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martedì 7 febbraio 2012

E in qualunque modo agirai, la colpa è sempre tua, donna!

Gestire una pagina dal titolo falso, in cui si finge di difendere le donne ma, in realtà, non si fa altro che accusarle. Se subisci violenza, la colpa è tua donna! Forse hai provocato l’uomo che ti ha picchiata, o stuprata, o uccisa o ti ha ucciso il figlio. Forse sei una bugiarda che inventa gli stupri solo per far del male a poveri uomini innocenti. Forse ci stavi ed hai anche illuso dei poveri poeti che poi si sono trovati indotti a violentarti! E poi, tu donna, come osi divorziare? Non devi lasciare il tuo compagno, però è colpa tua se stavi con un uomo malato. Insomma, lo lasci o non lo lasci, la colpa è sempre tua, donna!

Nella prima schermata, riferita alla stessa notizia del mostro che ha gettato il figlioletto nel Tevere per vendicarsi della donna-oggetto che, stanca di essere picchiata e maltrattata, aveva osato ADDIRITTURA farsi ricoverare in ospedale, notiamo i famigerati gestori della falsa pagina incriminare la madre.
La madre s’era impadronita del figlio!
Mica perché lui le aveva detto “Se mi lasci ammazzo tuo figlio!”, e quindi lei tentava di proteggere la vita del bambino dalle mani di un violento capace di uccidere un bimbo innocente!
Lo chiamano con uno dei loro tanti ridicoli neologismi : “Mobbing genitoriale”, quando una donna ridotta in stato di confusione mentale per le percosse, con segni di coltello sulle braccia, sottrae un bambino dalla furia di un padre che minaccia di uccidere un bimbo di appena 16 mesi, che non meritava altro che protezione.
E giù la minaccia implicita nel commento: “Donne, se ci sottrarrete i figli, anche solo per proteggerli, noi ve li ammazzeremo!”
Ma chi si è “impadronito” del bambino? La madre che tentava di proteggerlo oppure un padre che lo strappa dal sonno, lo getta a terra, lo riprende infreddolito nel suo pigiamino, corre via, lo appoggia sul parapetto del ponte sul Tevere e lo spinge di sotto, nelle acque impietose, urlando “Sono io Dio!”? Chi si è comportato da padrone?


Noi non abbiamo bisogno di spiegarlo a chi ci legge. Lo capisce chiunque l’orrore dietro un tale gesto.
Eppure, i gestori della pagina-trappola, si gettano lo stesso nella disperata impresa di capovolgere la notizia a vantaggio di una figura maschile violenta.


Colpa donna3

I particolari agghiaccianti raccontati dalla nonna non riguardano il fatto che il “padre” abbia prima ferito la compagna, poi la stessa nonna materna del piccino (che ha avuto ben 30 giorni di prognosi), ha svegliato il bimbo e se lo è portato via piangente, SBATTENDOLO PRIMA A TERRA SULLA NEVE, per poi scagliarlo nelle fredde acque del Tevere all’arrivo della zia materna del piccolo.
No. I particolari agghiaccianti riguardano il fatto che questo assassino è cresciuto senza padre ( presumibilmente deceduto, secondo quanto abbiamo letto dalla cronaca) e senza famiglia. Prima di tutto padre e famiglia non coincidono perché , si sa, il padre è avulso dalla famiglia, è qualcosa di superiore, è come il Dio che questo assassino ha pensato di essere quando decideva la morte del piccolo.
Poi, chi commenta la notizia scorda di dire che quest’uomo era stato accolto come un figlio nella famiglia della compagna.
Le ha ringraziate portando morte, violenza e dolore.
Ma questo non è un particolare agghiacciante, questo non è per nulla importante.
Colpa donna2

Infine l’ultima genialata: “Come vi permettete di criminalizzare un povero padre senza indagare sulle patologie della madre, eh?”.
Sarà stata sicuramente lei, con la sua iperprotettività ad istigare la reazione del compagno.
Fila, no? Lei protegge troppo il bambino e lui prende il bambino e lo ammazza.
Una logica matematica ed ineccepibile.
Ma la colpa è della donna, che “si è scelta un uomo così” e deve averlo di certo fatto di proposito, brutta strega!
Ma non era la pagina nella quale si attacca il divorzio, reo di aver distrutto la famiglia, mentre la cara vecchia famiglia patriarcale nella quale la donna sottostava, tenendosi corna, botte, insulti e pure coltellate, oppure veniva ripudiata e messa in strada, è la famiglia dei sogni del commentatore che leggete nelle immagini?
Non era la pagina nella quale si esalta la figura della donna sempre complice del maschio, sempre comprensiva, sempre dalla sua parte, che non lo lascia mai, che si tiene le botte, che non lo accusa mai di nulla?
Ma vuoi vedere che una donna finisce con l’essere “nazifemminista” per forza?
Se divorzi, sei “nazifemminista”.
Se denunci chi ti maltratta, sei “nazifemminista”.
Se ti stuprano, neanche a dirlo, sei di certo una “nazifemminista”!
Ma adesso anche se ti tieni un compagno violento, sei “nazifemminista”.
In ogni caso sei una donnaccia, da perseguire, infangare, colpevolizzare, accusare.
Con i metodi che vi abbiamo mostrato in passato e che continuano tutt’ora.
Sempre gli stessi.


colpa donna1

Per fortuna, prima di commentare l’articolo in un modo così insensato e perverso, l’amministratore aveva annunciato che avrebbero perso un po’ d’iscritti.
E speriamo davvero che ciò avvenga.
Laddove viene chiamato “coraggio” la spietata strumentalizzazione contro le donne e i bambini di un infanticidio commesso da un mostro, non c’è coraggio ma solo perfidia.
Uscite da quella pagina!

1 commento:

  1. A Massimo Di Natale, che gentilmente ci segue imperterrito, continuando a postare commenti stupidi.

    Caro Massimo, mi preoccupi. Oltre alle solite traveggole, hai altri tipi di allucinazioni?
    Senza stima :)

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