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lunedì 18 ottobre 2010

Le bufale anti-donna.1- Solo le madri alienano i figli ai bravi papà? Seconda testimonianza.

GR128%20-%20Vincent%20van%20Gogh%20-%201853-1890%20-%20Sorrow%20-%201882 Come abbiamo già illustrato in questo post, procede la raccolta di testimonianze femminili allo scopo di riportare alla realtà  un’informazione fuorviata dalle leggende metropolitane alimentate da movimenti per il padre e movimenti maschilisti allo scopo di screditare il genere femminile e sminuire la figura materna.
Tutto questo lamentarsi a proposito di madri che negherebbero ai padri gli incontri con i figli è reale? Non neghiamo l’esistenza anche di donne cariche di rancore per avere subito un tradimento e pronte a riversare, ingiustamente, tutta questa rabbia sui figli allo scopo di inimicare loro il padre ma non dimentichiamo neppure che il tradimento della partner è il tradimento dell’intera famiglia, dei voti matrimoniali e degli stessi figli ed è il motivo principale della genesi del rancore filiale, almeno fin quando i figli non hanno l’età per elaborare la situazione in modo più adulto. Insomma, cari papà presunti alienati, ricordate che avete delle responsabilità anche voi, che troppo spesso la maggioranza degli uomini elude, aspettandosi l’eterna impunità.
Le numerose testimonianze, anche dirette, che abbiamo raccolto anche dalle dichiarazioni di operatrici di Telefono Rosa raccontano una realtà di ex mariti e padri che spariscono  e divengono improvvisamente nullatenenti per non versare alcuna somma all’ ex famiglia, padri che si allontanano per creare nuove famiglie con compagne più giovani e che si disinteressano al nucleo formato in precedenza, lasciando dietro le proprie di sé madri single con tutto il peso sulle spalle ed il solo aiuto delle famiglie di origine (quando ci sono).
Una costante di cui si parlava negli anni scorsi, quando ancora era facile imbattersi in lamentele femminili, è l’abitudine a “comprare i figli” approfittando della maggiore disponibilità di risorse economiche che spesso hanno gli ex mariti.
Togliere un figlio ad un padre è tremendo, lo sappiamo, ma non tutti i padri sono ugualmente sensibili e presenti, purtroppo. Ce ne sono di quelli che hanno scarso interesse nella prole anche quando sono ancora coniugati e potrebbero godersela, ma togliere un figlio alla madre, nella stragrandissima maggioranza dei casi significa ucciderla e questo i male intenzionati lo sanno bene.
Mara, una donna sola, un dramma, una richiesta di aiuto | Il vaso di Pandora
Mi è arrivata una mail nella quale una donna disperata mi racconta il suo dramma. Io non so cosa fare per lei e riesco solo a starle vicino col pensiero. Le ho chiesto il permesso di pubblicare la sua lettera e mi ha autorizzata chiedendomi di scrivere solo il suo nome: «Magari più gente sa della mia situazione, e più gente si rende conto di che razza di uomo è il mio ex, che mi costringe a subire tutte le sue angherie, le sue vessazioni. E alla fine quale sarebbe la mia colpa? Niente... sono solo colpevole di voler essere madre. Tante belle cose carissima Tina, e grazie ancora per l'attenzione dimostratami».

Vorrei soltanto un po' di giustizia
Gentile Tisbe, chi Le scrive è una madre, oramai arrivata allo stremo delle sue forze. Abito in un piccolo paesino dell'Italia centrale, ho 38 anni, sono alta 1,65 e peso 31 chilogrammi , si ha letto bene, soltanto 31 kg, in progressiva diminuizione. Penso che da un giorno all'altro la morte verrà a farmi visita, l'unica soluzione ai miei problemi. E tutto per colpa del mio ex compagno, e del fatto che voglio bene al nostro piccolo bambino di 8 anni. Lui me lo sta portando via, me le sta facendo tutte contro: ed io che finora ho vissuto soltanto per questa creatura, al vedere che il ragazzo vuole più bene a quel mostro che a me, non reggo. E ci sto malissimo.
Fin da quando ci siamo lasciati, al mio ex ho sempre permesso di venire a trovare Andrea (nome inventato del ragazzo), ogni volta che voleva. Magari quando uscivo la sera con le amiche, lui restava a dormire a casa mia. Ma da qualche mese a questa parte, tutto è cambiato: vuole portarmelo via a qualunque costo. Ogni volta che sta col padre, lui gli compra un gioco nuovo: ha una propria attività commerciale, se lo può permettere. Io invece, che lavoro con contratti a tempo determinato in un’azienda del luogo, cerco di non fargli mancare nulla, ma logicamente non posso acquistare ogni giorno giocattoli nuovi, lo stipendio è quello che è, e purtroppo non c'è tutti i mesi. Sto in una casa in affitto, altra spesa a fine mese. Mia madre, che vive per conto suo, un po' mi aiuta, ma anche lei ha più di settant'anni, spesso e volentieri sono io che devo aiutarla. Fosse solo questo, gliela farei anche ad andare avanti: il vero problema è che mi mette il ragazzo contro! Quando lo porta a casa sua, o in quella dei nonni paterni, è tutta una baldoria: non si fanno mai i compiti, si gioca tutto il tempo, ci si diverte e basta. Dopo, quando me lo riporta, sono io che devo farlo studiare, o che devo mettergli dei divieti al suo comportamento. Quindi può ben capire, come un ragazzino di 8 anni, si affezioni di più al genitore permissivo, che non a quello un attimino più autoritario.
Oltretutto Gabrio (nome inventato del mio ex compagno) frequenta gente non molto affidabile, e gira spesso per i night. A volte mi porta il ragazzo a pranzi o cene coi suoi amici, oppure è capitato anche che me lo facesse giocare al videopoker in un bar! Io allora l'ho avvisato, ma tanto non succedeva nulla. Non ho mai voluto chiamare gli assistenti sociali, perchè avevo paura che Andrea ci stesse male nell'eventualità che gli togliessero la possibilità di vedere il papà. Continuava a comportarsi male, l'ho avvisato di nuovo, ma ancora niente. Allora d'accordo col mio avvocato gli ho fatto un esposto alla polizia, ma quando l'hanno chiamato in commissariato, tutte le buone intenzioni dell'ispettore capo sono svanite! Anzi, so per certo che si è "aggiustato" in qualche maniera gli agenti! Intanto ho fatto conoscere a mio figlio Marcello, un mio carissimo amico, che gli ha procurato dei giochi per la playstation, e varie volte è venuto a trovarci a casa nostra per stare in sua compagnia, per aiutarlo anche coi compiti. Bene, appena saputa questa cosa, Gabrio ha subito chiamato gli assistenti sociali, dicendo che io faccio venire i miei amanti in casa quando c'è il figlio, mentre invece con Marcello siamo soltanto buoni amici. Lui li ha contattati più per gelosia, per paura che Andrea voglia più bene a Marcello che non a lui.
Stiamo andando anche da una psicologa, perchè Andrea risente molto di questo disagio familiare: a scuola le maestre dicono che si comporta in modo strano, usa un linguaggio piuttosto scurrile per un ragazzo di 8 anni ed anche il suo atteggiamento non è dei migliori: come al solito davanti alla dottoressa, il mio ex mente, dice di essere un bravo genitore, che con lui il ragazzo studia e va alla messa. Quando invece la realtà è tutt'altra cosa!
Mio figlio sta diventando un mostro, il mio ex compagno con me si comporta in una certa maniera, mentre al di fuori, agli occhi della gente, nega tutto ed assume le sembianze del bravo genitore.
E così sono arrivati gli assistenti sociali: prima sono andati a casa sua, e tutto sembrava presagire che fosse la volta buona, che avessi ragione io sul suo conto (come in effetti è veramente). Poi invece, il giorno che sono capitati a casa mia... niente, la situazione è stata completamente ribaltata: sono stata accusata di essere una madre troppo apprensiva, mentre lui è visto come un bravo papà in quanto la mattina, quando io devo uscire presto per andare a lavorare, lui viene a casa mia a vestirlo ed accudirlo (ma anche per frugare tra le mie cose... più di una volta mi sono spariti dei soldi, ma lasciamo perdere!). Io sono una madre troppo apprensiva? E chi non lo sarebbe, se il proprio figlio va col padre nei bar a giocare ai videopoker, se quest'uomo gli consente di bere l'Aperol (testuali parole di Andrea, lo ha raccontato pure alla psicologa), oppure davanti al bambino parla apertamente di night club e di donne dai facili costumi, o peggio ancora, quando si trova a casa sua, lo lascia liberamente guidare un trattore falciaerba, senza nessun adulto che lo supervisioni! Niente da fare... per l'assistente sociale, io sono troppo apprensiva, mentre lui è un bravo papà! Poi dopo sono venuta a sapere che il capo dei servizi socio-assistenziali del comune dove vivo... è un suo vecchio amico di famiglia. E così tutto si spiega, come prima con la polizia, così adesso coi servizi sociali: lui riesce a comprare tutto quanto attorno a sè, ed a me non resta che soccombere al sistema. Io ho ragione, tutti lo sanno. Ma la ragione non paga, ed il sistema vince sempre! Io sono disperata, è più di un anno che non esco di casa, vado solo al lavoro, o da mia madre; non ho più la voglia e nemmeno la forza di combattere: ho delle fitte continue allo stomaco, e sto iniziando a rifiutare il cibo, provo a mangiare, ma devo fermarmi subito dopo, perchè sento gli stimoli del vomito! Non vedo scampo da questa situazione, la cosa che mi fa più dolore, è il fatto che la mia creatura voglia più bene a quel mostro, che non a me! Mia madre mi ha suggerito di assoldare qualcuno per far picchiare a Gabrio: ma dopo, che cosa otterrei? Soltanto una piccola soddisfazione personale, e niente più. Io voglio il bene di Andrea, e non è con la violenza che lo avrò! Oramai penso di essere arrivata davvero al capolinea, non so più dove andare a sbattere la testa. Se un giorno avrà il tempo e la pazienza per leggere questa lettera, me lo faccia sapere e La ringrazierò. Sempre sperando che ancora io sia viva. Grazie ancora.
Mara
Mara, una donna sola, un dramma, una richiesta di aiuto | Il vaso di Pandora

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