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martedì 12 novembre 2013

Le politiche dei papà separati in Australia… e in Italia. Strategie a confronto.


Questo articolo da Il Ricciocorno Schiattoso  (lungo ma, per favore, leggetelo, è importante per tutt*) , per mezzo di un raffronto tra un reportage e delle schermate prese dalla rete italiana, mostra ciò che stiamo denunciando anche su questo blog da anni, cioè l’unità delle strategie del movimento mascolinista nel mondo,  l’utilizzo degli stessi metodi basati sul bullismo, sul female bashing (diffamazione e ridicolizzazione del genere femminile), sulla persecuzione individuale di ogni attivista che si interessi di antiviolenza (e quindi di ogni attivista femminista o profemminista, uomo, donna che sia), sulla diffamazione del movimento LGBT
L’assoluta somiglianza delle argomentazioni, persino la comune abitudine ad inventare dati statistici privi di fondamento e circostanze fasulle, la comune tendenza a negare il fenomeno della violenza sulle donne e minimizzare la pedofilia e l’incesto ed a riferirsi ad un inesistente lobby o complotto femminista e omosessuale per minare “i valori della famiglia” , uniti ad un massivo
cyberbullismo, non sono che caratteristiche comuni  che provano l’adesione ad un sistema già collaudato altrove.
Perché questo fenomeno?
Tanto per cominciare, ricordiamo nuovamente che essi non rappresentano affatto la categoria dei padri separati ma piuttosto rappresentano i nostalgici del patriarcato, ovvero i nostalgici del potere indiscusso del solo padre all’interno della famiglia, i nostalgici dell’idea della famiglia come proprietà maschile.
I padri separati sono piuttosto un pretesto per veicolare il neomaschilismo, cioè il movimento di reazione contro l’equiparazione dei diritti.
Trattandosi di un movimento nettamente reazionario e non progressista, naturalmente non rappresenta tutti quegli uomini e quelle persone che nella suddivisione dei compiti e nella parificazione dei diritti hanno trovato vantaggi e non rappresenta tutti coloro che ritengono il maschilismo un atteggiamento deprecabile, mirato a mantenere la disparità di potere tra uomo e donna a favore dell’uomo ed il sistema di discriminazioni che concede al solo essere umano maschile, eterosessuale, preferibilmente bianco, benestante, conservatore, la fetta di potere maggiore.
Possibile mai, quindi, che in ogni nazione occidentale i padri separati vivano le stesse presunte ingiustizie che denunciano?  Non è possibile che in ogni nazione ci siano le stesse ingiustizie normative, vi pare?
Quindi la loro lamentela non è verso questa legge o quest’altra ma verso un sistema comune a queste nazioni.
Cosa hanno in comune le nazioni occidentali in cui è nato questo fenomeno? Ad accomunarle è la condizione della donna. Ovvero, la conquista dei diritti delle donne.
Non vedrete un solo padre separato lamentarsi in Afghanistan, Iran, Pakistan ed in ogni nazione islamica non moderata mentre vedrete troppo spesso padri separati indicare l’islam estremista come modello ideale.
Inoltre, certamente non sono assolutamente tutti padri separati, anzi, questi sono una ristretta minoranza.
A perorare la causa dei padri separati troverete per lo più uomini singles,  utilizzatori di prostitute, ragazzi  anche di età giovanile (spesso fragili e confusi dai messaggi contraddittori della società che da una parte dipinge gli uomini come detentori del potere e dall’altra confida sulle capacità femminili), uomini ammogliati e moltissimi uomini con un passato giudiziario discutibile, implicati a vario livello in denunce o cause per violenze ai danni di donne e bambini.
Il movimento, quindi, fornisce asilo ed una prospettiva di difesa ad ogni uomo che si sia visto denunciare per ogni forma di abuso su donne o bambini.
Quindi, riassumendo, è un movimento basato in primo luogo sull’antifemminismo e che utilizza i metodi del terrorismo di massa, cioè gli stessi metodi usati dalla chiesa cattolica e dal maccartismo per demonizzare il comunismo, quindi è basato sulla diffamazione del femminismo e tenta di indurre un fenomeno di isterismo di massa che induca all’abbandono del femminismo ed a riportare le donne sotto il controllo maschile.
Quindi, un movimento assolutamente illiberale ed antidemocratico, che esercita anche di fatto una repressione furibonda contro le femministe e i profemministi, contro le rivendicazioni di genere anche da parte di omosessuali, lesbiche, trans, intersessuali e via dicendo,  e che per aggirare le accuse di sessismo tenta addirittura il capovolgimento della logica e di spacciare per paritarismo il dominio maschile e per antisessismo il maschilismo eterosessuale.
Buona lettura.

Le politiche dei papà separati in Australia… e in Italia. Strategie a confronto.

Posted on 12 novembre 2013 di il ricciocorno schiattoso

Tratto da The politics of fathers’rights activists -Le critiche all’operato dei Tribunali meritano di essere esaminate alla luce dei fatti? di M.C.Dunn

Il testo esamina i contenuti, caratterizzati da hate speech ed estremismo, dei “fathers’ right groups” australiani. Analizza il comportamento e il linguaggio di due dei maggiori gruppi organizzati, lo Shared Parenting Council of Australia (SPCA) e la Fatherhood Foundation (FF), con particolare attenzione ai temi della violenza contro donne e bambini e il modo in cui questo tema entra in relazione con l”assenza del padre”. L’articolo fornisce anche prove di come collettivi organizzati in rete, collegati a questi due gruppi maggiori, incitino all’odio verso le donne e verso coloro che sono percepiti come “sostenitori” delle stesse. Esamina le ragioni che stanno alla base dell’accoglienza che il mondo della politica riserva a questi gruppi, mentre l’odio e il livore che emergono dai loro discorsi vengono completamente ignorati, a detrimento della condizione di donne e bambini.

Nel 1995, quando la Australian Family Law stava per essere modificata,  il giudice Nichols, a capo della Family Court of Australia, dichiarò: “Alcuni persone e alcuni politici, con limitate conoscenze degli argomenti in oggetto, si aggrappano a soggetti disfunzionali allo scopo di raggiungere obiettivi apparentemente politici. Questo è l’ultimo disgraziato effetto del progressivo aumento di potere in capo a questi soggetti: non solo il loro comportamento è considerato accettabile, ma suscita simpatie e approvazione da parte dei politici e del Governo. Questa Corte ha fin troppa esperienza del fatto che coloro che muovono quelle critiche si sono comportati in modo tale che le loro critiche non dovrebbero neanche essere prese in considerazione, e mi riferisco ad episodi di violenza contro donne e bambini.”

Il Giudice Nichols era consapevole del fatto che i più ostili critici del sistema giudiziario in tema di diritto di famiglia erano “persone insoddisfatte dell’andamento delle cause che avevano intrapreso in Tribunale, spesso persone chiaramente disturbate”. Inoltre, era consapevole del fatto che quelle stesse persone e i gruppi ai quali queste persone facevano riferimento avevano libero accesso ai corridoi del potere, accesso che ha condotto a riforme che impediscono di intervenire in caso di violenza posta in essere contro donne e bambini.

“Queste persone” ha dichiarato il Giudice Nichols “che dichiarano di difendere i diritti dei padri, in realtà fanno molto poco per la causa. Ci sono diritti legittimi che possono essere rivendicati, ma per una effettiva uguaglianza è importante che nei Tribunali non si adottino atteggiamenti discriminanti né nei confronti degli uomini né nei confronti delle donne.”

bravi_papà

Nel 1998 Warwick e Alison Marsh fondano la Fatherhood Foundation (FF) in risposta a quella che percepivano come una “crisi della società” causata dalla mancanza della figura paterna e dall’aumento dei divorzi. A sostenere la loro ascesa è stato l’aggregarsi di alcuni gruppi a sostegno dei diritti dei padri, come il “Fairness in Child Support/Non-Custodial Party” e la “Lone Fathers Association“. L’alleanza con il men’s health network, i gruppi di preghiera cristiani e conservatori e altri gruppi che rivendicano “i diritti degli uomini“, ha fatto in modo che la FF riuscisse a proporre la riforma del diritto di famiglia in modo più strategico. Obiettivo della riforma è rivendicare i diritti dei padri sui bambini, sulla base di contestabili affermazioni quali “troppi uomini si stanno suicidando a causa di un sistema giudiziario sempre a favore delle donne”, una situazione risolvibile solo per mezzo dell’imposizione della shared care.

Con shared care queste organizzazioni intendono una disposizione di legge che stabilisca che, i caso di separazione, i bambini debbano vivere il 50% del tempo con ciascun genitore; quei genitori che non intendono rispettare questo genere di accordo, devono rivolgersi al Tribunale per contestarlo, come spiega Matilda Bawden, portavoce dello Shared Parenting Council of Australia (SPCA): “Entrambi i genitori hanno il diritto di mantenere contatti con la prole con tempi paritetici e coloro che ritengono che questo non sia nel superiore interesse del minore debbono contestare l’affido condiviso in Tribunale”: ma le circostanze in cui un simile accordo è contestabile, da questi soggetti, non sono mai state chiarite.

E’ importante stabilire il corretto significato di shared care, perché mentre per questi gruppi il termine va interpretato come paritetica permanenza presso ciascun genitore, il Family Law Act modicato nel 1996 chiarisce che con “affido condiviso” si intende equamente condiviso non il minore, ma la responsabilità genitoriale nei suoi confronti: entrambi i genitori sono ugualmente responsabili del suo benessere ed è solo il benessere del minore (non le rivendicazioni dei genitori) il criterio sulla base del quale stipulare degli accordi che stabiliscano come e dove debba risiedere.

E’ a partire dal 2002 che i maggiori esponenti della FRAO (Fathers Rights Activist Organization) cominciano ad usare la più ambigua denominazione “Shared Parenting Council of Australia” (SPCA), con l’intento di proporsi come movimento supportato anche dalle donne (donne di solito rappresentate prevalentemente da seconde mogli o nonne paterne).

seconde_mogli

Mentre la Fatherhood Foundation è caratterizzata da un nucleo fondamentalista cattolico, che pone particolare enfasi sul ruolo determinante del padre all’interno della famiglia, lo Shared Parenting Council of Australia si propone a sostegno dei diritti del genitore “non collocatario” (quello che normalmente risiede meno tempo col minore), ma sono molti gli attivisti che compaiono in entrambe le organizzazioni o si spostano da una all’altra. Entrambe, comunque, sostengono la medesima riforma del diritto di famiglia, che richiede un equa divisione dei tempi di permanenza del minore presso i genitori, ma rivendica anche il diritto degli uomini su beni e proprietà condivisi in constanza di matrimonio e contesta gli ammortizzatori sociali a favore delle famiglie monogenitoriali.

mercoledì 27 ottobre 2010

Ancora fanatismo e persecuzione misogina. La Jihad maschilista

Il fenomeno d’istigazione all’odio contro le donne, messo in atto da soggetti che hanno invaso la rete ed i social network, è di proporzioni devastanti. Sono stati aperti dalle stesse mani circa 260 pagine (e svariati gruppi) solo su Facebook. Al più presto forniremo un elenco di queste pagine. Gli stessi soggetti girano con decine e decine di profili falsi, per lo più femminili, a supporto delle loro pagine ed all’attacco delle pagine gestite da uomini e donne autenticamente contro la violenza. Lo scopo dei travestimenti è di fingere che esistano donne che vedono la vita con l’occhio del fanatico misogino, ovvero in maniera insana persino per un maschilista piuttosto agguerrito.

C’è tutta la pericolosità del ricatto, nelle loro parole, che noi denunciamo qui.

La settimana scorsa, la nostra pagina è stata oggetto costante di attacchi da parte di uno di questi signori ed alcuni suoi amici. In particolare uno di questi, bannato per tre o quattro volte consecutive con profili creati a suo stesso nome, è ritornato di seguito nella stessa sera una dozzina di volte e nei giorni successivi di continuo, costantemente convinto di potersi infiltrare senza destare sospetto, non rendendosi conto degli errori grossolani che commette e del fatto che le sue parole siano più che riconoscibili.

Nonostante costoro siano stati ufficialmente diffidati decine e decine di volte dal molestarci, continuano imperterriti al punto da indurci a prendere in considerazione anche la diffida legale. Non è più tollerabile questa molestia continua.

Dopo qualche giorno di pace, riecco il più affezionato dei nostri persecutori colto a spacciare sulla nostra pagina lo stesso concetto perverso, malato e dannoso.

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Il suo discorso “controcorrente” è sempre lo stesso: ricatto, minaccia sottile, colpevolizzazione delle vittime, diffusione di percezioni errate, giustificazione della violenza.

Non importa che meno del 15% dei femminicidi avvenga in occasione di liti per il divorzio e che la maggioranza dei casi non implichi affatto affido di figli e spartizione dei beni. Per lui, che fa parte di quelli interessati a far passare la legge sul “condiviso forzato”, esistono unicamente queste motivazioni qui. Ai suoi occhi non esistono i numerosissimi casi di ex fidanzatini, ex compagni, mariti d’età matura con figli adulti, insomma, tutti quei casi ( e sono la maggioranza) in cui gli uomini uccidono per punire la volontà femminile di abbandonarli, in preda all’alcol, all’emulazione, al desiderio di punire uno “sgarro” e vendicare un eccessivo amor proprio, in preda a disturbi narcisistici della personalità, ad ossessioni paranoidi e gelosie immotivate.

Ancora una volta, costui cita i kamikaze, parla di eserciti di “uomini maschi” pronti a versare sangue (il proprio e quello altrui). Ancora una volta giustifica chi uccide per il POSSESSO della casa e dei figli (anch’essi privati d’ogni diritto decisionale), come se fosse normale. Ancora una volta scarica la responsabilità della violenza su noi donne che lottiamo per sensibilizzare e restituire dignità alle vittime. Lui vive a sua volta come violenza, infatti, il fatto che gente come noi gridi con chiarezza che uccidere per l’oggettivazione della prole, uccidere per la casa, così come uccidere per non voler lasciare ad una donna la libertà di rifarsi una vita, sono abomini d’immonda meschinità e nessuna utilità e vanno fatti cessare.

Ancora una volta parla dei diritti delle donne come “spinte drasticamente libertarie”, ovvero noi vogliamo troppa libertà. Dobbiamo sacrificarci. Sacrificarci in casa, se abbiamo mariti traditori o violenti. Tenerci le botte e lasciarci uccidere, perché se tentiamo di riprenderci la nostra vita veniamo massacrate lo stesso ed i nostri assassini troveranno individui come questo, pronti a difenderli massivamente, colonizzando la rete con siti su siti, colonizzando social networks, forums e Wikipedia allo scopo di creare una realtà parallela distorta . Pronti a giustificare le violenze ed ad istigare all’odio verso le vittime e chi difende le vittime.

Ecco tutti i precedenti. Invasioni in privato, deliri in pubblico.

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Anche Femminismo a Sud riporta contenuti analoghi qui: http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/07/11/kamikaze-che-non-hanno-pi-niente-da-perdere/

Vocazione al martirio, giustificazione della violenza maschile vista come “rivolta degli schiavi”, la ridicola divisione degli uomini in “uomini maschi” e “uomini femmine” (una terminologia familiare ai siti ed ai movimenti neomaschilisti) che ha lo scopo ricattatorio di agire sull’orgoglio maschile degli uomini che sono contrari alla violenza di genere sulle donne, onde ricondurli dalla loro parte ed alimentare realmente una guerra tra i sessi. Finte donne che ripetono le stesse frasi, gli stessi concetti ripetuti in maniera ossessiva e patologica (senza alcuna vergogna a dichiarare la presenza dei loro bambini mentre i padri, travestiti da fotomodelle, invocano la jihad maschilista). Una pericolosissima deresponsabilizzazione della violenza maschile che può armare mani pronte a colpire e non sappiamo quanti degli assassini che quasi quotidianamente, ormai, versano sangue femminile, possano essere  stati influenzati da queste parole, vista la diffusione massiva delle pagine e dei siti che spargono simili concetti.

Ricordiamo, per l’ennesima volta, che queste persone stanno violando diverse leggi del codice penale e che alcuni di questi reati sono perseguibili d’ufficio.

Questi sono gli stessi soggetti che negano i dati statistici sulla violenza maschile, clonano pagine femministe, diffamano e violano la privacy, le pagine pubbliche e persino gli accounts privati delle femministe, accusano le campagne contro la violenza sulle donne di essere solo “propaganda misandrica” e vorrebbero la chiusura dei centri antiviolenza, quindi la condanna a morte delle donne in pericolo. Soggetti che stanno cercando di impedire in tutti i modi l’autodifesa femminile e fare del vero e proprio terrorismo. Ci sembra incredibile tanto odio, soprattutto ci sembra incredibile che chi foraggia in qualche modo individui simili, non ne prenda le distanze.

Ci sembra incredibile che ancora non sia chiaro a tutti chi sono i veri estremisti carichi di odio di genere.

Abbiamo più volte trattato il problema nei seguenti posts:

Mentre si aspetta di lapidare Sakineh in Iran, si inizia a lapidarla in Italia

Facebook, il regno dei violenti ai quali la legge lega le mani nella realtà

Clonata la nostra pagina Facebook!

I maschilisti in guerra attribuiscono alle femministe i loro stessi difetti

Lo stalking come atto eroico per il bene sociale dei violenti- clonato anche il nostro blog!

Le donne che informano sulla violenza delle donne vanno terrorizzate ed incriminate una ad una

Quando mancano gli argomenti ci si appiglia alle parole. E ci si sbaglia!

Il falsario che odia le donne- ennesimo feroce clone diffamatorio dei soliti truffatori facebook

Se denunci la violenza sulle donne, sei una criminale. Si chiama logica capovolta

Alleviamo i futuri figli dell'ignoranza e della disinformazione

A proposito di sciacalli

I negazionisti della violenza sulle donne, una costante mediatica

Sfruttatrici mantenute- Disinformazione misogina! Alè!

Come cresce magicamente una pagina-bufala (attenti agli imbrogli su Facebook!)

Perché quella pagina si chiama No Alla Violenza Sulle Donne-

martedì 19 ottobre 2010

Tutti a caccia delle briciole di Sarah. L’orgia della stampa.

Che spettacolo ignobile osservare chi per settimane si è lanciato in allusioni alla fuga volontaria, spietate illazioni partendo dall’analisi di ogni cuoricino usato come puntino da una normalissima quindicenne sul suo normalissimo diario da quindicenne, poi si è lanciato al massacro di Chi L’Ha Visto e adesso sta banchettando disgustosamente con ogni frase, ogni virgola, ogni sospiro, ogni filo d’erba che si muova nei dintorni di Avetrana.

Tutti i giornalisti disponibili alla trasferta e all’appostamento costante, pure quelli non disponibili, sono stati riversati intorno alle case degli Scazzi e dei Misseri, microfono al massimo, per carpire ogni bisbiglio dietro le imposte delle case di tutto il vicinato. Quale sete di giustizia! Quale amore di verità, vero? Ma per nulla! Se un quotidiano ha i propri inviati in un posto, gli altri non possono essere da meno e riportare meno contenuti della concorrenza, non sia mai! Ma ciò che preoccupa davvero è che gli inquirenti stiano seguendo le piste degli improvvisati segugi di tracce che non sono che gossip, pettegolezzo.

Le parole di Claudio e quelle di Concetta Scazzi, infatti, sono state distorte nei vari programmi televisivi dediti alla coltivazione della morbosità : l’uno (Claudio, fratello maggiore di Sarah) aveva sostenuto che, qualora fosse venuto a conoscenza di molestie, sarebbe intervenuto personalmente e che, invece, la piccola aveva con lo zio un rapporto normalissimo e continuava a frequentare casa Misseri con la stessa tranquillità di sempre; l’altra (Concetta, la razionale mamma della vittima), disperata per la mancanza di notizie, aveva chiesto di indagare sui conoscenti, su chiunque, persino su se stessa. Come queste affermazioni si siano trasformate in “Anche Claudio sapeva delle molestie” e “ anche Concetta aveva sospetti della famiglia” si può spiegare solo attraverso il gioco del “telefono senza fili”, quello che dimostra già ai bambini come una notizia, passando di bocca in bocca si ingigantisca e si alteri fino a deformarsi.

Non credo che la stampa abbia tra le mani i veri indizi che hanno portato gli inquirenti a stabilire il fermo di Sabrina. Le comunicazioni ufficiali escono fuori a bocconi ma il “pezzo” bisogna pur farlo, ed ecco che si passa ad aggiungere ingredienti e frullare sapientemente.

Così, se era assurdo che Michele Misseri avesse strangolato da solo (un uomo abituato al lavoro nei campi) una ragazzina di 40kg cogliendola di sorpresa alle spalle senza fare rumore o creare un suono, non si spiega come, nello stesso pochissimo tempo disponibile, Sabrina abbia potuto trascinare Sarah in garage, iniziare una discussione animata durante la quale Sarah avrebbe urlato e si sarebbe vista avvicinare dallo zio il laccio senza ribellarsi con tutta la forza che aveva, il tutto senza fare neppure abbaiare il cane che aspettava seduto davanti al cancello. Nel primo caso ci si poneva la questione del rumore e nel secondo il rumore è ovvio ma non importante. Domani diranno che tutto il vicinato sapeva e  che, quindi, tutto il vicinato era complice?

Perché è così assurdo che Sarah sia scesa in garage dallo zio? Per una presunta palpata al sedere di cui non si hanno notizie certe? Sarah non si aspettava certo di venire uccisa, quindi non c’è proprio nulla di assurdo nel suo comportamento, soprattutto alla luce delle dichiarazioni del fratello Claudio.

Perché il fatto che la madre di Sabrina abbia potuto indicare la zona della sepoltura, la sera stessa sarebbe indice di complicità o favoreggiamento? Tutti dicono che lei fosse interrogata insieme al marito la sera della confessione, quindi sapeva benissimo (come lo sapevo io che ero a casina mia e questa gente non al conosco) che le ricerche del corpo erano partite dove il marito aveva detto ed è ovvio che una moglie conosca l’ubicazione delle terre del marito.

Ricordo che tutt’Italia sapeva. La notizia è stata data in diretta da Chi L’Ha Visto ed è curioso che quando serva fare a pezzi una trasmissione di pubblica utilità si scaglino tutti in una direzione e oggi siano tutti contemporaneamente colpiti da amnesia, convinti che la madre di Sabrina abbia rivelato un dettaglio sconvolgente e sconosciuto.

Questo sempre se non ci nascondano dettagli chiarificatori, ovviamente.

Suona altrettanto assurdo che Sabrina sia sospettata di avere tolto la batteria al cellulare se i tabulati hanno confermato i suoi squilli verso il telefono di Sarah fino al momento dello spegnimento e in quel momento Sabrina era in auto con Mariangela. Capisco che per i giornalisti che si stanno  dedicando alla santificazione di Michele Misseri ed alla demonizzazione delle donne della famiglia Sabrina sia una virago diabolica ma è anche ubiqua?

E se fosse stata lei, visto che non è una sprovveduta, visto che le intercettazioni (nella versione dei giornali) riportano che si fosse lamentata che “il giorno prima” del ritrovamento del cellulare di Sarah, tutti l’avessero toccato e quindi ci fossero le impronte di tutti, è ovvio che avrebbe fatto sparire il cellulare per sempre o almeno lo avrebbe fatto ritrovare senza impronte.

Insomma, giocare a Cluedo con un branco di ragazzini di 12 anni sarebbe più gratificante per la propria intelligenza che leggere le abnormità riportate dai quotidiani.

Che dire dei sospetti sbattuti come titoloni icastici e indiscutibili?

la Stampa

Cosima sapeva tutto? In questa nazione è finita la presunzione d’innocenza persino se non si è neppure indagati? Basta una voce per emettere una sentenza sotto gli occhi di milioni di lettori? E nel giro di 120 secondi tutti i quotidiani si uniformano, riportando la notizia. La distinzione è solo nelle sfumature, nella scelta dei termini.

Per non parlare dei quotidiani che approfittano per piazzare ricostruzioni filosofico-fantasiose allo scopo di dare sfogo alla misoginia più becera ed alla più sfacciata esaltazione della figura del padre, come in questo articolo del Corriere.it a firma Goffredo Buccini.

http://www.corriere.it/cronache/10_ottobre_19/buccini-sarah-misseri_3999a280-db43-11df-a6e9-00144f02aabc.shtml

“I paparini, si sa, stanno al mondo proprio per aggiustare le cose, quando le cose si mettono male. Con quelle mani che la moglie Cosima, «Mimina», ancora rimpiange ogni volta che le si spacca un tubo del lavandino o le va in tilt una lampada del salotto («essì, per queste faccende mi manca pure adesso che per me è morto»)”

La moglie ingrata e sfruttatrice, dominante e manipolatrice, bugiarda e calcolatrice e il marito, la perla di casa! Veramente gli uomini capaci di effettuare riparazioni sono quasi estinti, altrimenti non costerebbe milioni e settimane di attesa chiamare un idraulico. In casa mia i sifoni,i filtri, le guarnizioni, qualche tubo flessibile e pure i manicotti filettati o talvolta i galleggianti li ho cambiati io. Donna. Da quando i paparini “si sa, stanno al mondo proprio per aggiustare le cose”? Il mio non ha mai aggiustato un bel nulla. Sarà difettato all’origine, un pezzo sbagliato in uno stock di paparini perfetti. Se Goffredo Buccini mi invita a casa sua gli mostro come la figlia di un uomo incapace di qualsiasi attività manuale, per avere ereditato lo spirito pratico dalla mamma (i geni sono molto meno sessisti degli esseri umani fatti e finiti) gli sistema le prese elettriche scollegate. “Gli occhi lui, quegli occhioni azzurro-cerbiatto così incongrui sulla sua faccia di forzato” qui sembra proprio che Goffredo si sia innamorato di Michele Misseri, dipinto come Cucciolo dei sette nani. Sabrina, invece, è una viziata sfaticata ingrata “ col suo sorriso da bambocciona bizzosa” che non grida ma “strilla” di essere innocente, dall’aspetto da sgradevole Santippe sovrappeso, malvagia e calcolatrice. Saranno i chili di troppo che condannano una donna a non suscitare istinto di protezione? Purtroppo, abbiamo già toccato con mano più volte come in questa nazione una donna che osi reagire, mostrare forza e lucidità, non sia degna di giustizia né di solidarietà. Sabrina può anche essere colpevole ma non lo sarà per come viene descritta da giornalisti lombrosiani. Misseri, povero angelo, chi mai può avergli suggerito l’idea assurda di confessare d’avere stuprato il cadavere della povera piccola Sarah? E che fine ha fatto per questo redattore il movente del  perfido gineceo, ovvero uccidere Sarah per coprire lo scandalo di avere un paparino che (altro che aggiustare tutto!) molestava le ragazzine?

Che senso ha la pubblicazione di un articolo che non contiene fatti oggettivi ma solo opinioni e un po’ di gossip manipolato, il tutto per massacrare la figura di Sabrina e dell’intero genere femminile? E che utilità ha la raccolta di primi piani di Sabrina pubblicata da Repubblica.it ? E se questa giovane donna un giorno venisse scagionata? Senza una sola prova, senza un’ammissione si sbatte “la mostra” in prima pagina? Che utilità ha ai fini dell’informazione, chiedo? Forse Goffredo Buccini fa parte della difesa di Michele Misseri? Non si potrebbe, allora, avere un difensore di Sabrina e di Cosima che, magari, ricordi che non è affatto necessario essere svegli e lucidi per uccidere una ragazzina di 15 anni ma che, anzi, molti serial killer erano leggermente ritardati e che il profilo caratteriale di Michele Misseri coincide perfettamente con quello del necrofilo: presumibilmente stuprato o traumatizzato da piccolo, timido, chiuso, controllato, pieno di fantasie sessuali represse, capace di una doppia vita, timoroso delle reazioni delle persone vive durante gli atti sessuali al punto da desiderare che siano passive nella maniera più totale, pronti a procurarsi cadaveri in due modi, cioè lavorando a contatto con essi o uccidendo per procurarsene. Inoltre Misseri ha mentito e mentito e poi ha mentito ancora ma pare che solo Sabrina “si contraddica”. Misseri semplicemente farfuglia indifeso…

Nessuno pare dare importanza a domande come : com’è possibile che le due cugine avessero litigato furiosamente il giorno prima e la mattina dopo Sarah l’avesse trascorsa tranquillamente a casa di Sabrina? Come mai Sabrina non ha ucciso Sarah approfittando dell’assenza di testimoni quella mattina stessa? Come mai non bastava allontanare Sarah dalle amicizie se il movente fosse stato la gelosia per Ivano? Come mai non bastava chiedere per favore a Sarah di tacere sullo zio per non svergognare la famiglia, in cambio della promessa della cessazione delle molestie? Come mai Sabrina non ha escogitato un metodo più sicuro per non essere scoperta, come annegare Sarah a mare, simulando un malore della stessa o in qualsiasi altro modo fuorché nel proprio garage a pochi minuti dall’arrivo di Mariangela?"

Intanto l’avvocato di Misseri è gasatissimo nel constatare che qualsiasi cosa il suo assistito dica, viene creduta all’istante. Lo sta aiutando pian piano a liberarsi di tutte le imputazioni. Resta solo l’occultamento di cadavere, meno di tre anni di carcere. Peccato che se decade il movente del paparino molestatore, decade anche tutto l’impianto accusatorio contro il resto della famiglia. Ma siamo certe che un movente lo troverete, suvvia.

Del resto anche Pacciani era solo un povero vecchietto indifeso, eh? Peccato avesse già ucciso e stuprasse abitualmente le figlie, per tacere delle violenze quotidiane sulla moglie. Ma in una nazione così ipocritamente maschilista si preferisce assolvere un presunto mostro piuttosto che dare giustizia ad un’adolescente che fino a poco tempo prima era dipinta dagli stessi quotidiani come una “facile” e adesso serve a colpevolizzare altre donne.

Intanto, mentre tutti sono impegnati a spiare i brufoli di Sabrina, molti altri “paparini”, italiani e non, stanno ammazzando donne, facendo saltare in aria case e massacrando mogli, stuprando, molestando ragazzine e bambini ma forse certi giornalisti non seguono tutta la cronaca. La selezionano in base al potenziale misogino. Si nota soprattutto da come donne ammazzate non trovino neppure un rigo di spazio mentre una minorenne rom che abortisce in un bagno pubblico, sola e insanguinata, diventa…

 neonato

…in una specie di complotto collettivo all’informazione distorta.

Vediamo di finirla, state creando un inferno, portando confusione, animando odio e masse forcaiole e no, purtroppo questo non è un film, non è Frankenstein Junior ma la vita reale di persone reali che meritano tutte la stessa quantità di rispetto.

E poi non siamo tutti fessi. Non tutti cascano colpiti dalle “armi di distrazione di massa”.

sabato 16 ottobre 2010

Gli ultras maschilisti ringraziano mezze donne di avere aiutato altri mezzi maschi ad uccidere una donna

 

Sul solito sito maschilista (che serve alla solita pagina falsa) col nome rubato ad un sito femminista, in una guerra scatenata dai maschilisti ed alla quale noi non prendiamo parte se non per difenderci dall’istigazione all’odio, che sta avendo come suoi frutti una colossale escalation di violenza sulle donne, compare questo “articolo” abominevole che ho copincollato sotto (anche perché quando poi si vergognano di ciò che hanno scritto, usano farci lo scherzetto di cambiare il contenuto del link da noi riportato).

Sembra incredibile ma si ringrazia Sabrina Misseri, una probabile compartecipe di un orrendo delitto, di avere svelato che i paparini sono innocenti e le donne sono bugiarde.
A parte il fatto che questi maschilisti sono così straripanti di odio che non possono fare a meno di esultare nello scoprire che almeno c’è una donna complice (e non certo nello scoprire che l’uomo sia innocente e la donna reale colpevole, badate bene), sono così accecati dalla loro stupida competizione tra delitti al maschile e delitti al femminile da non avere notato che questo resta un delitto al maschile, anzi…

Si accontentano anche di violenza episodica femminile, ignorando del tutto che altre donne, intanto (ma anche e soprattutto altri uomini) continuano a morire per mano maschile.

Per loro una rondine fa primavera. L’eccezione diventa regola e la regola diventa eccezione.

Sabrina ha verosimilmente ( a quanto dicono gli inquirenti) immobilizzato Sarah affinché il padre (presunto molestatore di ragazzine, presunto assassino della nipotina e autoaccusatosi di avere violentato il cadavere della nipote e poi averlo occultato), rimanesse pulito agli occhi della comunità.
Ovvero, Sarah si lamenta perché lo zio la molesta, Sabrina deve difendere il “buon nome” del padre e della famiglia. Temono entrambi che Sarah parli, facendo cadere la “svergogna” su casa Misseri, e la fanno fuori.

E se pure il movente fosse la gelosia verso Ivano, sarebbe sempre un delitto dettato da maschilismo perché donne che uccidono altre donne per tenersi un uomo (che non è neppure il loro fidanzato, tra l’altro) sono maschiliste.

Ciò in qualche modo, agli occhi dei maschilisti, ha liberato Michele Misseri da tutto il suo carico di colpe.
Invece qui le colpe della mentalità maschilista che da sempre distrugge il mondo sono molteplici:

1) Michele Messeri, dominato dal suo “sacro scettro” usa molesta, uccide, usa il corpo MORTO della nipotina e dopo l’uso se ne libera. Cosa distingue un maschilista da un uomo? Il maschilista ha il pene che domina il cervello mentre l’uomo vero ha il cervello che domina il pene.

2) La mentalità maschilista copre e scagiona il “padre” a priori, perché nei dogmi maschilisti non è mai abusante, mai assassino ( e questo dogma ai maschilisti serve solo allo scopo di non pagare mai più un solo euro dopo il divorzio, neppure ai figli, visto che al 99% ciò di cui si lamentano è il mantenimento dei figli e l’assegnazione della casa alla ex moglie).

3) La mentalità maschilista che da millenni educa le donne ad andare contro le altre donne ed a mettersi al servizio degli uomini ha portato Sabrina a coalizzarsi col padre maniaco sessuale ed assassino e a partecipare al femminicidio della cuginetta di 15 anni perché è sempre meglio difendere un portatore di sacro scettro che una povera sciacquetta, giusto?

DOPPIA DOSE DI VERGOGNA PER VOI!

A noi non verrebbe mai in mente di sentirci trionfanti, né mai di ringraziare per l’ennesimo crimine commesso da mano maschile. Apriamo il quotidiano ogni giorno e le notizie di violenza maschile sono talmente ovvie che nessuno ci fa caso: risse tra ragazzini, truffatori, politici malviventi, guerra che fa morti a destra e manca, terrorismo, donne e uomini ammazzati…
Ma appena compare una manina femminile anche solo a tener ferma un’altra donna mentre un finto maschio la ammazza, eccoli con le trombettine , i cappellini di carta e i coriandoli a stappare champagne e A RINGRAZIARE PRESUNTE ASSASSINE.

Evidentemente, siete così dominati dal vostro testosterone guasto al punto di vivere la vita, la violenza, la morte altrui come un’immensa partita di calcio. Questo è anche lo spettro della tipica faziosità italiana, che porta i politici ad usare il populismo per animare il popolino da una parte o dall’altra per pura competizione. Ultras del maschilismo.

Dimenticavo, quasi, che dalla stessa direzione prima si è fatto di tutto per parlare male della piccola Sarah, prima che si scoprisse la verità, poi la morte di questa ragazzina è stata usata per la causa dei padri separati, per cercare di far cadere tutta la colpa su Sabrina e redimere Michele.

E invece, un ex rispettabile padre di famiglia resta lo stesso un mostro reo confesso. Resta colui che è principalmente accusato di essere un mostro molestatore di bambine, stupratore di cadaveri, assassino e bugiardo.

E Sabrina mai si era posta come vittima diretta.

Le uniche vittime sono state Sarah e la sua famiglia, così come il negazionismo becero di chi spera sempre di far passare bambini e donne per bugiardi fa vittime solo tra bambini e donne.

Ricordate che questo è ciò che succede quando ci si fa complici del maschilismo per copire la lordura sotto la facciata di un padre modello.

Gli inquirenti dicono che Sabrina abbia aiutato ad uccidere Sarah per coprire “lo scandalo” di un padre-mostro. Altro che grazie!

Non mi piace proprio chi prende la bandiera dei “falsi abusi”, chi si imbarca in guerre fatte di dichiarazioni senza scrupoli allo scopo di far passare i pedofili per innocenti, i violentatori per santi, gli assassini per provocati. Non mi piace, mi puzza troppo di bruciato.

Noi, invece, non abbiamo nulla da nascondere. Stiamo sempre dalla parte delle vere vittime, quelle che voi volete mettere a tacere.

Sommo sdegno.

Grazie “Doppiotrikster” per avere, per l’ennesima volta, dimostrato a che livelli di immoralità siano capaci di scendere i “maschilisti in guerra”.

ultras


QUESTA DONNA CI HA INSEGNATO – E DIMOSTRATO – QUALCOSA DI FONDAMENTALE…
GRAZIE, SABRINA!


Written by DOPPIOTRIKSTER on 16 ottobre 2010

Se colpevole davvero, ci ha insegnato e dimostrato fin troppo bene qualcosa che molti di noi hanno vissuto sulla propria pelle.
Se colpevole davvero, questa donna ci ha fatto vedere come sia capace di recitare la parte della vittima distrutta, piangente, ingannata da sempre una donna che, invece, sa benissimo di esser colpevole di efferrati delitti.
Ascoltate bene le sue parole…. come parla del sogno che ha fatto, come lacrima, i toni di voce che usa, come dichiara che avrebbe denunciato il padre al minimo sospetto… “Chi riuscirebbe a sopportare un peso così grande?… No no…. ha fatto tutto da solo!”
Quanti di noi hanno visto nella propria storia sceneggiate simili? Davanti a giudici, poliziotti, assistenti sociali… spesso poco attenti a cogliere se dietro quelle lacrime e quei toni accorati ci fosse la verità o l’inganno…
Un’altra cosa questa donna è stata capace di far emergere.
Fondamentale, determinante.
Come la favoletta del papà orco e della figlia vittima e piangente sia spesso una favoletta ma viene creduta subito da giornalisti, pissichiatri, pissicologi, anchorman e anchorwoman eccetera eccetera eccetera.
Una favoletta che spesso è costata anni di ingiustizie quando non si è riusciti a dimostrare che quel pianto accorato di vittima era tutta una finzione per coprire le proprie colpe..
Questa è “la violenza sulle donne”? Si…
La Violenza delle donne sulle donne. E sugli uomini, a seconda di chi ci capita.

Fonte: http://www.comunicazionedigenere.it/2010/10/16/questa-donna-ci-ha-insegnato-%E2%80%93-e-dimostrato-%E2%80%93-qualcosa-di-fondamentale%E2%80%A6-grazie-sabrina/

Quando penso che avete toccato il fondo, scopro sempre che avete preso la pala e vi siete rimessi a scavare!

giovedì 14 ottobre 2010

Come cresce magicamente una pagina-bufala (attenti agli imbrogli su Facebook!)

Qualcuno di voi si starà chiedendo come sia possibile che una pagina che si chiama come le nostre pagine autentiche, ovvero NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE ma che ospita quasi solo articoli che parlano di padri maltrattati, di donne violente, madri degeneri e assassine, femmine avide e crudeli che riducono gli uomini in miseria, i cui commentatori fissi sono carichi di odio verso le donne, proceda allegramente verso i quasi 220 mila iscritti.

La risposta è semplicissima, anche se laboriosa da spiegare, ma il concetto alla base è elementare: l’inganno.

Studiamo il macchinoso procedimento attraverso cui questo inganno si realizza:

Chiunque di voi può ricevere da un suo contatto ( quasi certamente fasullo, dopo vedremo quali) un invito ad aderire ad un gruppo come quello che trovate a questo indirizzo : http://www.facebook.com/group.php?gid=256145372479&v=info e che appare così dai risultati Google. Anche se tutto è, come sempre, pubblico, coprirò ugualmente per privacy i suoi iscritti visibili. Se le foto sono poco leggibili, cliccateci sopra.

gruppoNoaqualsiasiformadiviolenzaparticolare2ed

Chi non si iscriverebbe più che volentieri ad un gruppo che si dichiara contro qualsiasi forma di violenza? Osservate la lista delle sue amministratrici e la stupenda ragazza bionda cerchiata in foto.

Adesso accediamo al gruppo attraverso Facebook per veder ricomparire i cognomi dei membri.

gruppoNoaqualsiasiformadiviolenzaparticolare3eded  

L’adorabile biondina nella foto patinata e un po’ troppo professionale si chiama Sara Conti. Cosa succede se ci iscriviamo al gruppo in questione?Succede che ci arrivano messaggi come questo:

sara Contied

Questa splendida ragazza chiama tutti “amore”. Che espansiva, non trovate? Sostiene che gente “violenta ed in malafede” la stia attaccando, poverina. Come non aiutarla! Dopo ci dà anche un bacio!

E quale sarebbe la sua pagina? Ma questa! Vi aspettavate che ad amministrarla ci fosse una tale bellezza? Io no. A dire il vero io e molte altre persone sappiamo benissimo chi amministra quella pagina. Non è un mistero, se si hanno occhi attenti.

Ma osserviamo il profilo di Sara, tanto è aperto e qualcosa ci dice che non ci denuncerà mai perché creare false identità sul web con le quali prendere in giro la gente è contro la legge italiana :  http://www.giovani.it/computer/news/falso_nome_web_reato.php

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Questa è la sua bacheca esposta (eh sì, non tutte le ciambelle riescono col buco) dalla quale si evince che la pupa fa solo amicizia ma non interagisce granché.

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Facciamo attenzione a città, stato civile e frasettina ammiccante/seducente. Noi siamo attente ma visto il numero di babbei che ti danno l’amicizia, cara Sara, non tutti sono attenti quanto noi.

Chissà quanti avranno pensato : “Oooh, che fortuna! Questa stupenda ragazza che mi ha chiamato “amore” è pure single!  E cerca persino una relazione! Un appuntamento! Quasi quasi ci provo. Chissà se ci sta! “. Temo che costoro rimarrebbero molto delusi.

Facciamo caso alle sue preferenze in fatto di musica (“bisogna fare l’amore, farlo per ore”???) e cinema. Notiamo Harry Ti Presento Sally, Pretty Woman, Nuovo Cinema Paradiso.

A quali altre pagine sarà iscritta? Ecco la lista.

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Curiosamente Sara appare iscritta ad una gran quantità di pagine tutte sui padri separati e contro il femminismo. Quelle sottolineate in violetto sono alcune delle pagine rubate a donne, femministe o meno, ed uomini impegnati per i diritti delle donne. Le pagine sono state sottratte col metodo della clonazione: una nuova pagina identica viene creata; la pagina originale viene bombardata di segnalazioni fino a causarne la chiusura; resta in piedi la pagina-clone amministrata da chi ha ordito il complotto.

 

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Le pagine clone di pagine femministe presentano contenuti invertiti ideologicamente, ovviamente a favore degli uomini e della PAS.

Adesso diamo un’occhiata ad un paio di pagine che non sembrano parlare sempre di poveri papà suicidi e di mitologiche nazifemministe. L’argomento cambia drasticamente. Vediamo, per esempio, Pane e Nutella e La Fiaba:

1) Pane e Nutella, immagine : (http://img844.imageshack.us/img844/2169/paneenutella14ottobre.jpg)

A quanto pare, la pagina va praticamente in automatico con l’uso di un feed burner collegato alle note della solita pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE. Ci sono note su Sarah Scazzi che cercano di orientare l’opinione dei lettori verso la colpevolezza della cugina (ne abbiamo parlato nel post “A proposito di sciacalli…”), note in cui si parla di madri assassine, di pugnalatrici, di donne che portano le figlie a prostituirsi, di donne che cercano di vendersi le figlie per (si suppone) traffico d’organi, di donne che fanno sesso per ottenere favori, di donne che usano trucchi e strategie da manipolatrici per tirarsi fuori da situazioni sgradite, di uomini scagionati da accuse e di poveri paparini vestiti da mafiosi (certo che così conciati non fanno poi tanta pena, eh) che si lamentano di essere sfruttati.
Non troverete mai, su pagine come queste, alcuna menzione riguardo i più che numerosi processi per stupri reali, terminati con ingiuste assoluzioni per insufficienza di prove, in quanto in dette pagine non è contemplata la possibilità di empatizzare con donne abusate, violentate, picchiate o uccise.

Ora diamo un’occhiata a La Fiaba: http://www.facebook.com/group.php?gid=256145372479#!/lafiaba

2)La Fiaba, immagine:
 http://img801.imageshack.us/img801/6198/lafiaba14ottobre2010.jpg

Incredibilmente, questa pagina nasce come pagina davvero dedicata alle favole e poi muta. Progressivamente appaiono le prime note che parlano sempre di bigenitorialità (un termine che significa un’ovvietà perché tutti abbiamo due genitori. Un neologismo scelto apposta per ragioni di marketing, per essere incontestabile. Chi potrebbe, infatti, mai affermare di essere contrario alla bigenitorialità? Eppure viene usato per nascondere la campagna a favore dell’affido condiviso-bis e la campagna contro il femminismo, accusato di essere per la “monogenitorialità”. Ma quando mai è stato così?).

I posts sono vecchi, la pagina è un po’ abbandonata. Si vede che un minimo di pudore prima o poi  torna a tutti.

Ma più probabilmente, non volevano ritrovarsi coperti da commenti come questi :

fermareinfibulazioneed

dormireabbracciati2

E, infatti, anche nella pagina sulle favolette un paio di signorine sottolineano che non esistono solo i padri. Non tutti gli utenti di Facebook dormono.

Ad un certo punto si afferma che la loro pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE sia tornata magicamente su facebook dopo un mitologico attacco hacker. Condotto da chi? Dalle femministe, ovviamente! Il mondo è pieno di femministe naziste che odiano i padri per principio e fanno le hacker, no? Ovviamente pochi lo sanno ma Facebook è schermatissimo contro gli hacker. Il massimo che si possa fare è usare qualche programmino per decrittare la password e violare profili privati ma è cosa per esperti. Cosa che infatti qualcuno, chissà chi, ha fatto proprio sui profili privati di alcune femministe, violandoli, arrivando a cancellarne le note sotto i loro occhi ed a deriderle. Che strano, vero?

E dire che quest’ultima perla dell’abuso virtuale condotto dai maschilisti l’ho scoperto navigando e rinvenendo questa nota .
Così come pervenutogli da “amica taggata nella nota”, ha scoperto quel che segue nello scritto. C’è da dire che certa gente è sempre al posto giusto al momento giusto e si ritrova sempre le amicizie giuste. E se quell’amica, invece, non fosse una persona reale ma solo un profilo fasullo usato come cavallo di troia?

Ora diamo un’occhiata ad un paio di pagine rubate alle femministe con il metodo della clonazione.

Per esempio:

confrontopagineassociazionedonneunitenelmondo

Sembra la vecchia pubblicità delle lenzuola uguali ma lavate con due detersivi differenti. Quale sarà la pagina lavata col detersivo dell’odio furibondo verso le donne? A sinistra abbiamo la pagina falsa e a destra la pagina vera.

Il clone contiene anche un articolo vagamente minaccioso che sembra voler sostenere che se non si darà al movimento dei padri separati ciò che chiede, avverranno guai grossi. Mi chiedo io, più grossi delle donne che stanno morendo, ormai, quasi ogni giorno per mano maschile? Che brutto tono ricattatorio!

Qui apriamo un inciso. I padri che questi “signori” rappresentano non sono tutti i padri separati ma solo un certo numero di associazioni strettesi attorno ad una sorta di collettore di associazioni, ovvero Adiantum. A questo movimento aderiscono ideologicamente con entusiasmo  anche simpatizzanti e membri dei siti ( e movimenti) maschilisti, in particolare quelli ispirati da Claudio Risè, ovvero i soliti Uomini 3000 e Maschi Selvatici, che sembrano essersi posti come obiettivo di una vera e propria chiamata alla guerra per il ritorno al patriarcato. Tutti sostengono il percorso del ddl 957 (a firma Lussana, Lega Nord), soprannominato “affido condiviso bis” che a parole, in teoria, sembrerebbe una situazione ideale, in pratica, invece, è un serbatoio di clausole per togliere a bambini e donne ogni tutela in caso di violenza, ogni tutela economica e subordinare i bambini al volere di padri e nonni paterni. è una legge che parte da un principio apparentemente sacrosanto ma, in realtà, fatta malissimo. Sta diventando il sogno di tutti i misogini che vivono su Internet sperando di distruggere il femminismo e di vendicarsi sulle ex mogli che li hanno abbandonati e spesso denunciati per lesioni e maltrattamento ma, quel che è peggio, il ddl 957 sta diventando il sogno di tutti i pedofili con prole, grazie all’introduzione della cosiddetta Sindrome di Alienazione Genitoriale, o PAS, di cui abbiamo parlato spesso anche qui, ovvero una falsa sindrome che serve a rendere inefficace qualsiasi denuncia per pedofilia e abusi, a far cadere tutte le colpe sulle madri (che sono gli unici soggetti considerati alienanti) alle quali i figli saranno strappati, ed a costringere questi ultimi a restare a contatto con padri-orchi.

Nella realtà, la maggioranza dei padri separati, quelli ai quali non verrebbe mai in mente di prendersela col femminismo, non chiede il condiviso perché il lavoro non consente loro di tenere a casa la prole a tempo pieno per 3 giorni a settimana, inoltre il condiviso non è un’invenzione inedita ma, anzi, esisteva già ed era la forma di affido alla quale facevano ricorso le coppie non conflittuali.

La scusa dei sostenitori di questa legge è che la conflittualità in ambito di divorzio verrebbe contenuta. Nella realtà dei fatti, dal 2006, anno in cui è stata approvata la legge 54 sullo stesso argomento, la conflittualità è drasticamente peggiorata ed è vorticosamente aumentato il numero dei minori sottratti alle famiglie e chiusi per anni in strutture private.

Contro il condiviso bis si stanno esprimendo Giuristi Democratici, tribunali minorili e tutte le associazioni antipedofilia alla spicciolata, una dopo l’altra. Insomma, ci dispiace per questi signori assetati del sangue delle ex mogli ma serve una legge che non accontenti una parte per scontentare l’altra.

Ora esaminiamo il clone di “Facebook favorisce il cyberbullismo contro le donne”, che troviamo a questo indirizzo http://www.facebook.com/pages/FACEBOOK-FAVORISCE-IL-CYBERBULLISMO-CONTRO-LE-DONNE/128875063802908, mentre l’originale è qui http://www.facebook.com/pages/FACEBOOK-FAVORISCE-IL-CYBERBULLISMO-CONTRO-LE-DONNE/124068320959609 .

La pagina originale era nata proprio per manifestare l’ingiustizia di esserci trovate sotto l’attacco di maschilisti clonatori dalle cui fila sono partiti attacchi da troll misogini, insulti pesantissimi anche inbox, minacce, foto di genitali maschili esibiti (che signori!), articoli a contenuto fortemente diffamatorio, eccetera eccetera.

facebookfavorisceilcyberbullismo3 

Per combinazione, esattamente come Pane e Nutella, anche quest’altra pagina fasulla è collegata tramite feed burner alle note della pagina di cui la nostra calda Sara Conti sostiene di essere l’amministratrice, quindi il contenuto è identico.

L’immagine di presentazione è stata, poi, cambiata rispetto all’originale rubato, sostituita con un simpaticissimo “Wanted, dead or alive”. Evidentemente, l’odio che queste persone hanno verso le femministe è davvero sconfinato al punto da volerci vive o morte.

Il clone, come dicevo, inizialmente aveva rubato anche l’immagine di presentazione all’originale e le amministratrici stesse furono costrette a sostituire l’avatar della loro pagina con un’altra foto, così come dovemmo fare noi per non essere confuse col nostro clone/impostore ( e il nostro clonatore insinuò che avessimo cambiato immagine per meglio nasconderci. La questione è che noi non abbiamo proprio alcun motivo per nasconderci, semmai per differenziarci!) e qui mi permetto di rubare alle sorelle amministratrici la loro elaborazione grafica :

cyberbullismoimmagine

A questo punto risulta semplicemente esilarante che in un loro sito maschilista (anch’esso dal nome rubato ad un preesistente blog femminista, ovvero comunicazionedigenere.wordpress.com) “qualcuno” abbia risposto alle accuse di clonazione con i soliti ragionamenti sofistici e le spericolate arrampicate sugli specchi, al fine di gettare fumo negli occhi di chi non sa le cose come le sappiamo noi che le abbiamo subìte.

Come sempre, rispettando a perfezione le regole del marketing, il succo dell’articolo è nel titolo forte e diffamatorio, atto a suscitare sdegno. Peccato che non siamo noi quelle che stuprano né l’informazione né i cadaveri di ragazzine. Abbiamo un bel po’ di prove del fatto che l’intento di copiare titoli di blog, siti, pagine e gruppi facebook aperti da femministe sia del tutto strumentale allo scopo di dirottare i lettori su pagine cariche di contenuto mistificatorio e di istigazione all’odio verso le donne che non restano con i mariti anche quando quelli le maltrattano.

Nell’elenco di pagine alle quali è iscritta la stupenda Sara Conti c’è anche, infatti, una pagina che invita le donne a non andare a denunciare i mariti maltrattanti: http://www.facebook.com/profile.php?id=100001553329210#!/educare.no.denunciare

noieduchiamonondenunciamo

Un appello di colossale irresponsabilità. Queste persone negano la violenza quotidiana sulle donne, invocano la chiusura dei centri antiviolenza, chiedono alle donne di non denunciare. Si assumeranno loro le responsabilità di altri delitti o il loro scopo recondito è proprio quello di fare in modo che sempre più donne debbano subire fino a restare uccise dagli ex partner?

Esageratamente patetica l’idea di usare Topo Gigio come ad insinuare che le donne denuncino uomini innocui ed angelici come pupazzetti dell’infanzia. Anche questo è un tentativo di applicazione di un metodo di propaganda nazista. Attraverso l’immagine del simpatico topino si vuole destare la tenerezza e lo sdegno di chi legge e si vuole comunicare un senso di profonda ingiustizia, nonché l’idea che le femministe siano più crudeli di Crudelia Demon.

Poi ci sono le ennesime pagine create apposta per raggranellare il maggior numero di segnalatori possibili atti a causare la chiusura delle nostre versioni originali, a dispetto del fatto che la cosa vada completamente contro la policy di Facebook e che in queste pagine si facciano affermazioni fortemente offensive e diffamatorie verso noi amministratori.

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paginafanaticamisandricaecc2

Tutte queste saranno da ritenersi prove di persecuzione, oltre che prove dei metodi scorretti e fuorilegge attuati dai fanatici antifemministi.

Adesso torniamo a Sara Conti. Ho scoperto qualcosa in più su di lei.
Sara Conti non è stata sempre così, sapete? Ha cambiato look e lo ha fatto in modo davvero radicale! C’è chi cambia colore dei capelli e lei ha cambiato l’intera testa! Sara  Conti prima era così.

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 La frasettina ammiccante del profilo, la città,… tutto uguale tranne l’incrementatissimo numero dei contatti ottenuto col cambio di…testa.
L’istantanea appena sopra risale ad uno dei tanti giorni in cui questi falsi profili femminili ( a seguito di altri profili fasulli maschili) sono venuti ad importunarci. In questo caso giunse prima un certo Simone Sparalesti
che, al termine del suo attacco da stalker, aggiunse dati autobiografici importanti, consentendoci di identificare la sua reale identità con maggiore certezza (è assai improbabile, infatti, che due signori abbiano entrambi figli maschi da madri giapponesi e che li chiamino nello stesso modo), e poi questa Sara Conti. In realtà entrambi erano la stessa persona che in altre occasioni ha ammesso di saltare da un profilo fasullo all’altro. Altra combinazione: per magia, nello stesso momento, sulla grande pagina No Alla Violenza Sulle Donne compaiono links copiati dalla nostra bacheca, quasi come se l’amministratore fosse presente in quel momento anche sul nostro spazio. simone sparalesti

Quindi dove eravamo? Alla sostituzione in campo dopo ore di commenti postato allo scopo di disturbarci: esce Simone Sparalesti, entra Sara Conti che non sa che io colleziono devotamente profili falsi creati da maschilisti.

La strategia che prova ad adottare Sara è quella di sembrare una normalissima estranea che interviene per mettere in cattiva luce noi amministratrici della pagina, facendo finta di essere una qualsiasi utente che passava dalle nostre parti, che ha letto il dibattito con Simone Sparalesti, che ritiene che quest’ultimo avesse ragione e che ci accusa nella speranza di ispirare qualche altro utente a venirle dietro nel suo attacco. Le ha risposto egregiamente il nostro caro amico Dante Di Nanni, il quale poi ha pagato la sua difesa nei nostro confronti venendo a sua volta clonato da questi “signori”.

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Vabbè, poi la signorina Sara Conti è stata da noi bannata  per poi ritrovarla con un aspetto completamente diverso ad amministrare gruppi e pagine antifemministe . E non è l’unico fake maschilista che nei mesi ha cambiato foto falsa e/o nome e cognome!

Potete seguire le evoluzioni dell’identità di Sara Conti  al suo id utente finché non verrà sacrificata alla nascita di una nuova donna completamente virtuale:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100001553329210

Ancora un caso. Osserviamo questo gruppo, molto più esplicitamente schierato dell’altro: http://www.facebook.com/group.php?gid=74065114205

gruppogenitoriseparatiinlottacontroilnazifemminismo1ed

Qui ho oscurato un solo amministratore, ovvero l’unico nome di persona reale tra la sfilza di amministratori fakes.

Notare il loro motto, che sembrerebbe riassumere il metodo della loro “guerra”, ovvero,  martellando le menti attraverso centinaia di pagine facebook, decine di siti ed altro, propinando sempre la balla del nazifemminismo misandrico e contrario ai padri, si dovrebbe raggiungere il risultato per cui la gente comincerà a pensare che tutti questi concetti assurdi siano la realtà.

Se ci si iscrive, si vedranno arrivare messaggi di questo tipo:Luciatipollijariscrizioneed

Siamo alle solite, eh! Povera Lucia, come ti capisco! In effetti siete le solite false aiutanti di chi ha costruito un enorme castello di menzogne. Ma  di cosa ti lamenti, mia cara, sei una sventolona, una modella per bikini e ti preoccupi di pagine facebookiane?

Purtroppo senza la gnocca non si vende più nulla, neppure una vagonata di disinformazione atta a rendere la gente ignorante e superstiziosa ed a scatenare una caccia alle streghe contro le femministe, che poi non sono che donne. Non è che accoltellare una femminista sia premiato dalla legge. Non c’è periodo di caccia alla femminista legalizzato, sapete? Il femminismo, nel mondo reale, è ancora un fenomeno pieno di meriti e nobiltà che certamente suona scomodo a chi odia le donne e spera di sfuggire a qualche carico penale.

Volete sapere, quindi, come abbia fatto una pagina così politicamente scorretta ed incoerente a raggiungere un simile numero di utenti?

Con l’uso di profili falsi (sono decine e decine, abbiamo una lista quasi completa), gruppi falsi, tecniche di marketing di infimo livello. Intanto i nostri profili veri, le nostre pagine vere, i nostri gruppi, vengono chiusi. È un paragone impari tra le forze messe in campo: da una parte ci sono dei professionisti del marketing con mezzi informatici non indifferenti; dall’altra ci sono persone normalissime con molto meno tempo da passare dietro lo schermo di un pc.

Anche Lucia, quindi, è una vecchia conoscenza. Anche lei ha cambiato radicalmente look. Prima si allenava a tennis ed era biondina, ora si rotola sulla sabbia come una cotoletta impanata ed è una brunetta.

Per il resto, nessuna differenza. Rompeva le scatole prima per fare iscrivere gente e lo fa adesso.

LuciaTipollijarvecchia  

Amministra anche quest’altro gruppo volto a prendere per i fondelli in primis il genere maschile facendogli credere che al mondo ci siano modelle seminude che non vedono l’ora di coccolarli e difenderli da branchi di nazifemministe.

gliuominisiamanogruppo

Notate nulla in comune tra i due gruppi appena postati? Tipo un paio di false amministratrici? Ce ne sono altri di gruppi così, sapete? Ci leggo una sola nuova amministratrice. Tale Paola Zippoli che sostiene di risiedere a Posillipo, Campania. Peccato che Posillipo non sia una città ma un quartiere!

paolaZippoli2ed 

Queste “signorine” sono tutte imparentate alla Beatrice Lo Grasso di cui abbiamo parlato qui, ci sa…

Notiamo anche, con notevole gusto (perché noi abbiamo sense of humor) nuove pagine antifemministe ancora più deliranti. Una che si lancia spericolatamente nella delineazione di una contiguità storica del tutto inventata tra neofemminismo e correnti neonaziste ( spargono ignoranza come faceva e fa il nostro premier, contando sul fatto che tanto la maggioranza della popolazione ha un grado culturale e critico basso e quindi può bersi anche delle colossali boiate come quella che femminismo e nazismo siano collegati. Insomma, queste pagine esprimono profondo disprezzo per l’intelligenza altrui) e una che auspica carcere duro per le femministe.

Fateci sapere quando il femminismo sarà un reato pari alla mafia, che ancora resta una delle più celebrate emanazioni dirette del maschilismo.

E adesso chiediamoci come mai una pagina che distrugge le donne (tranne che quando sanno d’essere sotto osservazione e si sforzano di mimetizzarsi per un po’ e di fingere un minimo di militanza antiviolenza) si chiami proprio  NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE?

Ce lo spiega quel gran poeta di Eros Intuaidumeda:

Erosdonnettestupidenonsiiscriverebbero

Uno che in una pagina contro la violenza sulle donne ci sta davvero benissimo.

erosextroia 

erostirarecollomogli

uccidetelemogli2eded

Quindi quella pagina si chiama No Alla Violenza Sulle Donne perché altrimenti le donnette stupide non si iscriverebbero.

E devono essere davvero stupide le persone che restano in una pagina per le donne in cui le donne stesse vengono apostrofate come “microcefale mestruate dimmerda”, vengono definite inferiori, dipinte come sfruttatrici dei mariti, torturatrici di bambini, eccetera. Quasi mai si parla di violenza sulle donne sulla bacheca di questa pagina e di tutte le altre pagine ad essa collegate. Al contrario, il quadro è invertito e le donne vengono presentate come esseri orribili che  persino quando vengono uccise o violentate hanno la colpa di avere istigato la violenza su se stesse.
Quasi nulla dei commenti più feroci scritti da “maschi” viene cancellato dagli amministratori. I violenti non sono mai bannati. Ad essere bannate sono donne che protestano, anche con educazione, e gli uomini col cervello ancora funzionante che questi simpaticoni definiscono “eunuchi”, bannati ed insultati anche loro . A prendere il posto delle persone censurate ci sono decine di fakes manovrati dalla stessa mano. Fakes che si fingono donne e uomini. Persino fakes che si fingono femministe allo scopo di far dire alle femministe ciò che, in realtà, esse non pensano e non dicono ma che esiste solo nei racconti dispregiativi dei neomaschilisti. è una realtà virtuale con un microcosmo completamente capovolto in cui si diverte notte e dì un monomaniacale “master of puppets” dalle decine di identità.

Tutto questo concorre a fare dell’Italia il Paese più maschilista d’Europa, in cui muoiono mediamente 130 donne l’anno e tutte per mano maschile.

Grazie almeno per le risate.

Per saperne di più, leggi nelle categorie “negazionismo”, “misogini in azione” ,“maschilisti in rete”, “padri separati”, “Facebook” e “PAS”.