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domenica 24 ottobre 2010

Le bufale anti-donna.5- La passera predatoria,gli alimenti. I miti dell’avaro padre indegno.1

image20Questa è la lettera di un figlio. Uno di quei figli che sono accuratamente scomparsi dai racconti strappalacrime dell’armata internettiana dei padri separati: un figlio abbandonato dal padre ad una madre per una esigua somma di denaro. Altro che le leggende sui mantenimenti miliardari per figli negati e le leggi femministe a tutela di befane succhiasoldi!
Anche questa lettera è stata da noi rinvenuta per caso su un sito al di sopra di ogni sospetto, ovvero sul  blog dell’avvocato Tiziano Solignani. Non un femminista e non sappiamo quale sia la sua collocazione nella moderna guerra tra i sessi alimentata da alcune associazioni, giacché pare del tutto impegnato a svolgere semplicemente il proprio mestiere.

Si possono chiedere gli arretrati del mantenimento?

Sono un ragazzo di 35 anni i miei genitori si sono separati nel 1979 e divorziati nel 1996 mio padre diede a mia madre una liquidazione di tredicimilioni di lire con clausula che piu nulla gli era dovuto. io finita la scuola media inferiore andai subito a lavorare per poter affrontare le difficoltà economiche famigliari visto che mia madre essendo malata e operata di due tumori non poteva lavorare, ma con sacrifici e amore e sempre riuscita a farmi crescere nei migliori dei modi. Mio padre ora in pensione si è risposato ha un figlio che circa dovrebbe avere 27 anni, nei miei confronti in tutti questi anni fin dalla nascita non e mai stato presente sia economicamente sia affettivamente nemmeno gli auguri di compleanno e comprensibile capire tutte le difficoltà che ho passato da adolescente, ora mi ritrovo disoccupato dopo quasi 20 anni di lavoro e con mia madre da accudire che percepisce una pensione minima, chiaramente il mio cuore mi dice che devo riuscire a fare il possibile per lei ma purtroppo economicamente non riesco a mantenerla e non riesco a mantenere me stesso. Potrebbe sembrare cattiva la mia domanda ma spero che sia comprensibile e cioè non posso chiedere a mio padre i danni morali e/o esistenziali per non avermi mai dato nemmeno un mantenimento da minorenne e chiedere gli arretrati di tutti questi anni?
Il diritto al mantenimento è imprescrittibile, ma secondo i giudici le rate mensili si prescrivono in 5 anni. Forse si può chiedere il risarcimento del danno per non aver mai effettuato visite o frequentato il figlio, che secondo i giudici è anche un dovere e non solo un diritto del padre separato, nei confronti dell’altro genitore e del figlio. Ci sono pronunzie su quest’ultimo punto, di cui parlo anche nel mio libro.
Prima di procedere, naturalmente, fai una valutazione di convenienza e fattibilità del recupero, perchè se tuo padre non ha sostanze aggredibili è inutile munirsi di un titolo.
22/09/2010 di Tiziano Solignani

Il chiodo più battuto dalla parte malsana del movimento per i padri è questo tristissimo luogo comune da bar. Assai praticato dai manovratori che sanno bene di conoscere i più bassi istinti di una nutrita percentuale di vittimisti, cresciuti senza il metro per rapportare se stessi al mondo circostante, quindi incapaci di riconoscersi colpe o responsabilità. Psichiatri e psicanalisti hanno fondato manuali interi sul risultato che un ego ipertrofizzato e deresponsabilizzato sin dall’infanzia conduca ad esemplari adulti convinti di meritare di più, di meritare, soprattutto, status symbol con i quali trionfare nell’asfissiante competizione maschile che viene spacciata per “capacità di fare squadra”. Altre spiegazioni non ci sono perché esemplari di “passera predatoria” sono rinvenibili solo all’interno dell’irreale tipologia di “strafiga stupida”, ovvero, senza generalizzare (perché non è nostra abitudine, noi siamo quelle abituate ad analizzare i particolari, per predisposizione antropologica), all’interno della tipologia della “aspirante velina/modella/soubrette/attricetta in cerca di calciatore e/o impresario/produttore/politicante”, ovvero un articolo plasmato proprio dalle mani maschili, approfittando di un’apertura che ha consentito la distorsione del concetto di “liberazione sessuale”.
La volontà che leggiamo chiaramente dietro la diffusione delle favolette sulle arrampicatrici sociali è mistificatoria, vittimistica e vendicativa allo scopo di marchiare l’intero genere femminile con un pregiudizio che non era valido neppure quando esisteva la “dote”, senza la quale, è notorio, alcuna donna poteva aspirare al matrimonio. Tutto questo serve a creare consenso intorno a leggi che hanno solo lo scopo di evitare la giustizia sociale, il sostegno al coniuge indigente e persino il risparmio massimo possibile sugli alimenti per quei figli il cui amore va forzato con sindromi false come la PAS ma per i quali meno di spende e meglio è.
La vita quotidiana reale e media, quella mollata a casa dai mariti da bar e da stadio e non abbellita dalla fantasia che fa diventare un pesciolino di mezzo chilo una carpa da otto chili e mezzo nei racconti dei pescatori davanti agli amici, offre tutt’altri esempi: donne che prestano denaro a compagni in difficoltà, amici o amanti approfittatori; donne che perdono la testa per “l’eroe sfortunato” o che davanti ad un poeta squattrinato alla Marius della tradizione letteraria romantica, si sentono altrettante Cosetta; donne che lavorano e conservano la propria indipendenza; donne che si arrangiano in mille lavoretti in nero, dalla sartoria alla produzione domestica di torte e biscotti per aiutare la famigliola a sbarcare il lunario; donne che dopo il divorzio non vedono una lira né un euro ed inseguono telefonicamente ex mariti e padri datisi alla macchia, eccetera, eccetera.
Insomma, quando l’età mentale tra le due controparti diverge, diverge anche la tendenza a raccontare una realtà favolistica e vittimistica che obnubili un quotidiano assai meno poetico e leggendario. Soprattutto, quando si comunica tra individui di pari maturità e realismo, spariscono quelli che sono solo STEREOTIPI.

lunedì 18 ottobre 2010

Le bufale anti-donna. 3 – La lobby dei papà che mangia alla Caritas. E le mamme separate dove mangiano?

part6_4 Su questo argomento abbiamo rinvenuto un  leggero divario di vedute tra gli estremisti fanatici del movimento pro-padre e anti-donna e i padri separati più moderati e disposti ad ammettere realtà alternative.

Insomma, ma è proprio vero che le ex mogli fanno il bagno nei soldoni degli ex mariti che finiscono sotto i ponti? Ovviamente no ma è assolutamente vitale che gli italiani si convincano che sia così. è vitale che sia così perché, piuttosto che attaccare il caro-affitti, la svalutazione del potere di acquisto degli stipendi, la disoccupazione, la difficoltà che le donne riscontrano nel trovare e mantenere un lavoro se madri, alcuni ex mariti preferiscono cercare i mezzi per evitare di pagare alimenti o costosi mantenimenti per i figli e per evitare di lasciare la casa (che non è affatto detto sia pagata dal loro) all’ex coniuge.

è ovvio che in due si risparmino le spese. è ovvio che tornare ad abitare da soli significhi vedersi raddoppiate le uscite e dimezzate le entrate. è ovvio che allevare figli di questi tempi sia diventato un lusso per tutti.

Chi ha colpa di tutto questo? Le donne, le donne e solo le donne.

E invece…

lunedì 11 ottobre 2010

Sfruttatrici mantenute?Disinformazione misogina! Alè!

 

Pinocchio1-0ec0e Ah, è solo un mese che l’amministratore della falsa pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE ci ammorba con questa notizia? Pensavo di più. Siccome l’avrò vista passare decine di volte (come pure la notizia della morte per crepacuore del povero Maurizio, deceduto il 7 Aprile 2010 è riportata continuamente sulle stesse pagine accompagnata dall’incipit “Oggi è volato in cielo” come se il pover’uomo fosse destinato a finire i suoi giorni ogni giorno da quel dì) mi deve aver fatto lo stesso effetto di mezz’ora di sala d’attesa dal dentista.

Per fortuna “Anna” cita la fonte dell’articolo ma si scorda di riportarne anche la parte finale. Ogni volta che apro uno dei pezzi scritti su questi siti-clone misogini trovo sempre che hanno tagliato o cucito qualcosa. A volte sono percentuali, diminuite o aumentate a seconda delle necessità, a volte sono statistiche tagliate ad arte. Insomma, c’è un problema di scarsa confidenza tra i misogini e la verità.

Il pezzo dice questo:

Mantenimento di 250€ a vita per 7 giorni di matrimonio. Alè!

Written by Anna on 12 settembre 2010

Si è sposata, è rimasta con il marito per una sola settimana senza mai occuparsi della gestione familiare né concedendosi mai al neo-coniuge. Poi se n’è andata e ha chiesto gli alimenti. E’ successo a Bologna, dove una fresca sposina non ha retto la vita coniugale e se l’è data a gambe, ottenendo, a dispetto della brevità e del mancato “consumo” del rapporto, un assegno di 250 euro mensili. Ad attribuirglielo in via definitiva (ma anche in misura inferiore a quanto richiesto) la Corte di Cassazione, che ha confermato la bontà di una sentenza della Corte d’appello del capoluogo emiliano, poiché lontano dal marito le signora in questione non riusciva a mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante le (fulminee) nozze.

In Italia solo il 3.5% delle mogli paga assegni di mantenimento: chissà come mai le femministe non si battono contro queste sentenze sessiste…

La notizia è tratta da http://donna.libero.it/lifestyle/mantenere-ex-divorzio-mantienimento-soldi-moglie-marito-ne1665.phtml

  L’originale dice, invece:

L'ex lo mantiene lei

 Mentre a Bologna una moglie incassa gli alimenti per un matrimonio non consumato di una settimana, si moltiplicano i casi in cui l'assegno di mantenimento lo deve girare lei a lui. Miracolo della parità dei diritti. Ma le donne pagano senza fiatare

Si è sposata, è rimasta con il marito per una sola settimana senza mai occuparsi della gestione familiare né concedendosi mai al neo-coniuge. Poi se n'è andata e ha chiesto gli alimenti. E' successo a Bologna, dove una fresca sposina non ha retto la vita coniugale e se l'è data a gambe, ottenendo, a dispetto della brevità  e del mancato "consumo" del rapporto, un assegno di 250 euro mensili. Ad attribuirglielo in via definitiva (ma anche in misura inferiore a quanto richiesto) la Corte di Cassazione, che ha confermato la bontà di una sentenza della Corte d'appello del capoluogo emiliano, poiché lontano dal marito le signora in questione non riusciva a mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante le (fulminee) nozze.

Il caso felsineo ha già scatenato polemiche e discussioni tra matrimonialisti e gente comune. Ma rischia di essere superato dai fatti o ribaltato nelle parti (con il marito al posto della moglie), visto che gli ultimi dati rivelano una netta crescita dei casi in cui è la donna a dover versare l'assegno di mantenimento all'ex compagno. La rivoluzione ha ancora piccoli numeri ma il trend è in crescita: secondo l'Associazione Matrimonialisti Italiani, rispetto al 2% del 2005, le sentenze favorevoli ai "mariti indigenti" sono salite al 3,5% sia nel 2007 sia nel 2008.
Sarà per l'ancora scarsa incidenza del fenomeno, per il fatto che casi simili coinvolgono
donne manager o professioniste estremamente benestanti  o per maggior buonsenso femminile, ma, come racconta l'avvocato Annamaria Bernardini de Pace al Corriere , «le donne, quando ci sono i requisiti, non creano nessun ostacolo, sono leali: versano quel che c'è da versare. Sono rispettose dei diritti dell'ex marito e anche dell'opportunità di aiutarlo. Finora con le mie clienti non c'è mai stata nessuna discussione». Ecco allora la proprietaria di quattro alberghi in Costiera Amalfitana che passa all'ex diecimila euro al mese senza fiatare o l'imprenditrice che lascia una delle sue aziende al marito scaricato. Che in 4 casi su 10 è più giovane dell'ex moglie.
«In linea di principio - rivela sempre al
quotidiano milanese Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'AMI -, valido sia per l'uomo sia per la donna, viene accordato l'assegno di mantenimento quando il reddito di uno dei due è quattro volte superiore a quello dell'altro, e sempre, invece, nel caso in cui quest'ultimo ne sia privo». E se fino a qualche anno fa gli uomini finivano per non azzardare richieste di alimenti per vergogna od orgoglio, ormai le remore sembrano essere sparite. Ma l'inversione delle parti ha portato un grande vantaggio: «Le donne lo fanno (pagare, ndr) con minor conflitto perché hanno una maggiore capacità di distacco — dice la psicoterapeuta Gianna Schelotto —. Gli uomini sono riluttanti per vendetta, non per avarizia. Il dolore, però, è uguale per tutti».

Libero News

Ripetiamo: in linea di principio si accorda il mantenimento quando il reddito di uno dei due è quattro volte superiore a quello dell’altro e sempre, invece, nel caso in cui quest’ultimo ne sia privo. Quindi se lui guadagna 1700 euro e lei 1500 niente assegno coniugale ma solo il mantenimento dei pupi perché non volete solo l’affidamento condiviso forzato, vero? Vorrete pure pagare quello che vi spetta, spero? Perché, sapete, la casistica riporta che moltissimi ex mariti, al momento della quantificazione del mantenimento della figliolanza diventano immediatamente nullatenenti. Quindi, se c’è una categoria che distrugge il PIL italiano, fa aumentare il deficit e vive alle spese della popolazione quella è la categoria dei papà separati finto-indigenti. E molti arrivano persino a far perdere le proprie tracce pur di non essere costretti a pagare e di questi tempi i figli costano!

Ehi, io le tasse le pago tutte e le pago care, non mi mantiene nessun ex marito e quindi sono io a stare mantenendo ex mariti altrui!

Quindi non sono le donne a far finire gli ex papà alla Caritas. I versamenti di cui si lamentano non sono per la ex moglie ma per i figli così come la casa non va alla ex moglie perché è bella e simpatica agli occhi del magistrato o perché è femminista. La casa va alla prole per il principio per cui non si vuole allontanare i figli da dove sono cresciuti. Invece, con il condiviso bis, i pupi saranno senza fissa dimora, oscillanti tra casa della mamma e casa del papà.

Ma è colpa del femminismo se solo il 3,5% delle donne paga gli alimenti al marito? è davvero come afferma “Anna”? La legge è femminista? La donna vince a prescindere?

Ovviamente no! “Le condizioni per il sorgere del diritto al mantenimento in favore del coniuge cui non sia addebitabile la separazione sono la non titolarità di adeguati redditi propri, ossia di redditi che consentano al richiedente di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, e la sussistenza di una disparità economica tra le parti ( sentenze di Cass. 1998 n. 3490; 1997 n. 7630; 1997 n. 5762; 1996 n. 5916; 1995 n. 4720; 1995 n. 2223; 1990 n. 11523; 1990 n. 6774).

Si parla di “coniuge”. Da nessuna parte è scritto che il mantenimento vada alle donne a prescindere grazie a leggi femministe.

è colpa delle femministe se le donne che si laureano sono il 58% ma solo l’11,9% accede a ruoli manageriali, il 49,2% delle donne è disoccupata e in tutta Europa le donne guadagnano il 17,4% in meno degli uomini?

No, se siamo svantaggiate nell’occupazione la colpa è degli uomini che non vogliono cedere una parte del loro potere. Ora, mentre quello della fortunella bolognese (che prevedo non canterà vittoria a lungo) è solo un caso isolato di una sentenza bislacca, la verità è tutt’altra, ovvero, le donne non sono tutelate come lavoratrici e troppo spesso lasciano il lavoro per restare a casa a fare le mamme e le cameriere, quindi una buona percentuale ha reddito zero e gli ex maritini sono troppo spesso additati come coloro che si lamentano ma non pagano gli alimenti, arrivando a sparire dalle vite dei figli pur di non passare un solo euro alle ex mogli, a differenza delle ex mogli che quando c’è da pagare non battono ciglio.

Basta anche dare un’occhiata ai commenti alla suddetta pagina misogina…

10ottobre2ed

La signora sopra sbugiarda tristemente le favole sugli ex papà e crede che il condiviso bis possa obbligare gli uomini a fare i padri e a non sparire perché il suo ex si è, appunto, dileguato…

10ottobredonnetestimonianomaritinonpagano

E sono tutti commenti della sola giornata appena terminata, ovvero domenica 10 Ottobre 2010, ed ho visionato solo 3 o 4 links . Non ho scorso l’intera pagina!

Non male per un mondo immaginario di padri sfruttati da donne avide ed approfittatrici che non si sa perché potrebbero mai essere femministe, visto che le femministe sono completamente per l’indipendenza anche economica della donna.

Ah, io oggi mi chiamo Maurizio!

Written by Maurizio ;-)