Ah, è solo un mese che l’amministratore della falsa pagina NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE ci ammorba con questa notizia? Pensavo di più. Siccome l’avrò vista passare decine di volte (come pure la notizia della morte per crepacuore del povero Maurizio, deceduto il 7 Aprile 2010 è riportata continuamente sulle stesse pagine accompagnata dall’incipit “Oggi è volato in cielo” come se il pover’uomo fosse destinato a finire i suoi giorni ogni giorno da quel dì) mi deve aver fatto lo stesso effetto di mezz’ora di sala d’attesa dal dentista.
Per fortuna “Anna” cita la fonte dell’articolo ma si scorda di riportarne anche la parte finale. Ogni volta che apro uno dei pezzi scritti su questi siti-clone misogini trovo sempre che hanno tagliato o cucito qualcosa. A volte sono percentuali, diminuite o aumentate a seconda delle necessità, a volte sono statistiche tagliate ad arte. Insomma, c’è un problema di scarsa confidenza tra i misogini e la verità.
Il pezzo dice questo:
Mantenimento di 250€ a vita per 7 giorni di matrimonio. Alè!
Written by Anna on 12 settembre 2010
Si è sposata, è rimasta con il marito per una sola settimana senza mai occuparsi della gestione familiare né concedendosi mai al neo-coniuge. Poi se n’è andata e ha chiesto gli alimenti. E’ successo a Bologna, dove una fresca sposina non ha retto la vita coniugale e se l’è data a gambe, ottenendo, a dispetto della brevità e del mancato “consumo” del rapporto, un assegno di 250 euro mensili. Ad attribuirglielo in via definitiva (ma anche in misura inferiore a quanto richiesto) la Corte di Cassazione, che ha confermato la bontà di una sentenza della Corte d’appello del capoluogo emiliano, poiché lontano dal marito le signora in questione non riusciva a mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante le (fulminee) nozze.
In Italia solo il 3.5% delle mogli paga assegni di mantenimento: chissà come mai le femministe non si battono contro queste sentenze sessiste…
La notizia è tratta da http://donna.libero.it/lifestyle/mantenere-ex-divorzio-mantienimento-soldi-moglie-marito-ne1665.phtml
L’originale dice, invece:
L'ex lo mantiene lei
Mentre a Bologna una moglie incassa gli alimenti per un matrimonio non consumato di una settimana, si moltiplicano i casi in cui l'assegno di mantenimento lo deve girare lei a lui. Miracolo della parità dei diritti. Ma le donne pagano senza fiatare
Si è sposata, è rimasta con il marito per una sola settimana senza mai occuparsi della gestione familiare né concedendosi mai al neo-coniuge. Poi se n'è andata e ha chiesto gli alimenti. E' successo a Bologna, dove una fresca sposina non ha retto la vita coniugale e se l'è data a gambe, ottenendo, a dispetto della brevità e del mancato "consumo" del rapporto, un assegno di 250 euro mensili. Ad attribuirglielo in via definitiva (ma anche in misura inferiore a quanto richiesto) la Corte di Cassazione, che ha confermato la bontà di una sentenza della Corte d'appello del capoluogo emiliano, poiché lontano dal marito le signora in questione non riusciva a mantenere lo stesso tenore di vita goduto durante le (fulminee) nozze.
Il caso felsineo ha già scatenato polemiche e discussioni tra matrimonialisti e gente comune. Ma rischia di essere superato dai fatti o ribaltato nelle parti (con il marito al posto della moglie), visto che gli ultimi dati rivelano una netta crescita dei casi in cui è la donna a dover versare l'assegno di mantenimento all'ex compagno. La rivoluzione ha ancora piccoli numeri ma il trend è in crescita: secondo l'Associazione Matrimonialisti Italiani, rispetto al 2% del 2005, le sentenze favorevoli ai "mariti indigenti" sono salite al 3,5% sia nel 2007 sia nel 2008.
Sarà per l'ancora scarsa incidenza del fenomeno, per il fatto che casi simili coinvolgono donne manager o professioniste estremamente benestanti o per maggior buonsenso femminile, ma, come racconta l'avvocato Annamaria Bernardini de Pace al Corriere , «le donne, quando ci sono i requisiti, non creano nessun ostacolo, sono leali: versano quel che c'è da versare. Sono rispettose dei diritti dell'ex marito e anche dell'opportunità di aiutarlo. Finora con le mie clienti non c'è mai stata nessuna discussione». Ecco allora la proprietaria di quattro alberghi in Costiera Amalfitana che passa all'ex diecimila euro al mese senza fiatare o l'imprenditrice che lascia una delle sue aziende al marito scaricato. Che in 4 casi su 10 è più giovane dell'ex moglie.
«In linea di principio - rivela sempre al quotidiano milanese Gian Ettore Gassani, presidente nazionale dell'AMI -, valido sia per l'uomo sia per la donna, viene accordato l'assegno di mantenimento quando il reddito di uno dei due è quattro volte superiore a quello dell'altro, e sempre, invece, nel caso in cui quest'ultimo ne sia privo». E se fino a qualche anno fa gli uomini finivano per non azzardare richieste di alimenti per vergogna od orgoglio, ormai le remore sembrano essere sparite. Ma l'inversione delle parti ha portato un grande vantaggio: «Le donne lo fanno (pagare, ndr) con minor conflitto perché hanno una maggiore capacità di distacco — dice la psicoterapeuta Gianna Schelotto —. Gli uomini sono riluttanti per vendetta, non per avarizia. Il dolore, però, è uguale per tutti».
Ripetiamo: in linea di principio si accorda il mantenimento quando il reddito di uno dei due è quattro volte superiore a quello dell’altro e sempre, invece, nel caso in cui quest’ultimo ne sia privo. Quindi se lui guadagna 1700 euro e lei 1500 niente assegno coniugale ma solo il mantenimento dei pupi perché non volete solo l’affidamento condiviso forzato, vero? Vorrete pure pagare quello che vi spetta, spero? Perché, sapete, la casistica riporta che moltissimi ex mariti, al momento della quantificazione del mantenimento della figliolanza diventano immediatamente nullatenenti. Quindi, se c’è una categoria che distrugge il PIL italiano, fa aumentare il deficit e vive alle spese della popolazione quella è la categoria dei papà separati finto-indigenti. E molti arrivano persino a far perdere le proprie tracce pur di non essere costretti a pagare e di questi tempi i figli costano!
Ehi, io le tasse le pago tutte e le pago care, non mi mantiene nessun ex marito e quindi sono io a stare mantenendo ex mariti altrui!
Quindi non sono le donne a far finire gli ex papà alla Caritas. I versamenti di cui si lamentano non sono per la ex moglie ma per i figli così come la casa non va alla ex moglie perché è bella e simpatica agli occhi del magistrato o perché è femminista. La casa va alla prole per il principio per cui non si vuole allontanare i figli da dove sono cresciuti. Invece, con il condiviso bis, i pupi saranno senza fissa dimora, oscillanti tra casa della mamma e casa del papà.
Ma è colpa del femminismo se solo il 3,5% delle donne paga gli alimenti al marito? è davvero come afferma “Anna”? La legge è femminista? La donna vince a prescindere?
Ovviamente no! “Le condizioni per il sorgere del diritto al mantenimento in favore del coniuge cui non sia addebitabile la separazione sono la non titolarità di adeguati redditi propri, ossia di redditi che consentano al richiedente di mantenere un tenore di vita analogo a quello goduto in costanza di matrimonio, e la sussistenza di una disparità economica tra le parti ( sentenze di Cass. 1998 n. 3490; 1997 n. 7630; 1997 n. 5762; 1996 n. 5916; 1995 n. 4720; 1995 n. 2223; 1990 n. 11523; 1990 n. 6774).
Si parla di “coniuge”. Da nessuna parte è scritto che il mantenimento vada alle donne a prescindere grazie a leggi femministe.
è colpa delle femministe se le donne che si laureano sono il 58% ma solo l’11,9% accede a ruoli manageriali, il 49,2% delle donne è disoccupata e in tutta Europa le donne guadagnano il 17,4% in meno degli uomini?
No, se siamo svantaggiate nell’occupazione la colpa è degli uomini che non vogliono cedere una parte del loro potere. Ora, mentre quello della fortunella bolognese (che prevedo non canterà vittoria a lungo) è solo un caso isolato di una sentenza bislacca, la verità è tutt’altra, ovvero, le donne non sono tutelate come lavoratrici e troppo spesso lasciano il lavoro per restare a casa a fare le mamme e le cameriere, quindi una buona percentuale ha reddito zero e gli ex maritini sono troppo spesso additati come coloro che si lamentano ma non pagano gli alimenti, arrivando a sparire dalle vite dei figli pur di non passare un solo euro alle ex mogli, a differenza delle ex mogli che quando c’è da pagare non battono ciglio.
Basta anche dare un’occhiata ai commenti alla suddetta pagina misogina…
La signora sopra sbugiarda tristemente le favole sugli ex papà e crede che il condiviso bis possa obbligare gli uomini a fare i padri e a non sparire perché il suo ex si è, appunto, dileguato…
E sono tutti commenti della sola giornata appena terminata, ovvero domenica 10 Ottobre 2010, ed ho visionato solo 3 o 4 links . Non ho scorso l’intera pagina!
Non male per un mondo immaginario di padri sfruttati da donne avide ed approfittatrici che non si sa perché potrebbero mai essere femministe, visto che le femministe sono completamente per l’indipendenza anche economica della donna.
Ah, io oggi mi chiamo Maurizio!
Written by Maurizio ;-)
Nessun commento:
Posta un commento