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venerdì 27 settembre 2013

L’antisessismo a macchia di leopardo


Fifties-HousewifeIn principio era un convegno sul ruolo dei media nella trattazione della violenza di genere.
Un convegno contestuale alla conversione in legge di  discusso decreto “antifemminicidi” accolto con scarso entusiasmo da giuriste ed associazionismo femminista, dalla rete dei centri antiviolenza, dalle poche realtà di “recupero” dei “maltrattanti, da chi vive la materia sul “campo di battaglia”.
Il convegno “Convenzione di Istanbul e media” è stato una delle iniziative destinate ad orientare quel decreto nella direzione giusta, cioè nella direzione stabilita con la Convenzione di Istanbul.
Cito l’esempio del capitolo III, quello sulla prevenzione, al paragrafo 12 (Obblighi Generali) dove la Convenzione di Istanbul recita:
”Le Parti adottano le misure necessarie per promuovere i cambiamenti nei comportamenti socio-culturali delle donne e degli uomini, al fine di eliminare pregiudizi, costumi, tradizioni e qualsiasi altra pratica basata sull'idea dell'inferiorità della donna o su modelli stereotipati dei ruoli delle donne e degli uomini.”
In quest’ottica, l’intervento della Presidente Boldrini (che potete leggere per intero qui) è stato assolutamente in tema.
Insomma, è assodato ed accettato che la causa del fenomeno del femminicidio è la gerarchia tra i sessi, la disparità di potere tra uomini e donne, la funzione di subordinazione della donna e che questo scalino vada eliminato. La Presidente Laura Boldrini non ha sostenuto nulla di nuovo.
Eppure, la banale citazione esemplificativa di uno scontato stereotipo sessista ha scatenato un putiferio demenziale.
Naturalmente, a far scattare il meccanismo funzionale al polverone è stata la consueta estrapolazione e distorsione di una frase decontestualizzata ed accompagnata dalle abili presentazioni strumentali dei soliti tribuni del popolo, Andrea Scanzi in testa, in ottima compagnia non solo di altri bloggers ed attivisti progressisti ma anche di Libero (questi ultimi con un capovolgimento clamoroso della logica e delle posizioni, danno a Boldrini della “talebana”),
del Giornale e dell’immancabile CasaPound. Siccome in Italia vige la norma dell’informarsi attraverso i commenti altrui o al massimo dai titoli e mai dalle fonti, si è scatenato il consueto allarmismo di massa.

Non mi è ben chiaro come sia possibile attribuire a Laura Boldrini poteri dittatoriali di cui non dispone, eppure ogni volta che la Presidente apre bocca si evocano censure e deportazioni . È accaduto quando ha denunciato il fenomeno del cyberstalking, materializzando lo spettro della censura contro l’abitudine recente ma già considerata irrinunciabile del pestaggio mediatico come mezzo espressivo.
La descrizione della famigliola seduta a tavola in attesa di essere servita dalla madre ha richiamato immediatamente alla mente uno spot Barilla attuale che io neanche sapevo esistesse. Per me e chi mastica di questioni di genere non era che la menzione persino scontata della solita scena presente in decine di  pubblicità già viste.
Ma la pasta è la pasta. La cena è la cena. La mamma è la mamma e l’italiano medio è ancora l’italiano medio. Chi di stereotipo colpisce, di stereotipo perisce e lo spettro di Tony Soprano è pericolosamente vicino.