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lunedì 20 maggio 2013

#Ti saluto

tisaluto_grande-547x1024In Italia l’insulto sessista è pratica comune e diffusa. Dalle battute private agli sfottò pubblici, il sessismo si annida in modo più o meno esplicito in innumerevoli conversazioni.
Spesso abbiamo subito commenti misogini, dalle considerazioni sul nostro aspetto fisico allo scopo di intimidirci e di ricondurci alla condizione di oggetto, al violento rifiuto di ogni manifestazione di soggettività e di autonomia di giudizio.
In Italia l’insulto sessista è pratica comune perché è socialmente accettato e amplificato dai media, che all’umiliazione delle persone, soprattutto delle donne, ci hanno abituato da tempo.
Ma il sessismo è una forma di discriminazione e come tale va combattuto.
A gennaio di quest’anno il calciatore Kevin Prince Boateng, fischiato e insultato da cori razzisti, ha lasciato il campo. E i suoi compagni hanno fatto altrettanto.
Mario Balotelli minaccia di fare la stessa cosa.
L’abbandono in massa del campo è un gesto forte. Significa: a queste regole del gioco, noi non ci stiamo. Senza rispetto, noi non ci stiamo.
L’abbandono in massa consapevole può diventare una forma di attivismo che toglie potere ai violenti, isolandoli.
Pensate se di fronte a una battuta sessista tutte le donne e gli uomini di buona volontà si alzassero abbandonando programmi, trasmissioni tv o semplici conversazioni.

sabato 9 ottobre 2010

Un giorno senza di noi …donne – 8 Marzo 2011 « Popolo Rosa

Immaginate cosa significa un giorno senza la metà della società? Niente lavoro, niente acquisti, niente tv. Per l’8 Marzo 2011 non saremo consumatrici, non saremo precarie, lavoratrici da sfruttare, non saremo cameriere, non saremo baby sitter e badanti e neppure amanti. Prenotate baby sitter ed infermieri di sesso maschile, prendete una giornata di ferie, organizzate una giornata di ritrovo tra donne, magari per leggere ed approfondire, bere un thè senza, per favore, accendere l’apparecchio televisivo che è il primo a doverci rispetto, niente shopping, per carità. Pensate a tutti i settori in cui la donna non è che un corpo che attiri l’attenzione su un prodotto o la casalinga che deve comprare quel detersivo o la fashion victim che svaligia le profumerie e boicottateli! Che si preparino i pasti da soli, a partire dalla colazione! Che lavino piatti, stirino camicie, portino fuori cani, puliscano lettiere di gatti, accompagnino bambini a scuola, vadano a ritirare la biancheria in lavanderia, organizzino il lavoro in ufficio, eccetera, il tutto senza di noi.

Forse un giorno è addirittura pochino ma da qualche parte dovremo pur ripartire, no?

Iniziativa organizzata da donne, per le donne.

Il blog ufficiale targato Wordpress lo trovate qui.

Il gruppo Facebook è qui.

Aderite e fate aderire!

 Un giorno senza di noi …donne – 8 Marzo 2011

PER PRENDERCI IL FUTURO

UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DELLE DONNE PER RIPRENDERCI LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA

UNA MANIFESTAZIONE PER DIRE BASTA ALLA FALSA PARITA’

PER LA PARITA’ EFFETTIVA DEI SALARI

PER UNA GIUSTA RAPPRESENTANZA DELLE DONNE IN POLITICA

PER LA DIFESA DEL CORPO DELLE DONNE

PER L’EFFETTIVA PARITA’ NEI LUOGHI DI POTERE ED AMMINISTRAZIONE

PER LA COPERTURA AL 100% DELLE DOMANDE NEGLI ASILI NIDO

PER LA DIFESA DEI CONSULTORI FAMILIARI

CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA DOMESTICA E SESSUALE

CONTRO LA MERCIFICAZIONE E MORTIFICAZIONE DEL CORPO DELLE DONNE

Un giorno senza di noi …donne – 8 Marzo 2011 « Popolo Rosa

giovedì 30 settembre 2010

Il Comune di Pesaro approva la delibera contro lo sfruttamento dell’immagine femminile nelle campagne pubblicitarie

Mentre a Fano il Comune  ha approvato la mozione della lista di ispirazione cattolica “Bene comune” che chiede l’ingresso nel Consultorio pubblico di personale di associazioni private, secondo la mozione introdotta dal presidente di una associazione di ispirazione cattolica vicina al Movimento per la vita, come possiamo leggere qui e qui su Femminismi.it , possiamo registrare a Pesaro un risultato positivo per l’immagine della donna che non trova oppositori perché, evidentemente, procede nella stessa direzione desiderata dalle associazioni cattoliche. Procede, quindi, anche nelle Marche lo smantellamento delle strutture laiche per la famiglia e per la tutela gratuita della salute della donna in favore delle associazioni cattoliche e della demonizzazione e criminalizzazione dell’aborto, nel quasi silenzio generale, e si incassa quello che io bollo senza remore come un “contentino”. Un contentino importante, senza dubbio, ma pur sempre un modo per dirottare l’attenzione da decreti e ddl che andranno a minare i diritti delle donne negli anni a venire.

Pubblicità lesiva per le donne, in Comune si approva la delibera

E' stato votato a maggioranza il documento che prevede una serie di azioni volte a sensibilizzare la comunità locale sul tema dell'impatto del marketing.

I lavoratori del Cantiere navale all'assemblea del Consiglio Comunale

I lavoratori del Cantiere navale all'assemblea del Consiglio Comunale

Pesaro, 28 settembre 2010 - Approvata ieri pomeriggio a maggioranza dal Consiglio comunale una delibera che prevede una serie di azioni volte a sensibilizzare la comunità locale sul tema dell’impatto del marketing e della pubblicità sulla parità tra donne e uomini.

La delibera prende le mosse dalla risoluzione del Parlamento europeo del 3 settembre 2008, con la quale, a stragrande maggioranza, si è deciso di invitare gli stati membri ad elaborare e lanciare iniziative per arginare il fenomeno dell’utilizzo d’immagini e messaggi lesivi della dignità delle donne e degli uomini nella pubblicità.

L’Unione Donne Italiane (Udi) ha portato avanti un’iniziativa importante su tutto il territorio nazionale con raccolte di firme – anche a Pesaro ne sono state roccolte circa mille, ieri consegnate al sindaco – interpellando Comuni e Province affinché si facessero parte attiva, vigilando sulla presenza di messaggi sul proprio territorio che possano essere in contrasto o comportare discriminazioni, dirette o indirette, delle donne.

E’ noto ed evidente a tutti come la pubblicità non sia solo uno specchio sociale – spiega l’assessore alla Cultura Gloriana Gambini - ma sia esso stesso un mezzo potentissimo di produzione di cultura che alimenta stereotipi e luoghi comuni difficili poi da sconfiggere con azioni educative. I bambini e gli adolescenti, infatti, sono coloro che più facilmente assorbono questi messaggi distorti in cui l’immagine femminile viene utilizzata per promuovere di tutto, anche con messaggi allusivi e a sfondo sessuale”.

Nel documento, il Consiglio comunale invita inoltre a proseguire e a potenziare nelle scuole elementari e medie, politiche e programmi per trasmettere ai bambini e alle bambine il rispetto della dignità umana, la parità di genere, il riconoscimento e la valorizzazione delle differenze. “Vogliamo proporci di agire con una serie di azioni – continua l’assessore Gambini -, stiamo organizzando un incontro con le agenzie di grafica e comunicazione della città per verificare con loro le possibili azioni comuni, per valutare insieme il rispetto del codice di autodisciplina pubblicitaria e inoltre attivare in accordo con il Forum della associazioni femminili di Pesaro, una serie di percorsi didattici e informativi con giovani e adolescenti presso gli istituti scolastici”.

Il Resto Del Carlino - Pesaro - Pubblicità lesiva per le donne, in Comune si approva la delibera

venerdì 24 settembre 2010

Una fiaccola, più una, più una ….. per Teresa

Venerdì 1 Ottobre ore 18

Una fiaccola, più una, più una …..

per Teresa

Piazza S. Ciro – Portici (Napoli) – Italia

stop logo 2.jpgSaremo tutte in piazza, a Portici con le donne di Portici, con tutte le donne che hanno paura, con tutte quelle che hanno coraggio,

Per lei che ha vinto la paura, per avere il coraggio di andare verso la libertà di sua figlia e delle figlie di tutte, vogliamo scandire le parole che avrebbe detto, se le armi omertose “della famiglia” non l’avessero zittita. Teresa voleva vivere, parlare e compiere i gesti necessari a tutte.

Teresa non cercava la morte, cercava la vita come deve essere vissuta, e ha chiesto allo Stato di vincere con lei sull’arroganza efferata che spezza le vite di bambine, bambini e donne.

Ancora una volta è stato troppo tardi, un altro motivo per dire basta con tutta la forza che abbiamo e per dire che non basta deplorare. Un altro motivo per chiedere che tutti, ma prima di tutti lo Stato, scelgano da che parte stare.

Gli assassini hanno colpito per affermare il diritto a disporre dei corpi e delle coscienze, per stabilire chi comanda. Il grido delle donne, la loro capacità di opporsi al controllo mafioso sulle loro vite sono un patrimonio di civiltà che non può e non deve essere più essere dissipato e calpestato. All’orrore non si risponde con le lacrime. Il coraggio delle donne, il coraggio di Teresa, rivendica il riscatto della politica dalle complicità con chi usa donne e bambini come oggetti.

Ci vogliono atti concreti, ci vuole una legge organica contro le violenze, ci vuole la salvaguardia delle vittime, perché sono le testimoni, il bene più prezioso per costruire la giustizia. Ci vuole coraggio e i politici devono finalmente averne, quello delle donne troppo spesso finisce nel sangue.

Invitiamo tutte ad essere con noi, con una fiaccola per la libertà dal silenzio che avvolge un crimine antico e organizzato, che deve e può essere sconfitto: di fronte al dolore di sua figlia e di ognuna, mobilitarsi perché Teresa sia l’ultima è un dovere non un’utopia.

BASTA MORIRE PER ESSERE LIBERE

BASTA MORIRE DA DONNE PER LIBERARE TUTTI DALL’ORRORE

Udi di Napoli, Udi Di Portici, La Camera delle donne, Associazione Maddalena, Arcidonna, Donne Medico Arcilesbica, Istituto Campano per la Storia della Resistenza, Femminismo a Sud, UDI Monteverde (Roma), Consigliera di Parità della Provincia di Napoli, Donne in nero Napoli, Pina Orpello dell'ANPI, Dolores Madaro – Anpi, UIL Napoli, UIL Campania, UDI Catania, UDI Romana La Goccia, DonneSudonne, Rosa Oliva – Aspettare stanca, Cooperativa Eva, Centro Antiviolenza Eva, Centro Antiviolenza Aradia, Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario, UDI "le orme"- Reggio Calabria, UDI Lentini. CEDAV Messina, Controviolenzadonne, MediterraneanMedia- Cosenza, CGIL Campania, Associazione Sott’ e n’coppa, Sportello Antiviolenza Lilith, Associazione Salute donna, Centro La Magnolia, AFEM (association femmes Europe Meridionale), CISL Campania, CISL Napoli

martedì 14 settembre 2010

Una data per gli uomini che vogliono reinventarsi fuori dagli stereotipi machisti e sessisti

 

Incontro nazionale di Maschile Plurale Torino, 9–10 ottobre 2010– Quell’oscuro oggetto del desiderio

domenica 12 settembre 2010 alle 04:49 - scritto da: gilda

In quel momento ho capito che io ero una per­sona con tutti i miei diritti.

Lei no.

E non sono tor­nato mai più.

INCONTRO NAZIONALE di Maschile Plurale

Torino, 9–10 otto­bre 2010

QUELL’OSCURO OGGETTO DEL DESIDERIO

Immag­i­nario ses­suale maschile e domanda di prostituzione

Con questo incon­tro cer­chi­amo di focal­iz­zare il rap­porto tra immag­i­nario ses­suale maschile, pros­ti­tuzione e tratta nell’Italia di oggi, come un tas­sello impor­tante della nos­tra rif­les­sione sul mondo maschile. La pros­ti­tuzione, pre­sen­tata come un fenom­eno derivante dall’esterno che inquina la vita delle nos­tre città, ali­menta politiche secu­ri­tarie e di repres­sione di donne e uomini immi­grati. Noi invece cre­di­amo riguardi la nos­tra soci­età, che ne gen­era la domanda.

Per questo met­ti­amo a con­fronto i seguenti due aspetti, che si pos­sono illu­minare l’un l’altro.

1 — C’è una domanda maschile di pros­ti­tuzione – fem­minile, trans­es­suale, maschile -, che oggi in Italia coin­volge alcuni mil­ioni di cli­enti (pur nell’incertezza dei dati)

2 — Per andare al fondo di questa domanda, bisogna inter­rog­are l’immaginario ses­suale maschile, le sue/nostre rap­p­re­sen­tazioni qui e adesso:

- Pos­si­amo illu­minare una zona gri­gia di con­ti­gu­ità tra un “nor­male” immag­i­nario ses­suale di dominio maschile (for­tu­nata­mente non l’unico) e la “nor­male” domanda di pros­ti­tuzione? C’è un ter­reno comune tra chi è cliente e chi non lo è, in questo immag­i­nario della ses­su­al­ità maschile come forma di dominio?

Par­liamo di una cul­tura di dominio del mas­chio eteroses­suale bianco occi­den­tale: sulle donne, sui bam­bini nelle forme come la ped­ofilia o il tur­ismo ses­suale, sugli altri uomini “non con­formi” al mod­ello dom­i­nante come gli omoses­su­ali, sulle per­sone trans­es­su­ali, sulle per­sone immi­grate in Occidente.

Questa cul­tura maschile, che coltiva immag­ini e desideri coer­enti al mer­cato della pros­ti­tuzione e della tratta, ci sem­bra la più dif­fusa in Italia.

Al di là del suo occul­ta­mento e rimozione dal dis­corso pub­blico (se non fosse per gli ultimi scan­dali sul tema “sesso e potere”), cre­di­amo impor­tante fare emerg­ere questi desideri.

- D’altra parte, pos­si­amo riconoscere una diversa cul­tura della ses­su­al­ità maschile, che coesiste e con­fligge in noi con la mas­col­in­ità dominante?

Ci inter­essa rilan­ciare altre pos­si­bil­ità del nos­tro essere maschi. Sono immag­ini ed espe­rienze di relazioni libere e non vio­lente tra uomini e donne, di riconosci­mento e di rispetto degli ori­en­ta­menti affet­tivi e ses­su­ali di ogni persona.

Senza giu­di­care né vol­ere reprimere chi si pros­ti­tu­isce, poni­amo invece agli uomini questa idea della domanda di pros­ti­tuzione come un impov­er­i­mento delle relazioni ses­su­ali, ridotte al con­sumo, alla medi­azione del denaro e all’indifferenza.

Per noi uomini, dunque, l’immaginario ses­suale maschile diventa un ter­reno di ricerca, di con­flitto, di inter­rogazione reciproca.

Anche nel dibat­tito pub­blico su pros­ti­tuzione e tratta, questa rif­les­sione sulla cul­tura ital­iana della ses­su­al­ità maschile, a par­tire da sé stessi, è il punto di vista che vor­remmo portare.

Sap­pi­amo che varie associazioni/organizzazioni lavo­rano a fianco delle donne e delle per­sone trans­es­su­ali pros­ti­tute, spesso sotto tratta, e tra queste tante straniere. Emerge ulti­ma­mente anche il fenom­eno della pros­ti­tuzione maschile (per esem­pio nel caso Balducci).

Gli approcci di accom­pa­g­na­mento di queste per­sone, in regime di pros­ti­tuzione o di tratta, ten­dono a garan­tire loro alcuni diritti. Il ter­reno di lavoro diventa quindi:

- la richi­esta di una migliore tutela giuridica e di servizi

- la ges­tione di prog­etti specifici

- la col­lab­o­razione o meno con le istituzioni.

L’approccio di Maschile Plu­rale è invece dal lato degli uomini, deriva da un lungo per­corso di scambi e di rif­les­sione sul maschile in Italia, a par­tire da sé.

D’altra parte, teni­amo il filo delle relazioni anche con il var­ie­gato mondo delle donne e ci inter­essa il loro dibat­tito in corso sulla pros­ti­tuzione. Di questo dibat­tito, evi­tando le con­trap­po­sizioni interne che non aiu­tano a svilup­pare un con­fronto, vor­remmo cogliere gli ele­menti pos­i­tivi per quanto ci riguarda come uomini.

Dunque il nos­tro con­trib­uto può essere quello di par­lare “da uomo a uomo”, nel dis­corso pub­blico, per favorire:

- un salto di coscienza polit­ica, riguardo la cul­tura ital­iana della ses­su­al­ità maschile

- una dis­cus­sione degli inter­venti in atto, nei casi speci­fici della pros­ti­tuzione e della tratta

Infine, spe­ri­amo che lo scam­bio tra tutti i soggetti inter­es­sati sia di rec­i­proco arric­chi­mento e, di seguito, che pos­si­amo col­lab­o­rare ad alcune inizia­tive condivise.

Per esem­pio, una nos­tra ipotesi è quella di rilan­ciare un con­vegno nazionale su questi temi nel 2011.

Soggetti, luogo e calendario

L’associazione nazionale Maschile Plu­rale, che pro­muove l’incontro, invita le asso­ci­azioni e orga­niz­zazioni che si occu­pano di pros­ti­tuzione e tratta a con­frontarsi su questo tema. L’incontro si terrà presso Idea Sol­i­dale, corso Novara 64, Torino, con il seguente calendario:

- Sabato 9 otto­bre (ore 9 – 13; ore 15,00 — 19,00): incon­tro interno di Maschile Plurale

- Domenica 10 otto­bre (ore 9 – 13): incon­tro con le asso­ci­azioni e orga­niz­zazioni invitate

 

Se lei non fosse minac­ciata e par­lasse, cosa mi  direbbe?

le vignette sono di Diana Raznovich e fanno parte di una cam­pagna del Min­is­te­rio de igual­dad del gov­erno spag­nolo con­tro lo sfrut­ta­mento sessuale

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