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martedì 11 gennaio 2011

Le bufale anti-donna. 5- La passera predatoria e gli alimenti. I miti dell’avaro padre indegno. 2

è davvero un  peccato che non escano agli onori della cronaca più spesso le notizie sulla, pare, vasta pletora di ex mariti che si dichiarano improvvisamente nullatenenti dopo una separazione. Sarebbe interessante fare un po’ i conti in tasca a questa categoria di maschietti, dopo gli anni utilizzati dai maschilisti per usare il mito degli alimenti per creare confusione, diffondere disinformazione ed odio verso le donne.

C’è ancora bisogno di ricordare che ancora oggi il peso delle faccende domestiche e dell’allevamento dei figli grava sulle donne, le quali sono quelle che si laureano di più ma che hanno il maggior tasso di disoccupazione, la maggiore percentuale di precariato, le minori possibilità di carriera e buste paga inferiori ai colleghi maschi?

C’è ancora bisogno di ricordare che nella stragrande maggioranza dei casi una donna è costretta a rinunciare alla propria carriera per potere allevare la prole e gestire la casa comune e che persino l’ultima delle badanti ha diritto a vitto, alloggio, stipendio e trattamento di fine rapporto?

Perché un anello al dito viene visto come un anello al naso?

Ma i maschilisti furboni che diffondono notizie artefatte e odio antifemminista vi dicono mai chi è che paga per tutti gli ex mariti fintamente nullatenenti?

A pagare siamo noi fessacchiotti che rispettiamo le regole e le persone che ci hanno vissuto accanto. Che strano…

Treviso. Non paga la ex ma ha lo yacht
e lo tiene a Jesolo per 1.800 euro al mese

Processo a un imprenditore che non versa l'assegno a moglie
e due figlie. Barca intestata al nipote, ma lui ne sa poco o nulla

(archivio)

TREVISO (11 gennaio) - Possiede uno yacht, per il quale - secondo gli inquirenti - pagherebbe fino a 1.800 euro al mese di ormeggio nel porto di Jesolo, ma risultava nullatenente, senza il becco di un quattrino tanto da non poter versare l’assegno di mantenimento alla moglie e alle due figlie, una delle quali minorenne. È questa, in estrema sintesi, l’accusa della quale deve rispondere l’imprenditore Vincenzo Zanata, 56 anni, di Villorba, che - in base agli accertamenti - gestirebbe una società, in realtà intestata alla madre e ad altri parenti, per la distribuzione di volantini pubblicitari (ma non solo) nel Nordest.
Sempre a quella società riconducibile a Zanata - recita l’accusa - sarebbe intestata una lussuosa abitazione di Jesolo, mentre lo yacht, abitualmente usato dall’imprenditore, risulta di proprietà di un nipote che, sentito dagli inquirenti, avrebbe dichiarato di saperne poco o nulla.
Era andata bene per le prime due-tre denunce dell’ex moglie a Zanata, ma la quarta gli è stata "fatale". Nei primi tre casi la Procura ritenne insussistenti gli elementi di prova e archiviò le querele. Ma l’ex compagna Anna D.P., 45 anni, di Carbonera, non si arrese e decise di chiedere aiuto alla Finanza e a un investigatore privato. A quel punto il "banco è saltato": sono stati infatti gli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle, uniti a quelli del detective, a far scattare il nuovo procedimento penale nel quale la Procura ha contestato a Zanata le accuse di mancato pagamento degli alimenti all’ex moglie e alle figlie, ma anche di aver adottato mezzi fraudolenti per farsi passare nullatenente senza esserlo.
Ad assistere "l’imprenditore-nullatenente" è l’avvocato Andrea Zambon che conta di smontare la ricostruzione dell’accusa: «Per ora è stata sentita solo una campana ma nelle prossime udienze - ha concluso il legale - produrremo una serie di testimoni dai quali emergerà con nitidezza che Zanata, dalla separazione avvenuta nel 2008 ad oggi, non ha mai avuto alcuna disponibilità economica».

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