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giovedì 16 settembre 2010

Il “matrimonio riparatore”: in India come in Italia 30 anni fa

L’articolo di Teresa Scherillo su Giornalettismo.com ci riporta alla mente di un passato per nulla lontano. Era solo ieri. Accadeva solo ieri ed oggi già osano sostenere che le donne abbiano troppo potere. Il 5 Agosto 1981, l’art.1 della legge n.442 portava all’abrogazione dell’art.544c.p., ovvero quello che consentiva l’estinzione della pena di stupro in caso di matrimonio con la vittima.

La prima a ribellarsi ed a rifiutare il matrimonio riparatore con il suo stupratore fu Franca Viola nel 1966. Come recita Wikipedia alla voce Franca Viola :

Il 26 dicembre 1965, all'età di 17 anni, Franca Viola, figlia di una coppia di coltivatori diretti, venne rapita (assieme al fratellino Mariano di 8 anni, subito rilasciato) da Filippo Melodia, un suo spasimante sempre respinto, imparentato con la potente famiglia mafiosa dei Rimi, che agì con l'aiuto di dodici amici. La ragazza venne violentata e quindi segregata per otto giorni in un casolare al di fuori del paese; fu liberata con un blitz dei carabinieri il 2 gennaio 1966.

Secondo la morale del tempo, una ragazza uscita da una simile vicenda, ossia non più vergine, avrebbe dovuto necessariamente sposare il suo rapitore, salvando l'onore suo e quello familiare. In caso contrario sarebbe rimasta zitella, venendo additata come "donna svergognata".

All'epoca la legislazione italiana, in particolare l'articolo 544 del codice penale, ammetteva la possibilità di estinguere il reato di violenza carnale, anche ai danni di minorenne, qualora fosse stato seguito dal cosiddetto "matrimonio riparatore", contratto tra l'accusato e la persona offesa; la violenza sessuale era considerato oltraggio alla morale e non reato contro la persona.

Ma, contrariamente alle consuetudini del tempo, Franca Viola non accettò il matrimonio riparatore. Suo padre, contattato da emissari durante il rapimento, finse di acconsentire alle nozze, mentre con i carabinieri di Alcamo preparavano una trappola: infatti, quando rapitore e complici rientrarono in paese con la ragazza furono arrestati

Subito dopo il fatto, la famiglia Viola, che aveva contravvenuto alle regole di vita locale, fu soggetta ad intimidazioni: il padre Bernando venne minacciato di morte, la vigna fu rasa al suolo ed il casolare annesso bruciato.

Il caso sollevò in Italia forti polemiche divenendo oggetto di numerose interpellanze parlamentari. Durante il processo che seguì, la difesa tentò invano di screditare la ragazza, sostenendo che fosse consenziente alla fuga d'amore, la cosiddetta "fuitina", allo scopo di mettere la propria famiglia di fronte al fatto compiuto per ottenere il consenso al matrimonio.

Filippo Melodia venne condannato a 11 anni di carcere, ridotti a 10 e a 2 anni di soggiorno obbligato nei pressi di Modena. Pesanti condanne furono inflitte anche ai suoi complici dal tribunale di Trapani, presieduto dal giudice Giovanni Albeggiani. Melodia uscì dal carcere nel 1976 e venne ucciso, nei dintorni di Modena, da ignoti con un colpo di lupara il 13 aprile 1978.

Franca Viola diventerà in Sicilia un simbolo di libertà e dignità per tutte quelle donne che dopo di lei subirono le medesime violenze ed ebbero, dal suo esempio, il coraggio di "dire no" e rifiutare il matrimonio riparatore.

Franca Viola si sposò nel 1968 con il giovane compaesano Giuseppe Ruisi, ragioniere, con il quale era fidanzata, che insistette nel volerla sposare, nonostante lei cercasse di distoglierlo dal proposito per timori di rappresaglie. La coppia ebbe due figli: si trasferì a vivere a Monreale per i primi tre anni di matrimonio, per poi tornare ad Alcamo.

Giuseppe Saragat, Presidente della Repubblica, inviò alla coppia un dono di nozze per manifestare a Franca Viola la solidarietà e la simpatia sua e degli italiani. In quello stesso anno i due sposi vennero ricevuti dal papa Paolo VI in udienza privata.

Il regista Damiano Damiani, nel 1970, realizzò il film La moglie più bella, ispirato alla vicenda e interpretato da un'esordiente e giovanissima Ornella Muti.

Franca Viola ha due figli e due nipoti e vive ad Alcamo.

Passeranno ancora sedici anni per l'abrogazione di quella norma inutilmente invocata a propria discolpa dall'aggressore: l'articolo 544 del codice penale sarà abrogato dall'articolo 1 della legge 442, emanata il 5 agosto 1981, che abolisce la facoltà di cancellare una violenza sessuale tramite un successivo matrimonio.

Immaginate la comodità di potersi scegliere la schiava, rapirla, violentarla, obbligarla al matrimonio (sorpassando tutto quel noioso e costoso processo tipicamente femminista chiamato “corteggiamento” e quell’altro stupido concetto femminista chiamato “libertà di scelta femminile”),chiuderla in casa a fare figli, impedirle di lavorare, di amministrare denaro, di potere avere amanti (pena la minaccia del delitto d'onore, altro capolavoro italiano abrogato dallo stesso articolo 1 della legge 442, 5 Agosto 1981), di potere scappare (pena l’incriminazione per abbandono del tetto coniugale), di potere divorziare, di potere abortire…

State immaginando la condizione della donna in Italia solo 29 anni fa.

La stessa che vige nei paesi islamici oggi, la stessa alla quale lentamente le associazioni maschiliste stanno cercando di riportarci combattendo il femminismo, i centri antiviolenza, i consultori, le leggi sull’affido dei minori, sul divorzio,sugli alimenti, il diritto alla scelta sul destino del feto, la presenza delle donne nell’esercito, la libertà di scelta persino in ambito domestico, eccetera…

Per una buffa ironia della sorte, il video sottostante è caricato su Youtube proprio da quei radicali di sinistra che appaiono coinvolti nella proposta di legge di Olimpia Tarzia volta allo smantellamento dei consultori ed alla istituzione di consultori privati consegnati nelle mani del “Movimento per la vita”.

Curioso difendere l’autonomia delle donne ed, al tempo stesso, combatterla nel totale disprezzo della propria memoria storica.

 

 

Può una donna sposare il suo stupratore? (Giornalettismo.com)

Quando un violentatore si  offre come marito di chi ha subito lo stupro, si potrebbe pensare alla soluzione perfetta della vicenda. Ma non è questa una ulteriore vittimizzazione dell’abusata?

Scrive il Times of India che normalmente non ci si aspetta che  una ragazza sposi il suo stupratore, ma in un recente caso avvenuto a West Delhi, una donna ha sposato il ragazzo che l’avrebbe violentata. Questo, ovviamente, non è un episodio una tantum e porta 200611241705Stupro Può una donna sposare il suo stupratore?definitivamente alla ribalta l’esistenza di una società insensibile che non ci pensa due volte prima di mettere una ragazza in difficoltà.

CADONO LE ACCUSE - Nel mese di marzo, KG Balakrishnan, l’allora presidente della Corte Suprema dell’ India aveva detto: “A una donna dovrebbe essere consentito di avere un bambino da uno stupro e/o di sposare l’uomo in modo da far  cadere l’accusa di stupro se lei lo desidera“.  Ma la maggior parte non giustificano queste parole. Kavita, un operatore di una ONG insiste sul punto: “La ragazza ha già subito un torto. E per aggiungere miseria a miseria, il suo predatore sfugge con faciltà alle conseguenze del reato, semplicemente sposando la ragazza. Non si sa mai se con questa pratica gli stupratori potrebbero ricorrere a tali tecniche su ogni ragazza su cui fantasticano“.

LO STIGMA – Lo stupratore sfrutta anche lo stigma sociale per il quale nessun uomo accetta una donna che è stata violentata. Una fonte dalla National Commission of Women rivela: “Abbiamo salvato alcune ragazze di una piccola città in passato. Facciamo in modo di sfidare le decisioni insensate della comunità panchayat. Ma in alcuni casi diventa molto difficile quando la famiglia della ragazza e la ragazza stessa sono d’accordo a sposare il violentatore“. Ma la ragazza dovrebbe essere messa in condizione di prendere una decisione libera, senza dover soccombere agli atteggiamenti sociali.

MATRIMONIO CRIMINALE - La psicologa Seema Hingoranny è d’accordo, “Una donna non dovrebbe mai sposare il suo stupratore. Lo stupro è un grosso trauma e la vittima ha bisogno di una terapia intensiva per uscirne. Alcune persone si sposano a causa della loro insicurezza e a causa dello stigma che nessuno le sposa. Ma queste ragazze a malapena dimenticano lo stupratore“. E aggiunge: “Inoltre, non si può completamente ignorare lo stato psicologico di un uomo. Qualcuno che può commettere un crimine efferato ha qualcosa di sbagliato nel suo carattere e tali matrimoni non potranno mai funzionare. Potrebbero portare ad una maggiore violenza. Sono totalmente contro questa idea. Invece della vittima sposata con lo stupratore, la famiglia e il governo dovrebbero  pensare a modi per riabilitare la sua vita“.

UNA FICTION? - Alcuni problemi ci sono pure con la TV indiana. Dice un attivista: “La televisione indiana ha replicato questi episodi di vita reale nelle serie televisive. Quello che non capiscono è che questo potrebbe portare a gravi repurcussionsi. I canali televisivi dovrebbero assicurare che non stanno propogando l’atto mostrando le vittime sposate ai loro stupratori“. Le conseguenze dell’abuso che sono così profondamente impresse nella mente della ragazza non le lasciano quasi mai superare il trauma. E la diluizione della pena per lo stupratore non deve essere tollerata!”

di Teresa Scherillo (makia)    pubblicato il 16 settembre 2010 alle 09:37

Giornalettismo.com http://www.giornalettismo.com/archives/82074/puo-donna-sposare-suo-stupratore/

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