS, ovvero la Sindrome di Alienazione Parentale.

La traduzione è ad opera del dottor Andrea Mazzeo, medico psichiatra.

noPAS

EL PRETENDIDO SÍNDROME DE ALIENACIÓN PARENTAL. Un instrumento que perpetúa el maltrato y la violencia

 

La “pretesa sindrome di alienazione parentale”, così come l'ha denominata l'Associazione di Psicologia Americana (APA), “PAS” per la sua sigla, e l'ideologia che la sostiene, è un costrutto pseudo-scientifico che è stato utilizzato, sin dalla sua creazione negli USA nel 1985, in ambito gudiziario e nelle cause di divorzio nelle quali si disputa l'affidamento dei figli, generando situazioni di alto rischio per i bambini e provocando una involuzione nei diritti umani delle bambine e bambini e delle madri che vogliono proteggerli.

L'effetto intimidatorio che produce la sua sola menzione nella giustizia, fa sì che alcuni professionisti, spinti solo dalla voglia di guadagno, la utilizzino abitualmente nei casi conflittuali  di divorzio. Questo attributo della “PAS” la converte in uno strumento “ad hoc” che oltretutto nasconde l'incesto e la violenza di genero preesistenti. La comparsa del “PAS” in qualsiasi conflitto gudiziario lo riduce tutto all'alienazione paterna e trasforma automaticamente le vittime in carnefici.

In questo libro le autrici presentano, attraverso una esaustiva indagine, l'autentica realtà di questa infondata sindrome, carente di ogni base scientifica, rifiuttata attualmente negli USA. Desiderano  con esso formare ed informare i professionisti del diriutto, la salute mentale e i servizi sociali che vogliano portare a termine una buona prassi nel campo del divorzio e dell'affidamento e apportare argomenti, di conoscenza e razionalità, che permettano di restituire alle vittime la credibilità delle proprie legittime lamentele sul genitore abusante e negligente.

L'obiettivo finale di questo libro è proteggere le bambine e bambini, vittimas innocenti dell'applicazione di queste supposta sindrome, della “terapia della minaccia”, coazione che propongono coloro che la applicano como unico “trattamento” válido.

Dott. Andrea Mazzeo, medico psichiatra

Qui l’originale: http://www.facebook.com/note.php?note_id=439267202759&id=1576015105