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venerdì 17 settembre 2010

Dove sono finite le madri?

269658371 Devono essere tutte finite nelle favole a fare le matrigne e le streghe cattive, evidentemente, se la tv si sta popolando di testimonials disperati della paternità ferita senza uno straccio di contraddittorio decente con le controparti femminili.

Le poche donne che si azzardano a ricordare il principio dettato dal semplice e sano buonsenso che il condiviso-bis non possa essere applicato alla cieca e con la forza anche nei casi di presenza di abusi, sono immediatamente tacciate di “veterofemminismo” (che su Facebook e nei forum maschilisti diventa “nazifemminismo”, per paura di essere troppo morbidi), un’argomentazione ormai jolly e buona per tutte le stagioni.

Prendi una donna che osa ricordare che le donne sono le più colpite dalla violenza domestica e che la PAS ha fatto disastri negli USA e condannato molti bambini a vivere con i loro aguzzini, quelli la chiamano “veterofemminista” e subito il pubblico ludibrio cade su di lei, è additata come una malvivente e poco manca che non si palesino istantaneamente due gendarmi sulla porta pronti a caricarla e portarla via nelle segrete di una prigione dove verrà giustamente torturata.

Potenza dei media. Un gruppo di “illuminati” si riunisce in lobby, decide di fare fuori chiunque li ostacoli ed ecco che parte la campagna. “Comunista” diventa sinonimo di terrorista criminale che vuole strappare i soldini a tutti i poveri lavoratori indefessi e distribuirli agli sfaccendati e “femminista” diventa sinonimo di vecchia pazza dei boschi che mangia i bambini e i giovani uomini belli e sani, tipo la vecchina di Hansel e Gretel.

Mucchi di pecore travestiti da umani si getteranno nella delazione. Donne convinte di aumentare il loro appeal e di non morire sole ed inacidite se sapranno farsi amici gli uomini entrando nel loro mondo e difendendo le loro istanze, si ergeranno orgogliose scrivendo o dicendo baggianate incoerenti del tipo: “Io sono per i diritti delle donne ma non sono femminista. Che significa, poi? C’è la femmina e c’è la donna. Io sono una donna” e sei pure ignorante, verrebbe da replicare loro. Se sei a favore dei diritti delle donne sei femminista, c’è poco da fare, quindi, amica mia, sei marcia anche tu.

O si è per i diritti delle donne o si è contro. Una via intermedia non c’è.

Ti sembra giusto che le donne facciano i magistrati e gli avvocati? Sei femminista. Ti sembra giusto che le donne stiano solo a casa a sferruzzare? Non sei femminista.

Ti sembra giusto che le donne la diano per fare carriera? Non sei femminista. Ti sembra giusto che le donne abbiano le stesse opportunità di essere valutate per il loro valore intellettivo e non per il loro corpo? Sei femminista.

Tutto qui. Giuro che non abbiamo uniformi, parole d’ordine, stanze segrete e non ci votiamo all’odio per il maschio, visto che, tra l’altro, viviamo come tutte, cioè sposandoci, facendo figli e siamo anche mediamente più realizzate perché sappiamo cosa vogliamo e sappiamo farci rispettare e capire dai compagni.

Comunque, per magia, ecco che si ritrova trasformata in femminista anche Mara Carfagna. Farà piacere saperlo anche a lei, visto che è sempre stata ferocemente attaccata dalle femministe.

Adesso è colpevole agli occhi di associazioni legate a doppio filo ad associazioni maschiliste. Già perché oggi, dovete sapere, per essere padri si deve anche essere maschilisti, quindi convinti della superiorità dell’uomo sulla donna e sulla necessità che la donna si sottometta. Padri normali, equilibrati, collaborativi, dalla mentalità moderna, sembrano non trovare molto spazio ed asilo in certi movimenti. Questo è molto strano.

Dicevamo, la Carfagna è colpevole di ricordare che esiste la violenza domestica e che è anche molto diffusa, motivo per cui forzare una donna a restare a disposizione di un marito violento non è proprio il massimo ed entrerebbe non poco in contraddizione con la legge sullo stalking.

Cosa sono migliaia di donne all’anno che vengono massacrate di botte e 130 donne uccise in media (arrotondata per difetto) rispetto al dolore dei padri che si suicidano? Nulla. Le donne esistono per essere picchiate. è banale persino parlarne, figurarsi fare qualcosa per loro!

Adesso difendere la salute delle donne significa essere femministe e di parte per gli sponsor del condiviso-bis e della PAS, per i quali i rischi non esistono, la violenza non esiste ed i padri dovrebbero prima avere i figli in affido e poi, magari, se resta qualche anno d’infanzia ancora da vivere, c’è tutto il tempo di accertare la presenza di abusi (il processo penale in Italia impegna mediamente 9 anni, quindi tutto il tempo di essere violentati, molestati, percossi, in attesa di una sentenza definitiva).

Nel frattempo, dovete sapere, ogni accusa fatta da una ex moglie all’ex marito è fatta passare per una falsità mentre non si fa alcuna menzione della poco lodevole abitudine maschile di accusare le ex mogli onde metterle in cattiva luce agli occhi dei magistrati. No. Solo le donne farebbero false denunce. Gli uomini sono tutti cristallini, noti per la loro onestà ed innocuità. Soprattutto con le loro ex compagne.

Stranamente, io mi imbatto in situazioni opposte anche quando non mi dedico alle mie letture orientate all’auto-indottrinamento femminista. Che strano. Io leggo queste donne, a volte se ne parla per quanto riguarda sentenze, a volte sono commenti rassegnati lasciati qui e là anonimamente in qualche forum. Leggo anche i loro nuovi compagni testimoniare di leggi usate come randelli contro ex che non si sono piegate e denunciare l’uso dei figli per continuare lo stalking.

Delle madri un po’ dappertutto adesso c’è la nuova moda di parlare solo male. Se una donna ha ucciso un neonato in Nuova Zelanda la notizia è riportata in Italia con la massima attenzione dei media. Se nello stesso giorno una povera pezzente è stata uccisa a botte dal compagno in Italia, se è fortunata avrà un trafiletto tre giorni dopo ( a meno che il compagno non sia un immigrato regolare o irregolare. Ormai sembra esserci tutto un tariffario di punti per le notizie: donna uccisa da italiano: 10 punti; donna uccisa da extracomunitario regolare: 100 punti; donna uccisa da extracomunitario irregolare: 500 punti. L’aggravante del credo islamico dell’aggressore aggiunge altri 500 punti e li toglie se per caso anche la vittima aveva la sfortuna di condividere lo stesso credo, quindi di avere sottoscritto una religione che, per i media, quasi autorizza alla violenza sulle donne, quindi uomo musulmano che ammazza donna musulmana vale di nuovo 10 punti, a meno che non serva come scusa per giustificare l’invio di truppe americane, allora varrà 1 milione di punti).

Non si strombazza in tv, non ci si riunisce in potenti lobbies, non si assumono calciatori come testimonials, né presentatori arcinoti per essere sempre stati dei latin lovers allergici ai rapporti stabili ma improvvisamente colpiti dalla voglia di prendersi responsabilità verso qualche giovane vita, non si ricevono sponsorizzazioni vaticane, anche e soprattutto perché la donna resta colei che, o sciagurata, ha causato la cacciata dal Paradiso. Perché mai dovremmo meritare di essere ascoltate almeno quanto gli uomini?

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