Nessuna di noi può sentirsi rappresentata da poteri che irresponsabilmente hanno preparato la seconda invasione dei rifiuti in Campania.
La forza di opporre gesti responsabili alla cultura del buttare altrove ferendo la terra, è sommersa da prepotenze che, stentiamo a credere, sono guidate da ordini Istituzionali.
I gesti che compiamo e che compiono la maggioranza delle donne anche a Terzigno, sono quelli che mettono loro e noi dalla stessa parte: dalla parte della terra e del Vesuvio, patrimonio dell’umanità ed icona non retorica della nostra città.
Le cittadine e i cittadini lo dicono, da quando si era in tempo, prima della seconda invasione dei rifiuti, che non sono possibili miracoli senza l’impiego delle risorse. Le cittadine e i cittadini dicono da sempre e mentre si è ancora in tempo, che chi vuol fare la cosa giusta non può farlo guardando al tornaconto politico e affaristico immediato. Dopo un intero anno di inattività della Provincia di Napoli, proprietaria degli impianti di smaltimento, ognuno ha accumulato i suoi ritardi, colpevoli ed artefici dello sconforto nel quale è stata trasformata la lotta di coloro che vogliono salvare una terra, che è la terra.
Ci rivolgiamo a tutti coloro che ne hanno responsabilità, sostenute dal coraggio delle donne di Terzigno, e a tutti i cittadini che, a dispetto del tradimento subìto, esprimono ragione ed insegnamento verso chi, pur disponendo dei poteri, non dimostra di avere né ragione né previdenza.
Porre fine a guasti più che trentennali, non è facile, ma cominciare subito si può.
Quando parliamo di guasti trentennali siamo consapevoli di rompere il silenzio sui costi pagati dalla Campania per lo “sviluppo di tutto il paese”, anche e soprattutto di quella parte da cui i capi ci guardano con sufficienza. Siamo pronte a pagare ancora, ma sappiamo di farlo per tutto il Paese.
Pagare le cose giuste, non per scavare, che non ha più, se mai ne ha avuto, senso: non vogliamo che sia preparata la terza e irreparabile invasione dei rifiuti per le strade Italiane.
La nostra terra scoppia, e la principale accusata di oggi, Napoli, deve imitare i nostri gesti responsabili.
E ci rivolgiamo al nostro Sindaco: da donna dovrà fare ad ogni costo l’atto che le compete e che la pone nella condizione di battersi per l’affermazione di un sistema civile e moderno nello smaltimento dei rifiuti.
Questo sistema, il ciclo integrato, prevede la separazione, il riuso, la riduzione a monte e la distruzione della parte residuale.
Subito coi mezzi che sono le nostre mani, con la nostra attività politica, per il giorno di domani 22 ottobre, continueremo a sostenere chiunque vada in quella direzione.
Invitiamo un’altra donne , il Ministro per l’ambiente, a rivedere concretamente la sua decisione che la pone in netta contrapposizione alla Commissione Europea che, in tempo utile, ha avvertito chi invece ha scelto l’immobilismo, sui rischi dell’apertura della discarica sul Vesuvio (patrimonio dell’Umanità), aperta oggi con prepotenza, indicando gli obblighi per l’attuazione del ciclo consumo-rifiuti sostenibile.
Concludiamo chiedendoci quando verranno quantificati i costi delle inadempienze, di oggi, seguite dalle prepotenze, di oggi, e delle aggressioni di oggi ai cittadini. Ci chiediamo quando quei costi verranno confrontati con quelli delle soluzioni ragionevoli attuabili da subito.
Noi vogliamo che domani 22 ottobre il Sindaco e il Ministro facciano i loro gesti responsabili , come noi che, non cedendo alla disperazione, compiamo i nostri.
Facciano i loro gesti contro la malafede e gli errori degli altri e dei loro uffici, li facciano cominciando da sé e singolarmente. Noi scegliamo di non subire l'attesa del miracolo.
Napoli 21/10/10
La Camera delle Donne
(UDI di Napoli, Arcidonna Napoli, Associazione Maddalena, Donnesudonne, Donne in nero NA, Associazione Febe, Giuriste Democratiche, Associazione Karabà. Coop. Eva, Associazione Salute donna, Udi di Portici, Self, Donne Medico, Associazione Pimentel, Comitato 194)
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