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martedì 2 novembre 2010

Usare la morte di una ragazzina per i propri scopi personali e per togliere alle donne ogni difesa

immese_avvoltoiA questa gente non importa nulla di Sarah Scazzi, questo appare ovvio. Purtroppo questa ragazzina dal triste destino è però un ottimo “cavallo di Troia”, un argomento che attira l’attenzione e al bordo del quale far salire, attraverso ragionamenti così assurdi che nessuno sarà in grado di capirli ma che molti daranno per buoni, altre idee che si cerca di propinare per il conseguimento di altri scopi. Non faremo finta di non notare che smantellare consultori e centri antiviolenza per affidarli a strutture di privati è un boccone ghiotto per chi ne volesse approfittare. Non faremo finta di non sapere che il dichiarato antifemminismo di dette associazioni private potrebbe eventualmente soddisfare anche i  più o meno reconditi desideri di vendetta di alcuni individui.

I centri antiviolenza sono l’ultimo rifugio per donne in pericolo di vita. Chiuderli sarà una dichiarazione di netto menefreghismo di fronte alla morte delle donne per mano maschile. Se poi questo tentativo di fare danno alle strutture antiviolenza è sostenuto da chi non fa mistero di negare il concetto di “femminicidio” e di “violenza sulle donne” e da chi fa di tutto per impedire la conduzione di campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, non c’è null’altro da capire: stanno facendo di tutto per toglierci ogni possibilità di autodifesa.

  1. Contestano la legge sullo stalking.
  2. Invocano la chiusura dei centri antiviolenza.
  3. Istigano nettamente all’odio contro le donne che difendono i diritti femminili.
  4. Contestano le statistiche sulla violenza, sostenendo addirittura che il nostro sia un Paese tra i più sicuri.
  5. Contestano il concetto di femminicidio e di omicidio di genere e negano che sia un fenomeno.
  6. Accusano chi sensibilizza contro la violenza sulle donne di avere, in realtà, lo scopo di diffamare l’intero genere maschile. Questa accusa serve a screditare gli attivisti antiviolenza.
  7. Contestano le campagne antiviolenza anche nei modi.
  8. Cercano con ogni mezzo di mettere a tacere gli attivisti della difesa della donna su Internet.
  9. Sostengono che le donne debbano imparare ad accettare, sopportare, piegarsi e non denunciare.
  10. Sostengono che le denunce per violenze siano quasi tutti falsi.
  11. Affermano che la vittima sia sempre responsabile o corresponsabile dell’atto omicida che essa stessa ha subito.

C’è qualcuno al quale non sia ancora chiaro che l’interesse di certe persone è di schiavizzare le donne più di quanto non siano già sottomesse e subalterne?

E questo è, se possibile, ancora più odioso perché commesso prendendo palesemente in giro gli utenti della rete e dei social network attraverso notizie rimaneggiate, ragionamenti artefatti e spam su pagine alle quali la gente si iscrive in totale buona fede, ed è ancora più odioso perché si attua usando la morte di una ragazzina, nonostante non ci sia ancora alcuna certezza neppure su assassini e moventi. Una ragazzina che, se fosse cresciuta in un mondo come quello che stanno cercando di costruire certe persone, avrebbe potuto finire nelle mani di un compagno violento e senza più alcun modo né diritto per sfuggirgli.

Date un’occhiata all’imponente opera di spam alla quale è sottoposta la sola Facebook. E non è che un assaggio:

 http://img811.imageshack.us/img811/175/collagetagliato.jpg

Il cacciatore di femministe. Ancora persecuzione alle donne su Facebook!

C’è una comunità in rete il cui scopo vitale sembra essere la persecuzione delle femministe o di qualsiasi donna si batta per i diritti delle proprie simili. Il fenomeno è a noi ben noto per averlo troppo frequentemente incontrato, anche se solo in virtuale. Qualcuno sembra svegliarsi la mattina con l’idea di importunare donne nei loro blogs, nei loro profili facebook, nelle loro pagine e nei loro gruppi sui social networks. Qualcuno con monomaniacale pervicacia continua imperterrito ad ottenere la censura delle idee altrui ed a diffondere disinformazione ed odio contro l’intero genere femminile. Qualcuno appare votatosi a perseguitare donne solo perché non la pensano come lui o perché rappresentano la sua sconfitta umana. Qualcuno appare perso in una guerra folle che ha costretto numerose ragazze e donne a coalizzarsi per semplice autodifesa del diritto al pensiero, alla parola, alla dignità, al rispetto.

Questo qualcuno sembra averne fatta un’altra delle sue:  l’amministratrice di una pagina realmente dalla parte delle donne, ovvero Donne Ultraviolette, si è trovata estromessa dalla gestione della stessa. La pagina è stata invasa da un profilo falso, ad imitazione dell’autentico profilo amministrativo, che posta i soliti contenuti misogini. L’ennesima spazio per le donne finito con l’essere appestato dai soliti, ripetitivi, prevedibili attivisti della misoginia, imbarcati nella jihad dei più sfigati tra i maschilisti.

Per maggiore precisione:

-La pagina “rubata” è questa : http://www.facebook.com/pages/Donne-ultraviolette/135455783154971#!/pages/Donne-ultraviolette/135455783154971

-Il profilo falso che l’ha invasa è questo: http://www.facebook.com/profile.php?id=100001766353347