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giovedì 23 febbraio 2012

Dossier : COME DIFENDERSI DAI FAKE? VALUTANDO LE INFORMAZIONI

Da qualche giorno, ho scoperto il mondo sommerso e palpitante di vita che si cela dietro (quanto dietro?) i fake: falsi gruppi inneggianti ad una giusta causa (la propria).
Una delle obiezioni più frequenti poste da utenti di Facebook incappati nel clone di NOALLAVIOLENZASULLEDONNE, è questa:
“Ci sono vari articoli da loro riportati che dimostrano nero su bianco le loro tesi.”.

L’era dell’informazione in rete ci ha investito con una sorta di “delirio di onnipotenza” e porta a sottovalutare questo: ai tempi in cui giocavamo in cortile, Mario diceva nell’orecchio a Giorgio che Giovanna e Pino gli parlavano alle spalle; ai giorni nostri, invece, Mario invierà un’e-mail per raggiungere lo stesso risultato.
E potrà persino creare un falso profilo di Facebook, chiamandosi Giovanna o Pino.
Se poi avesse anche parecchio tempo a disposizione, davvero poco daffare e un gran rancore personale verso Giovanna e Pino, potrebbe addirittura creare: un blog, una pagina, più pagine… che dimostrino che Giovanna e Pino hanno compiuto le peggiori nefandezze (da quando hanno rubato le caramelle in seconda a quando hanno fumato uno spinello a scuola).

Ho usato il verbo DIMOSTRARE.
In realtà questo non DIMOSTRA nulla. Semplicemente lo crea come vero.
Che cosa possiamo fare, a questo punto, per cercare di comprendere se una notizia che abbiamo recuperato o che ci viene segnalata in rete ha un margine di verità sufficiente?
In primis usare il buon senso, poi scoprire quali sono le fonti originali dell’informazione e cercare di farci un’idea su chi sia il nostro Mario (colui da cui è partito tutto).
Da ultimo, ma non ultimo, chiederci: DOVE VUOLE ANDARE A PARARE Mario?

Come una routine d’igiene personale, compio il mio pellegrinaggio quotidiano nella profana terra dei “FAKE sulla violenza alle donne”. O sulla “violenza di genere”, come loro predicano (la scelta lessicale mi fa riflettere proprio su che “generi” di violenza si operino).
Oggi leggiucchio qua e là, mi soffermo sui commenti… ché i contenuti del FAKE sono parecchio noiosi e ripetitivi, come ogni tiritera di qualcuno che abbia una gran coda di paglia e pochino da raccontare.
Intraprendiamo insieme un viaggio nell’informazione per osservare se l’affermazione “Ci sono vari articoli da loro riportati che dimostrano nero su bianco le loro tesi.” sia vera o falsa.
Seguitemi.

mercoledì 22 febbraio 2012

La gogna mediatica. Ma non era illegale?

gogna

Evidentemente, idee migliori non ne sono poi arrivate perché la qui citata pagina, che ha sempre messo alla gogna femministe, donne in generale ed attivisti antipedofilia, ha continuato imperterrita nel suo lavoro di ricamo, distorcendo le situazioni a proprio vantaggio. Presente ovunque, pronta a leggere qualsiasi cosa venga scritta dai propri critici  o a proposito dei propri critici e prontissima a metterli alla gogna o berlina, che dir si voglia.
Ed ecco qui, puntuale come ogni giorno, ma stavolta ancora più dettagliata nelle sue fantasie.
gogna 2

Ecco alla gogna la femminista.
gogna 3

Ed ecco alla gogna l’operatore anti-pedofilia, o volgarmente detto dagli “sterminatori di femministe” “ abusista” in contrapposizione al neologismo “falsabusista” che contraddistingue i cultori della nuova moda dei “falsi abusi”, ovvero coloro che considerano falsi il 99% dei casi di denunce per pedofilia.

Male male male. L’amministratore della pagina sopra riportata sa copincollare ma non sa interpretare, probabilmente.
Articolo 595cp “ Chiunque, fuori dei casi indicati nell'articolo precedente, comunicando con più persone, offende l'altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la
multa fino a euro 1032.
Se l'offesa consiste nell'attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a euro 2065.
Se l'offesa è recata col mezzo della
stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore ad euro 516. “

giovedì 16 febbraio 2012

La costante diffamazione maschilista

15 febbraio 2012

Questa è la pagina falsa che ha rubato il nome e gli iscritti e poi causato la chiusura della prima vera pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE e che tenta da due anni di mettere fuori gioco noi e tutti gli altri blog, siti e pagine in cui si parli di violenza sulle donne.
Oltre a dati completamente falsi, usano profili inventati come quelli di Lorella Tollastro, una donna inesistente, e Stefano Semplice.
Lorella Tollastro non si è mai cancellata dalle nostre pagine e non ha amiche perché Lorella Tollastro NON ESISTE.
Ne abbiamo già parlato in questo post, dimostrando la falsità di alcuni dei loro profili.
Noi considereremo come una diffamazione personale questi annunci e procederemo per legge, secondo il nostro diritto.
I contenuti vergognosi di una pagina che si chiama come la nostra ma che dipinge le donne come una massa di provocatrici, sfruttatrici, lo stupro e la violenza come un diritto maschile, sono sotto gli occhi di tutti.
Non fatevi ingannare dal numero degli iscritti, ottenuto con mezzi scorretti, come scorretto è ogni metodo o dato da loro usato allo scopo di negare l’esistenza della violenza sulle donne ed impedire la difesa di donne e bambini.
Ricordiamo che l’uso di identità fittizie, che la diffusione di concetti fasulli allo scopo di manipolare le masse sono REATI.
In quanto alle loro idee liberali, eccole qui: