Con somma disonestà, chi replica ai nostri articoli contro la PAS e contro l’”affido condiviso forzato” cerca di toglierci credibilità indicandoci come quattro femministe senza supporti scientifici. Al contrario, invece! Come mai, allora, gli esperti, ovvero le principali associazioni contro la pedofilia, l’Unione delle Camere dei minori, i Giuristi Democratici, singoli avvocati assolutamente di sesso maschile, uomini e donne normalissimi ed anche singoli scienziati come il dottor Mazzeo sono sconcertati e lottano contro l’approvazione di provvedimenti che in altre nazioni del mondo si sono già rivelati devastanti?
E come mai a rispondere agli articoli di Mazzeo sono, per lo più pediatri, ingegneri, avvocati (o, talvolta, semplici informatici)?
VERSO L’ECLISSI DELL’ETICA
Approfondendo sempre più la conoscenza di ciò che fino a qualche mese fa mi era del tutto estraneo, e cioè di "sindrome di alienazione genitoriale", "pedofilia", "associazioni", "associazioni che fondano altre associazioni", "associazioni che rappresentano tutte le altre associazioni", vere/false/simulate/millantate, tante che uno si chiede a cosa è dovuto tutto questo fiorire dell'associazionismo intorno a questi problemi; approfondendo, dicevo, mi accorgo di essermi accostato ad una palude melmosa dove si incontra di tutto.
Tanta gente di buona volontà impegnata nel volontariato? O troppa gente pronta a speculare sulle disgrazie altrui?
Su di un altro versante, seguendo un po' i resoconti dei processi per pedofilia, ci si imbatte in un'altra stranezza, che è quella degli avvocati/psicologi.
È vero, non esiste incompatibilità legale tra l'iscrizione contemporanea ai due albi professionali; del resto, il codice deontologico degli psicologi lo hanno redatto gli avvocati/psicologi e quindi sarebbe stato strano se proprio loro avessero introdotto questo tipo di incompatibilità.
Ma, sul piano etico, siamo sicuri che le due cose non siano tra loro incompatibili?
Voglio dire, se uno fa l'avvocato, riesce poi a spogliarsi con disinvoltura della toga e ad indossare senza difficoltà i panni dello psicologo? (cercavo un sinonimo di disinvoltura, per non usare due volte lo stesso termine nella stessa frase, ma il dizionario mi dà impudenza, che davvero non mi è piaciuto).
E se uno fa lo psicologo, riesce poi disinvoltamente a spogliarsi dei panni dello psicologo e ad indossare con nonchalance la toga di avvocato?
E se fa uno un po' di confusione tra i due abiti? Se mette, cioè, la toga sopra gli abiti dello psicologo? O si veste da psicologo dimenticando di togliersi la toga?
Può accadere.
Ed i magistrati, mentre l'avvocato/psicologo svolge la sua arringa difensiva, come fanno a sapere se sta parlando l'avvocato o lo psicologo? Magari esperto in quella che con un eufemismo si chiama "comunicazione persuasiva", ma che è un modo come un altro per indurre uno stato di trance ipnotica? Sia pure di lieve entità ma quanto basta a far sì che l'interlocutore si comporti nel modo da noi desiderato.
E l'avere introdotto concetti psicologici (sindrome di alienazione genitoriale) in un lavoro da avvocati (la modifica della legge 54/2006 mediante il DDL 957 e il PDL 2209) non è un'operazione dello stesso stampo?
La trance ipnotica si induce proprio in questo modo, introducendo in un discorso degli elementi fuori contesto in maniera da indurre la credenza che gli elementi fuori contesto facciano parte del discorso precedente e che quindi siano reali come il primo.
No, signori Presidenti degli Ordini Professionali degli Avvocati e degli Psicologi, così non va, proprio non va. Poneteci rimedio, o l'eclissi sarà totale.
E la politica, qui intesa come "etica della polis", non si lasci incantare da certe sirene.
pubblicata da Andrea Mazzeo il giorno martedì 12 ottobre 2010 alle ore 22.56
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